Il flash mob contro il Covid center:
«Un fallimento annunciato»

CIVITANOVA - Fratelli d'Italia manifesta davanti alla struttura. Presenti l'assessore Borroni e il coordinatore regionale Carlo Ciccioli: «Un capriccio arrogante della politica». La richiesta è di ripristinare la fiera a com'era prima della crisi Coronavirus. S'inasprisce il braccio di ferro per la scelta del candidato del centrodestra. Striscioni del collettivo Jolly Rogers contro l'operazione "astronave"

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Il flash mob di Fratelli d’Italia

 

di Laura Boccanera

Flash mob davanti al Covid center di Civitanova, a manifestare i militanti di Fratelli d’Italia con il coordinatore regionale Carlo Ciccioli, l’assessore della giunta Ciarapica, Pierpaolo Borroni, la consigliera regionale Elena Leonardi. E sullo sfondo ci sono anche le elezioni regionali dove si inasprisce ancora di più il braccio di ferro in atto fra Francesco Acquaroli, candidato a governatore da Giorgia Meloni, e l’avversario Fabrizio Ciarapica, nome su cui punterebbe la Lega. «Il Covid hospital è un fallimento annunciato – ha dichiarato Ciccioli – un capriccio arrogante della politica. Tutti possono fare errori in una situazione emergenziale come quella vissuta ma la cosa grave è che sono rimasti inascoltati appelli come quello di Marco Chiarello, presidente rianimatori anestesisti, Claudio Maffei, ex direttore sanitario Asur di area Pd, l’ex presidente della Regione Vito D’Ambrosio e poi le associazioni di medici ed infermieri. Tutti hanno detto che era inutile una struttura scollegata da un ospedale e dai suoi reparti.

flash-mob-e-striscioni-no-covid-2-e1591458829924Sono dispiaciuto per Guido Bertolaso, uno bravo nelle emergenze anche se ormai specializzato in quelle di protezione civile. Qui si parlava di soluzioni sanitarie. Con 12 milioni si potevano completare due piani dell’ospedale di Civitanova lasciando tracce nel futuro, 12 milioni per 4 ricoverati per 10 giorni il risultato. Ciarapica si è messo a disposizione ma ha avuto una visione locale e si è lasciato ingannare pensando che Ceriscioli fosse competente. Porteremo le motivazioni di questo fallimento affinché si apra un nuovo corso nelle Marche». Chiede il ripristino del sito l’assessore Borroni: «Le attrezzature rimangano a disposizione dell’ospedale di Civitanova e la fiera torni alla città. Noi obtorto collo il 28 febbraio abbiamo accettato di mettere a disposizione la fiera come richiesto dal sindaco. Era per dare una risposta all’emergenza vissuta quei giorni. Poi però andando avanti col tempo si capiva che bisognava fermarsi e invece sono andati avanti». Di tempistiche sbagliate parla anche la Leonardi: «siamo tutti contenti che la curva sia scesa e non ci siano più malati – conclude – però la tempistica è stata completamente sbagliata, una forzatura portare qui tre pazienti. Ci auguriamo non serva più ma ci saranno comunque costi di smantellamento».

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Gli striscioni dell’Officina Jolly rogers

Striscioni e manifesti per contestare il Covid hospital anche ieri sera. «Bertolaso, Lega, Ceriscioli prendete l’astronave, fuori dai c…» hanno scritto in uno degli striscioni, poi rimossi, rivendicati dall’Officina popolare Jolly Rogers che contesta tutta l’operazione.

«Denunciamo a chiare lettere lo scempio del Covid  hospital – scrive in una nota il collettivo – lampante l’incompetenza delle scelte politiche del presidente della Regione Ceriscioli, che si è mostrato incapace di avere una visione lucida sulla realtà e sulla pianificazione della sanità regionale. Da tempo, ampi territori risentono della mancanza di presidi ospedalieri, gli stessi ospedali lamentano la carenza di personale. Di fronte a queste criticità, qual è stata la risposta del nostro Presidente, con la complicità della giunta regionale? Una grande astronave in mezzo al deserto. Una risposta miope compiuta sotto la guida di Bertolaso, milioni di euro spesi per una grande opera tanto inutile da meritare la chiusura. Chi doveva mangiare ha mangiato, dato che le ditte coinvolte hanno svolto il lavoro commissionato, e intascano i denari promessi dall’ente pubblico. Chi non mangia, come nei più banali copioni, sono i cittadini ancora in attesa dei buoni pasto».

Annuncia una conferenza stampa Ivo Costamagna a nome del comitato “No covid fiera” composto dai firmatari dell’esposto. «Un totale fallimento – dice – solo che se un’azienda fallisce si portano i libri contabili in tribunale, qui invece si fanno proposte per il futuro. A breve spiegheremo le ulteriori iniziative che abbiamo in mente per fare chiarezza in una vicenda in cui finora l’unica cosa chiara è che dei buoni amministratori avrebbero impedito lo spreco di una enorme somma di denaro pubblico. Perché quelli utilizzati per la fiera, pur provenienti da donazioni, sono soldi pubblici. Si dovevano utilizzare per contribuire a ricostruire il futuro delle Marche. Per farlo però bisognava pensare alle prossime generazioni e non alle prossime elezioni».

 

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