Guido Bertolaso, Angelo Sciapichetti e Luca Ceriscioli durante un sopralluogo nel Covid center di Civitanova
di Luca Patrassi
Se non fosse una questione di sanità pubblica, ci si potrebbe riferire per l’esempio alla classica bolletta. Il 25% è il costo del bene erogato, il resto se ne va in oneri, tasse, balzelli contributi vari. Così per la realizzazione del Covid Hospital di Civitanova: si è fatto ricorso a un privato – il Cisom – per evitare i tempi biblici degli appalti pubblici e ci si ritrova ancora fermi in ostaggio della burocrazia.
Per sintetizzare: quindici giorni di burocrazia per la stipula della convenzione, dieci giorni di lavoro per l’esecuzione delle opere da parte dello staff di Bertolaso, altri dieci giorni passati finora per i collaudi e il reperimento del personale Asur. Ora l’ultimo annuncio dice che il trasferimento dei pazienti Covid dalle varie strutture ospedaliere ci sarà mercoledì. Oggi c’è stata una riunione con i medici guidata dalla dirigente medico del Covid Hospital, Daniela Corsi. Toni accesi dicono, sembra che diversi operatori non abbiano mostrato di gradire molto il pressante “invito” a prestare la propria opera professionale in quel di Civitanova, lato Covid Hospital. La Regione Marche aveva approvato le delibere di indirizzo e quelle più operative per la realizzazione del Covid Hospital a Civitanova e il ritorno alla normalità della rete ospedaliera marchigiana per la maggior parte utilizzata finora per i contagiati Covid.
L’inaugurazione del Covid center di Civitanova
Bene, sono passati una decina di giorni dalla benedizione della struttura con passaggio di consegne dal Cisom, il corpo italiano di soccorso dell’Ordine di Malta alla Regione Marche, ed ancora non arriva un malato. Ogni dettaglio viene attentamente analizzato per evitare passi falsi, ma il passare dei giorni lascia intendere che ci sia qualche ulteriore problemino interno. L’impressione è che non ci sia il personale ipotizzato nella delibera Asur iniziale, cioè non ci siano medici disponibili – a meno del ricorso a precetti – ad andare a Civitanova muovendosi dalle altre aree vaste della regione. Da tempo l’Asur aveva definito anche il quadro del personale: i medici dovevano essere 34 (12 rianimatori, cinque cardiologi, tre infettivologi, tre pneumologi, tre geriatri, quattro radiologi e quattro fisiatri) con le seguenti “quote” di partecipazione: due da Pesaro, nove da Ancona, 11 da Macerata, 6 da Fermo e 6 da Ascoli. Maggior equilibrio territoriali per le altre figure sanitarie: gli infermieri saranno 40 (6 da Pesaro, 9 da Ancona, 10 da Macerata, 6 da Fermo e 9 da Ascoli), gli operatori sociosanitari 10, i tecnici di radiologia 10, i fisioterapisti 4. Il problema è che le disponibilità finora emerse sarebbero poche, in larghissima parte di medici maceratesi. I sanitari interpellati dell’Av3 avrebbero già manifestato disponibilità ad andare a Civitanova. Quanto al resto della regione, la questione dei pochi medici disponibili a prestare servizio aggiuntivo a Civitanova rischia di avere ripercussioni anche sulla ripartenza degli ospedali. A Camerino , invece, si sa già che l’ospedale sarà “free Covid” dalla prossima settimana e dunque gli attuali degenti saranno trasferiti iniziando da mercoledì. I sette degenti in terapia intensiva e semi intensiva saranno tutti trasferiti a Civitanova mentre per i 15 ricoverati nei normali reparti situazione da valutare caso per caso con destinazione Macerata nel reparto allestito nella palazzina ex Malattie Infettive o a Civitanova.
Sempre rigorosamente senza mascherina, e ce l'ha pure avuto.
Pagliacciata
Che la burocrazia rallenti ancora l'apertura di questa struttura. Tanto chi era in lista per intervento chirurgico da 6/7 mesi , negli ospedali della nostra provincia, porterà pazienza per altri 8/10 mesi. Poi hai visto mai non ce ne fosse più bisogno!
Faranno a gara per metterci 2 persone dentro ..... E diranno che è un successo enorme Alla fine è stata la solita mangiatoia per i soliti noti L'emergenza maschera i controlli e chi gestisce l'emergenza fa ciò che vuole....... La protezione civile è fatta da tanti bravi volontari Ma ai vertici c'è un magna magna incredibile
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E’ ovvio che la convenzione non doveva essere fatta in serie ma in parallelo ai collaudi: nel primo caso infatti i tempi si sono sommati.
Non sanno piu’ dove attaccarsi per avere il loro attimo di gloria,prima i precetti per il personale ,ora visto che per loro sono solo numeri, i pazienti in terapia intensiva!
Forse, se ci fossero forti indennità, o possibilità di avanzare nella carriera, farebbero a gara a partecipare. Adesso tutti contestano perchè, senza più contagiati, il Covid H. sembrerebbe inutile. Come sarebbe bello se ci fosse un bello scoppio di Covid-19 e di colera!
Personalmente a me non piaceva andare in un ospedale, dove c’era un reparto di Covid-19. Non credo che il virus si trasmette solo sputandosi in faccia, ma pure si trasmetterebbe portato dalle correnti d’aria. Nelle quali nuova felice, come gli umani al mare.