di Laura Boccanera
Approvata con più astensioni che voti favorevoli la mozione di Fratelli d’Italia. Due i contrari, i consiglieri Vincenzo Pizzicara e Monia Rossi. In realtà la mozione, divenuta il terreno di battaglia dello scontro fra il gruppo di Fdi e la maggioranza, chiede garanzie che già sono state abbondantemente date e contenute nella delibera di giunta regionale 523 del 5 maggio che riorganizza le strutture ospedaliere per la fase 2. E pertanto ieri la discussione sull’ospedale di Civitanova sembrava superata, tanto che Simone Garbuglia della maggioranza ha richiesto di emendare la mozione aggiornandola alla situazione attuale. La richiesta di Fdi infatti è precedente alla costruzione del Covid center alla fiera e la lista della Meloni chiedeva certezze in merito al ritorno di tutte le funzioni e i reparti nell’ospedale cittadino. «Ma è una discussione a tempo scaduto – ha commentato il capogruppo del Pd Giulio Silenzi – La Regione ha già deliberato il 5 maggio e scritto chiaramente che gli ospedali torneranno come erano prima, e in più il direttore Maccioni ha già delineato la tempistica, ma già il documento prima indicava che a fine emergenza tutto sarebbe tornato come era. Dovremmo discutere invece della fiera Covid, non dell’ospedale. Il consiglio comunale è stato espropriato di una decisione presa in autonomia da Ciarapica. La fiera è stata data senza un indirizzo del consiglio comunale e non si capisce per quanto. Il sindaco ci aveva detto che il 31 luglio sarebbe tornata in nostro possesso. Si approva una convenzione in cui si parla di emergenza sanitaria e di struttura temporanea fino al venir meno del contesto esigenziale e assistiamo a dichiarazioni di Bertolaso che invece da Vespa dice che diventerà una struttura permanente, un polo medico di eccellenza, di questo si deve discutere, ma non quando tutto è finito, come è accaduto con l’ospedale unico». Dello stesso avviso anche Stefano Ghio: «Non si può sostenere che quella sia una struttura permanente, un ospedale vicino ad un centro commerciale e ad un polo sportivo cambia l’antropizzazione della città. Inoltre è una struttura sorta in deroga da ogni normativa urbanistica perché per l’emergenza lo prevede il decreto, se invece diventa una struttura permanente andava inserita nella programmazione sanitaria e non realizzata così». Per Corvatta la «pandemia ha dimostrato che Civitanova è baricentrica e fondamentale in caso di emergenza», mentre alcuni consiglieri di maggioranza hanno espresso perplessità sulla mozione. Garbuglia ha suggerito di aggiornarla anche sulla base delle proposte emerse nel dibattito, mentre Monia Rossi di Vince Civitanova ha annunciato un voto contrario in quanto «non vedo proposte nella mozione che non siano già nella delibera regionale». A chiudere la discussione sull’ospedale il sindaco Fabrizio Ciarapica che evidenzia lo scollamento nel Pd tra livello locale e regionale sull’ospedale Covid. «Sul Covid center alla fiera ci sono solo polemiche fatte sulla pelle dei cittadini quando è evidente che la diatriba è solo il frutto di una guerra interna al Pd – ha detto il primo cittadino – Quando Ceriscioli è rimasto fuori dai giochi e ha chiesto l’aiuto di Bertolaso, uomo non gradito al Pd, ha suscitato invidie e risentimenti e si è creato antipatie all’interno del Pd e da allora si è dato contro Ceriscioli. Non si cita mai Francesco Micucci che è stato colui che invece ha avuto l’idea. Non lo dico in polemica, anzi, ma se si vuole ristabilire la verità va detto che è stato proprio Micucci ad individuare e voler vedere a tutti i costi la fiera di Civitanova mentre si valutavano le alternative per il Covid center. Su Bertolaso invece io credo che sia la massima figura dell’emergenza in Italia, se in tv o nelle interviste dice che vede quella struttura come permanente lo fa a titolo personale, senza avallo o conferme da parte di nessuno». Alla fine il risultato vede 10 voti favorevoli (i 4 di Fratelli d’Italia, Beruschi della Lega, Marinelli di Obiettivo Civitanova, Croia, Marzetti, Mei del M5s e lo stesso Ciarapica. Tredici gli astenuti (tutta la minoranza e Forza Italia e parte di Vince Civitanova), due i voti contrari (Pizzicara e Monia Rossi). Piccolo colpo di scena sul finale quando in un primo momento, per dubbi sull’interpretazione della norma, la mozione viene data come respinta (i voti tra astenuti e contrari sono superiori ai favorevoli) e poi invece passa in quanto le astensioni vengono conteggiate per la validità del numero legale, ma non contano nell’esito del voto.
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