L’Alfa nera usata per il documentario e che ieri girava per la città
Troupe della Rai a Macerata per girare un documentario sul raid razzista di Luca Traini. L’uomo che il 3 febbraio 2018 sparò a sei persone di origine africana, ferendole, sarà al centro di una delle 11 puntate della nuova trasmissione Cronache Criminali che andrà in onda da giovedì 7 novembre in prima serata su Rai Uno. Ieri pomeriggio una troupe della Verve Media Company (a cui la Rai ha commissionato il documentario) ha girato diverse scene per ricostruire quella folle mattinata.
Un’Alfa nera che gira per la città con una persona a bordo che spara all’impazzata ad altezza uomo, l’allerta che parte dal Comune alla cittadinanza sui social network con richiesta di rimanere chiusi in casa, nei luoghi di lavoro e nelle scuole, i mezzi pubblici fermati fino a nuovo ordine.
La polizia locale davanti allo Sferisterio durante la realizzazione del documentario. Gli agenti si sono occupati della sicurezza stradale durante le riprese
La città, già in tensione per il caso di Pamela Mastropietro, la 18enne il cui cadavere fatto è pezzi è stato trovato in due trolley nelle campagne del Maceratese, è stata in preda al terrore per alcune ore, l’intera popolazione tenuta in ostaggio da un nemico sconosciuto e minaccioso, uno scenario più simile alle stragi avvenute nelle scuole o per le strade negli Usa, che a quello che vive una città di provincia. Macerata e i maceratesi hanno potuto tirare un sospiro di sollievo solo intorno alle 13, quando Luca Traini, originario di Tolentino, oggi 32 anni, è stato bloccato dai carabinieri dopo un lungo inseguimento per le strade della città.
La troupe Rai ieri ha girato le scene al Monumento ai Caduti di piazza della Vittoria, dove si è fermata la folle corsa di Luca Traini e in altri luoghi dove sono partiti gli spari come piazza Garibaldi, via Piave, la stazione, via Spalato e anche davanti allo Sferisterio. Le riprese hanno suscitato curiosità e anche timore tra i passanti (alcuni subito non avevano capito che si trattasse di un documentario). Polizia locale e carabinieri hanno seguito le riprese per garantire la sicurezza stradale e in qualche caso rassicurare i passanti che stavolta, per fortuna, erano solo riprese di un documentario. Nei giorni scorsi erano stati intervistati Mirko Traini, il fratello di Luca e due delle vittime del raid razzista.
(m. z.)
(foto di Fabio Falcioni)
Furono momenti drammatici e molto molto tristi per la città. Doveroso ricordarli .
Si! ho visto uno col tricolore con il saluto romano e gli volevo urlare "guarda che so peruviano" in stile dialetto maceratese Me so trattenuto.
Io avrei fatto una trasmissione per ricordare Pamela
Te fanno crede che Cristo è morto de freddo , quando invece era u padró da legna
potevano mettere qualche cartello che giravano il film, sembrava un nostalgico
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Non era il raid ma la Raid.
Oramai siamo diventati famosi in tutto il mondo x le cronache nere e non x i fatti normali.