Dulcis in fundo il Barbiere:
nell’estate dello Sferisterio
trionfa Figaro superstar

MACERATA OPERA FESTIVAL - Il capolavoro di Rossini, allestito grazie al bando che aveva tra i giurati Graham Vick, risulta essere lo spettacolo più applaudito della stagione. Studios televisivi mostrano le maschere della contemporaneità nell'opera under 35
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barbiere_siviglia_foto_simoncini-10-650x433di Marco Ribechi

Il Barbiere di Siviglia convince la platea dello Sferisterio in un’ovazione di applausi e un sold out finalmente trionfante. Ė il capolavoro di Rossini andato in scena per la prima volta ieri sera l’opera più acclamata del Macerata Opera Festival 2022, allestita dopo ben 27 anni di assenza dall’arena e realizzata con un anno di ritardo visto che, in programma per il 2021, era stata rimandata causa Covid. barbiere_siviglia_foto_simoncini-7-325x217Una doppia soddisfazione per la città che già dalla precedente amministrazione aveva fortemente creduto in questo progetto lanciando, sotto la direzione di Barbara Minghetti, un bando under 35 per regia, scene e costumi in collaborazione con il Rossini Opera Festival e Opera Europa. Da quel bando è risultato vincitore proprio questo Barbiere che si è aggiudicato il primo posto sotto gli occhi di Graham Vick, presidente di giuria scomparso un anno fa alla cui memoria il regista Daniele Menghini ha voluto dedicare lo spettacolo. 

barbiere_siviglia_foto_simoncini-5-325x217Un Barbiere quindi made in Macerata fatto da giovani per i giovani, capace di mantenere un forte legame con la tradizione nonostante l’allestimento e il linguaggio ipercontemporaneo di cui si nutre. Come hanno spiegato il regista Menghini e il direttore d’orchestra Alessandro Bonato agli Aperitivi Culturali (leggi l’articolo) si tratta di un’interpretazione filologica del testo e della partitura che vuole valorizzare alcune sfumature rossiniane senza però rinunciare al contesto di attualità in cui si muovono i protagonisti. Le ambientazioni completano il fil rouge che lega le tre opere al grande schermo: se la Tosca si trovava in un set cinematografico e se Pagliacci era stata aperta dalla proiezione del film The Circus di Chaplin, ora ci troviamo direttamente nello Studio 15 dei Sevilla City Studios dove si stanno girando tre format che potrebbero figurare in un palinsesto quotidiano. Figaro è il protagonista di F*cktotum dove fa innamorare giovani coppie nel suo salone di parrucchiere, in Calunnia è Don Basilio che si prodiga a far scoppiare le coppie unite da Figaro mentre L’Inutil Precauzione è una sorta di soap con protagonista Rosina.

barbiere_siviglia_foto_simoncini-4-325x217Fin dai primi istanti l’opera dichiara la sua assoluta finzione attraverso una presentatrice che, con fare estremamente artificioso, annuncia l’inizio dello spettacolo in arena per poi essere portata via a forza da due agenti di qualche corpo speciale di polizia segreta. Con lei, praticamente in scena per tutta la durata dello spettacolo e libero di girare a suo piacimento, uno Zanni uscito dalla Commedia dell’arte. La maschera vuole essere un richiamo al teatro del passato ma, allo stesso tempo, appare come elemento grottesco e buffo che incarna la stessa idea di travestimento, uno dei cardini interpretativi scelti dal regista. Da qui in avanti sul palco passerà di tutto, popolato continuamente da personaggi di ogni forma e fattanza come potrebbe appunto avvenire nella grande fabbrica di illusioni che è la televisione.
barbiere_siviglia_foto_simoncini-12-325x217Tra suv, monopattini, cyclettes, conigli giganti, rockstar in gonna che richiamano Brad Pitt o Mahmood, a trionfare è Figaro, stella dei saloni di bellezza, a suo perfetto agio in abiti alla moda spagnoleggianti, capace non solo di scegliere il proprio padrone ma anche di manipolare chiunque con i suoi geniali stratagemmi. Il barbiere ha compreso quale sia la chiave del successo e lo persegue con la stessa nonchalance con cui cavalca il suo monopattino elettrico come se fosse in un corso milanese. 
Ad accompagnare le tresche amorose di Rosina e del Conte d’Almaviva un’intera crew degli studios che filma, trucca, monta e smonta la scena bucando sia lo schermo che il palco e trasformando la finzione nella finzione in una sorta di commedia all’italiana dove dei personaggi arrivati da un film di Carlo Verdone (su tutti Rosina in pelliccia maculata rosa e Don Alonso) completano l’opera buffa con linguaggio contemporaneo e caricaturale.
barbiere_siviglia_foto_simoncini-9-325x217Il vortice di personaggi è davvero pittoresco al punto tale da arrivare ad essere ridondante ma non è forse ridondante di maschere anche questa nostra modernità? La pietra angolare per comprendere la differenza tra l’essere e il mostrarsi che pervade sia l’attualità che la scena presentata dal barbiere è il reality, la forma televisiva che distrugge ogni distanza tra recita e verità, tra maschera e interprete. L’intera opera è quindi una recita anche per gli stessi personaggi che, interpretando la parte di loro stessi davanti alle telecamere, rincorrono il tentativo di ottenere successo e gloria. Il cortocircuito sarà svelato con un finale sorprendente (spoiler) che vede Rosina fuggire a gambe levate dall’arena per infilarsi nella macchina del Zanni ormai senza più maschera mentre una telecamera la rincorre. È la scena finale de Il Laureato 50 anni dopo: se Ben ed Elaine fuggono da una società ingessata, moralista e bigotta ora Rosina, già vistosamente scocciata dall’obbligo del matrimonio, scappa da una realtà patinata che la costringe continuamente alla finzione e al giogo.

barbiere_siviglia_foto_simoncini-16-325x217Nelle scelte dell’allestimento meritano una considerazione a parte le luci e i colori: il palco risulta brillante, vivacissimo grazie a un sapiente uso dell’illuminazione, una delle chicche dell’intero spettacolo, e anche grazie ai costumi sfavillanti che accrescono ancora più il clima incellophanato da studios che pervade sulla scena. Al termine dell’esibizione il pubblico ha tributato il suo apprezzamento ad ogni singolo interprete, nessuno escluso, in una prova collettiva convincente che ha saputo scaldare l’animo dei presenti per affrontare anche il vento freddo e gelido che ha pervaso l’arena.

(Foto Sferisterio/ Luna Simoncini)

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