Cinzia Maroni con Marcello Panni
di Marco Ribechi
Un pezzo di antologia del cinema in scena al Lauro Rossi di Macerata, nel 58esimo festival di musica lirica irrompe la Rapsodia Satanica di Pietro Mascagni.
Andrà in scena alle 21 nel teatro di piazza della Libertà il primissimo esempio di colonna sonora realizzata per film grazie al rarissimo documento di Pietro Mascagni revisionato dal direttore d’orchestra e compositore Marcello Panni. L’orchestra accompagnerà dal vivo le immagini del film.
Proprio Panni è stato ospite agli Antichi Forni per gli Aperitivi Culturali condotti da Cinzia Maroni dopo che il direttore Artistico Paolo Pinamonti è stato costretto a dare forfait per motivi di salute come era già avvenuto ieri sera alla prima della Tosca (leggi l’articolo). Nonostante il forzato cambio di programma le parole di Panni non sono state meno interessanti e il compositore ha svelato alcuni retroscena di quella che, a tutti gli effetti, può essere considerata la prima colonna sonora per film. «Mascagni era convinto che il cinema fosse il futuro dell’opera – spiega Panni – un supporto che sostituiva le immagini alle ambientazioni. All’epoca fu preso per visionario ma oggi il suo pensiero si è a tutti gli effetti realizzato».
Marcello Panni
Rivale e allo stesso tempo ammiratore di Puccini, anch’egli fondamentale per il futuro sviluppo del cinema sonoro, Mascagni aveva sposato l’idea che i suoni dovessero accompagnare le azioni come in un set.
«Ci sono delle lettere che Mascagni indirizza ora alla moglie ora all’amante – continua Panni – in cui racconta tutto il suo sforzo per sincronizzare un’orchestra quasi ridondante, di circa ottanta elementi, con le azioni dello schermo. Sincronizzazione tutta effettuata a mano, con l’ausilio di un cronometro e del figlio che faceva girare i fotogrammi con una manovella. Mascagni addirittura spiega che per realizzare solo 14 secondi di musica erano necessarie oltre 150 prove, insomma ci troviamo di fronte ad un lavoro monumentale che aprì le porte al sonoro, qualcosa che viene visto solo raramente perché la partitura fu in seguito ritirata dal compositore e la stessa pellicola andò quasi perduta, fino al restauro ad opera della Cineteca di Bologna».
Martina Buccolini della ditta Sigi
All’epoca, gli anni che precedevano la Grande Guerra, Mascagni era stato contrattato per ben cinque film di cui però realizzò solo Rapsodia Satanica per la casa di produzione Cines, che fallì con il conflitto mondiale.
L’opera fu eseguita dal vivo solo nel 1918 a Torino con 45 rappresentazioni in 22 giorni, tutte dirette dallo stesso Mascagni che era considerato un divo al pari dei grandi attori di Hollywood dei nostri tempi. Addirittura le persone si tagliavano i capelli “alla Mascagni” tanto era popolare. Molto conosciuta all’epoca anche l’attrice del film muto, Lyda Borelli, grazie al quale la Rapsodia Satanica riscosse un enorme successo. «Purtroppo il regista Nino Oxilia fu molto sfortunato – prosegue Panni – morì in guerra senza poter vedere la sua opera che di fatto diede il via alle colonne sonore nel cinema. La versione che vedremo stasera al teatro è una riduzione di quella da me ricostruita nel 2005. Ottanta elementi sono davvero troppi, la partitura originale era troppo densa così, per la prima volta, ne ascolterete una versione ridotta». La storia è una sorta di Faust al femminile dove la protagonista, ricca e vecchia, decide di vendere l’anima al diavolo per tornare giovane. Le immagini a colori sono state ritoccate a mano durante il restauro, dipingendo i fotogrammi uno a uno.
Al termine dell’incontro il classico aperitivo questa volta introdotto da Martina Buccolini della ditta Sigi. Domani Cristiano Veroli parlerà di “Diva per sempre. La Tosca di Giacomo Puccini”.
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Credo che questa operazione di recupero sia una delle perle più preziose in circolazione. Un vero colpo di genio (un altro: il primo è, finalmente, lo sdoganamento dell’Arena per l’esecuzione di grandi concerti sinfonici con Orchestre e direttori di fama internazionale) di Paolo Pinamonti che l’ha voluta allo Sferisterio, e di Marcello Panni che l’ha sapientemente recuperata e ricostruita.
Speriamo che stavolta si facciano registrazioni audio e video di questa preziosità e che la sorte le arrida nel tempo, più di quanto accadde all’esecuzione originale diretta dall’autore.