Ilaria Gaspari
di Marco Ribechi
Scarpia come Jago in preda a un desiderio irrealizzabile. Il quarto appuntamento agli Antichi Forni con gli Aperitivi Culturali di Cinzia Maroni non ha analizzato le musiche della Tosca né la partitura o la recitazione. Complice la filosofa Ilaria Gaspari la discussione ha affrontato il tema delle passioni dei protagonisti, in special modo di quelle del malvagio capo della polizia che viene elevato a modello di male assoluto. Scarpia, contrapposto al personaggio dell’Otello di Shakespeare (Jago ebbe un fazzoletto io un ventaglio) nell’opera pucciniana incarna un uomo che ha piacere nel tormentare e straziare le sue vittime. «Scarpia per insinuare Tosca usa la manipolazione attraverso la gelosia – spiega Gaspari – lui vuole possederla ma contro la volontà di lei, ossia non si accontenta di soddisfare i propri desideri ma vuole farlo con forza, con prevaricazione». Uno degli aspetti di modernità in Puccini è proprio la capacità di trasformare un dramma politico in un dramma amoroso e in quest’ultimo inserire giochi di potere. «Ci dice qualcosa di profondo riguardo l’aspetto sadico delle passioni – continua la filosofa – qualcosa che, come direbbe René Girard, è insito nell’animo dell’uomo».
Ilaria Gaspari e Cinzia Maroni
Attraverso Scarpia vediamo il grande potere del desiderio che esce dall’ottica binaria classica: «Spesso il desiderio è stato visto come qualcosa che coinvolge due poli, il soggetto che desidera e l’oggetto del desiderio – prosegue l’ospite – questa definizione però non riesce a coprire tutte le sensazioni umane, infatti spesso con la soddisfazione del desiderio subentra la noia, è un’equazione incompleta se non si considera anche un terzo polo, è l’altro a chiudere la triangolazione e spesso lo stesso desiderio è innescato dalla presenza di un terzo incomodo che funge da rivale e da modello». Emblematiche in questo senso le passioni triangolari di invidia e gelosia, presenti in Tosca ma anche e soprattutto in Shakespeare che offre alla letteratura un modello di geloso per eccellenza, Jago. «Non a caso lo stesso Scarpia si paragona al malvagio dell’Otello conclude Gaspari – cattivi come Jago e Scarpia sono destinati a non trovare soddisfazione dei loro desideri, sono desideri impossibili che hanno un’aura di sadismo perché il loro piacere è nel bramare, nel creare dolore, nel pianificare le proprie malefatte. Nel momento in cui ottengono il desiderato perdono subito interesse».
I gestori de “Il villino” presentati da Marilena Sparapani
Infatti lo stesso barone nell’opera pronuncia la frase: “Bramo, la cosa bramata perseguo, me ne sazio e via la getto”. La discussione si è conclusa con alcuni paragoni letterari con “Alla ricerca del tempo perduto” di Marcel Proust e la visione di alcuni frammenti televisivi tratti da James Bond e dalla Tosca ironico grottesca di Luigi Magno dove Monica Vitti e Vittorio Gassmann mettono a nudo le perversioni di Scarpia. L’aperitivo conclusivo è poi stato offerto dai gestori dell’agriturismo con maneggio “Il Villino” di Treia. Domani protagonista sarà la legge con l’Aperitivo accreditato per la formazione forense: Giulia Boccassi presenterà: “Gelosia. Attenuante o aggravante?”.
La Tosca torna in scena allo Sferisterio stasera e domenica, domani il concerto della Filarmonica Gioachino Rossini diretto da Donato Renzetti e dedicato a Star Wars (ci sarà anche un video mapping sulla facciata dell’arena).
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