Il concerto di ieri sera al Lauro Rossi
di Marco Ribechi
Una Rapsodia Satanica di rara bellezza conquista il Lauro Rossi ma con un neo: il pubblico pagante reclama metà del programma di sala. Lo spettacolo andato in scena nel teatro maceratese la scorsa notte ha conquistato diversi minuti di applausi da parte di un pubblico entusiasta sia per la magistrale esecuzione che per la forte carica emotiva trasmessa dalle immagini e dalle splendide musiche dirette dal Maestro Marcello Panni.
L’appuntamento, inizialmente programmato allo Sferisterio poi trasferito al Lauro Rossi a causa dei pochi biglietti venduti, doveva essere una delle perle rare della stagione lirica, qualcosa che difficilmente è possibile vedere nella vita. E così è stato con una pellicola prodotta nel 1917 e splendidamente restaurata dalla Cineteca di Bologna, accompagnata in sala da una Form guidata come un metronomo dal Maestro Panni, lo stesso che ha recuperato le partiture di Mascagni nel 2005.
Durante l’esecuzione tutto è stato perfetto. Panni, che aveva spiegato agli Aperitivi Culturali quanto fosse stato complesso per Mascagni sincronizzare musica ed immagini, ha condotto l’orchestra con decisione e fermezza riuscendo nel compito di scandire alla perfezione i tempi della pellicola che, di fatto, costituisce la prima colonna sonora nella storia del cinema. L’estrema espressività del cinema muto, in particolare della protagonista Lydia Borelli e Ugo Bazzini nei panni di Mefistofele, è qualcosa a cui non siamo più abituati con la gestualità puntuale (ma non esasperata) capace di sostituirsi alle parole per sottolineare emozioni e sentimenti. È qui che va ad inserirsi la genialità di Mascagni che amplifica attraverso il suono ogni singola scena.
Epici i movimenti nella scena finale del prologo, quando la protagonista ritrova la giovinezza dopo il patto con il diavolo così come le scene festose della primavera, all’apertura della prima parte. I colori ritoccati a mano direttamente sulla pellicola trasportano in un altro tempo antico, fatto di arredi stile Liberty e giardini rigogliosi composti da piante tropicali e specchi d’acqua. Nonostante la lontananza nel tempo del contesto restano attualissimi i sentimenti messi in gioco: gelosia, amore, dolore e perfidia, tutti sapientemente messi in rilievo da delle musiche ancora molto moderne.
Ineccepibili i lunghi minuti di ovazione tributati agli interpreti al termine della serata, con un pubblico entusiasta e desideroso di ascoltare altra musica, infatti il libretto aggiornato del Macerata Opera Festival spiegava che, oltre al film di durata relativamente breve, sarebbero stati suonati anche altri tre intermezzi: Guglielmo Ratcliff, Cavalleria Rusticana e Amica, così però non è stato. Mentre il pubblico aspettava ancora seduto al proprio posto le successive esecuzioni le luci del teatro si sono accese e l’orchestra ha salutato tutti facendo storcere il naso ai presenti che solo in quel momento hanno capito che i tre intermezzi non sarebbero stati eseguiti. Il danno oltre alla beffa, con la cancellazione di una parte del programma che andava a sommarsi al cambio di location.
La prima colonna sonora espressamente realizzata per un film fu scritta per il Film Cabiria del 1914, ad opera dei compositori Ildebrando Pizzetti e Manlio Mazza.
Peracottari? Si forse è l'aggettivo migliore per definire chi fa queste scelte. Il pubblico pagante va rispettato. Una macchina quella dell'associazione sferisterio da smontare e rimontare cambiandone i pezzi. Molte figure che da anni lavorano al festival devono essere sostituite. Direttori tecnici, di palcoscenico ecc che ormai hanno dato. La sostituzione di queste figure sono obbligatorie farle ogni 5 anni, un pò come avviene nelle caserme della Gdf, dove i finanzieri vengono spostati. Dare spazio a gente nuova, in particolare del posto, del luogo, prima di andare a cercare fuori regione. Abbiamo sicuramente personale tecnico valido, ma spesso i personalismi prendono il sopravvento e chi è del posto e ha competenza, resta al palo. Bisogna svecchiare certe figure. Si è iniziato dal direttore artistico e musicale e si continuerà con altre figure ai vertici. Bisogna proseguire anche con le figure sottostanti, dai direttori di allestimento, palcoscenico ecc, per avere un cambio di passo e svecchiarsi da ormai vecchie abitudini!
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