Cinzia Maroni e Renato Coltorti
di Marco Ribechi
Nella città della giurisprudenza si parla di lirica e reati di gelosia. Il Quinto Aperitivo Culturale degli Antichi Forni ha avuto come protagonista la legge grazie all’ospite Giulia Boccassi del foro di Alessandria, invitata per l’appuntamento accreditato per la formazione forense. Ad aprire l’incontro Renato Coltorti, responsabile della scuola di formazione della Camera Penale di Macerata che, di fronte anche al presidente della Camera Penale Jacopo Allegri seduto tra il pubblico, ha elogiato la contaminazione diritto e lirica, auspicando insieme a Cinzia Maroni la possibilità di far nascere una collaborazione più frequente ed estesa anche nell’arco dell’anno. Ma, essendo il tema incentrato attorno al sentimento della gelosia e dei delitti passionali, un triste pensiero non poteva non essere rivolto ad Alika Ogorchukwu, la vittima dell’aggressione di Civitanova (leggi l’articolo) scaturita, a quanto sembra dalle prime indiscrezioni, da futili motivi di gelosia. «Si tratta di un episodio difficilmente commentabile – ha detto Cinzia Maroni – mi sento di dire però che la cultura, la filosofia e anche momenti di confronto culturale come questo di sicuro posso fare la loro parte per comprendere meglio verso quale tipo di società vogliamo orientarci».
Giulia Boccassi
Il tema della gelosia attraversa tutte le opere in programma in questa stagione lirica dello Sferisterio, in particolare la Tosca che fin dalla sua entrata in scena assume questo atteggiamento di sospetto verso il suo amato. «La giurisprudenza nel corso degli anni ha elaborato vari approcci nei confronti della gelosia – spiega Boccassi – in passato faceva parte delle attenuanti generiche che legano la pena all’atto concreto. Fino al 1981 esisteva ancora la causa d’onore e, sempre nello stesso anno, venne eliminata la possibilità di estinguere la punibilità mediante il matrimonio riparatore. Emblematico fu il caso di Franca Viola che, stuprata,, rifiutò di sposare il suo violentatore». Con il passare del tempo però il quadro è mutato: «Oggi la gelosia è un’aggravante – prosegue l’ospite – poiché si considera una condotta per motivi futili e abietti. Quello che però viene considerato solo uno stato d’animo, quindi controllabile, a volte però si può anche trasformare in una patologia. In questi casi si rende necessaria una valutazione psichiatrica forense per comprendere se c’è un vizio di mente sotto forma di disturbo psichico, paranoico o delirante».
Cinzia Maroni
Inoltre, il giudizio comune attraverso quello che viene definito processo mediatico, tende a spostare la valutazione della gelosia: «Nel senso comune, attraverso un giudizio “di pancia” – conclude Boccassi – si vive una visione distopica, si confonde il valore morale con quello legale, mettendo in luce un pensiero punitivo medioevale. Voglio dire con fermezza che i processi si fanno in aula non in tv o sui social, attraverso la giurisprudenza ed esperti della disciplina». Sembra che Puccini abbia battuto così decisamente il tasto della gelosia poiché era una condizione a lui molto familiare, come spiega Cinzia Maroni: «La moglie era estremamente gelosa – dice Maroni – la sua morbosità portò addirittura una ragazza che lavorava nella loro residenza a togliersi la vita con conseguente scandalo collettivo e processo per istigazione al suicidio».
Marco Cecchetti
L’aperitivo finale è stato offerto da Marco Cecchetti, da quest’anno gestore del Basquiat Bistrot, una scommessa nel cuore della città: «Per la prima volta siamo ospiti di questa iniziativa e siamo felici di partecipare – dice Cecchetti – il nostro locale ha anch’esso una vocazione culturale poiché è sede di varie iniziative durante l’arco dell’anno». Nell’appuntamento di domani, che precederà l’ultima esibizione della Tosca, Salvatore Patriarca farà un excursus nella storia del cinema legata all’opera di Puccini.
Gabriela Lampa
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