di Marco Ribechi
«Speriamo che almeno questa volta non sparino al tenore», questa è la battuta del maestro Donato Renzetti in previsione della prima della Tosca che stasera andrà in scena allo Sferisterio di Macerata.
Il maestro Donato Renzetti
Il direttore d’orchestra, davanti al pubblico presente agli Antichi forni per il secondo appuntamento degli Aperitivi culturali presentati da Cinzia Maroni, ha simpaticamente ripercorso le vicende e i retroscena della famigerata Tosca da lui diretta nel 1995, quando il tenore Fabio Armilato fu ferito ad un piede durante la scena della fucilazione.
«Mi ricordo che dalla buca dell’orchestra aspettavo di veder cadere il tenore morto fucilato – spiega Renzetti – invece dopo lo sparo lo vidi toccarsi la gamba e pensai ma perché non cade? In seguito Tosca invece di gridare “Mario! Mario!”, diceva “Dottore! Dottore!” e allora capii che qualcosa doveva essere andato storto».
Donato Renzetti con la regista Valentina Carrasco
A quel punto i giornali di tutto il mondo scrissero dell’incidente avvenuto a Macerata a cui però ne seguirono altri. «Ogni rappresentazione in realtà fu fonte di problemi – prosegue il maestro – alla seconda Armilato doveva entrare con un’ingessatura ma cadde sulla gamba buona alla fine del primo atto perché aveva rifiutato di essere aiutato e così subentrò Nazzareno Antinori a cui avevamo chiesto di restare a disposizione. La terza invece fu interessata da un violento uragano che permise l’inizio dello spettacolo solo alle 23. Esibizione che fu aperta da un plateale scivolone del tenore bulgaro Ivanov in sostituzione di Armilato. Infine nell’ultima messa in scena durante i saluti finali l’interprete di Spoletta urtò contro un ferro della scenografia riportando quattro punti di sutura al viso. Insomma per stasera facciamo gli scongiuri».
Valentina Carrasco
Le prime indiscrezioni però preannunciano una direzione magistrale che accompagnerà una messa in scena particolare così come nello stile della regista Valentina Carrasco, anche lei presente all’appuntamento mattutino.
«Con Puccini per la prima volta la musica si sposa con la rappresentazione – commenta la regista – Tosca è un’opera molto descrittiva che presenta alcune difficoltà nella regia perché le stesse azioni degli attori sono dichiarate nel testo. Inoltre per tutta l’opera si parla molto di arte e di rappresentazione, la stessa morte di Cavarodossi è di per sé una finzione che diviene reale. Quindi mi sono interrogata molto su questo rapporto tra realtà e messa in scena».
Da qui l’idea di creare una regia che fosse di Teatro nel Teatro, o meglio di cinema nel teatro. «Il teatro nel teatro è secondo me l’ideale per mostrare quanto l’arte a volte sia più reale della realtà – continua la regista – però è un’operazione che tende a ridurre la scena quando io invece avevo bisogno di ampliarla date le dimensioni dello Sferisterio. Da cinefila ho quindi pensato di creare un set cinematografico che invece ha la capacità appunto di ingigantire la scena. Bisogna poi ricordare che il cinema fino agli anni ’80 si è totalmente nutrito di Puccini, per questo saranno presenti tante citazioni più o meno evidenti ai vari film della storia del cinema».
Gabriela Lampa
Oltre al maestro e alla regista agli Antichi Forni è intervenuto anche Giuseppe Rivetti, delegato Fai che da quest’anno ha instaurato anche un rapporto con l’opera e gli Aperitivi Culturali per dare il via ad una nuova contaminazione. «La città di Macerata si sposa con l’ambiente napoleonico della Tosca – spiega Rivetti – non dimentichiamo che proprio da Palazzo Torri Napoleone scrisse una lettera elogiando il paesaggio marchigiano. Quindi le giornate Fai d’autunno saranno dedicate proprio a questa parte di storia ricordando anche la presenza a Macerata del boia dello Stato Pontificio Mastro Titta che aveva la sua casa in piazza Mazzini dove venivano anche realizzate le esecuzioni». L’incontro è stato accompagnato dai video di Riccardo Minnucci e dalle letture di Gabriela Lampa. Domani l’ospite sarà il direttore artistico Paolo Pinamonti per l’appuntamento “Rapsodia satanica. Un Faust al femminile”.
Marco Guzzini
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