Vaccini di Cuba, convegno a Tolentino:
«Da 800 morti al giorno a due»
Ma c’è chi protesta: «Solo propaganda»

TOLENTINO - Incontro con José Felipe Chaple, consigliere economico commerciale Ambasciata della Repubblica di Cuba in Italia per parlare dei farmaci realizzati sull'isola caraibica. Poi l'attacco di alcuni cubani che vivono in provincia: «E’ gravissimo si privino i cittadini della libertà di espressione. I preparati non sono autorizzati dall’Oms né dall’Ema»

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Alessandro Pacini, José Felipe Chaple e Simone Valli

di Francesca Marsili

«Siamo passati dagli 800 morti al giorno della prima ondata a uno-due casi. L’idea che Cuba, con solo 11 milioni di persone e un reddito limitato, possa essere una potenza biotecnologica, potrebbe essere incomprensibile, ma è possibile». A dire come il Paese ha affrontato il Covid con la produzione di propri vaccini malgrado l’embargo, è stato José Felipe Chaple, consigliere economico commerciale Ambasciata della Repubblica di Cuba in Italia intervenuto ieri pomeriggio ad un incontro alla biblioteca Filelfica di Tolentino. All’incontro è però intervenuto anche un gruppo di cubani residenti nel maceratese che ha cercato di denunciare quella che a loro avviso è una narrazione diversa dalla realtà. «E’ solo propaganda», ha affermato Yeniffer Pinillo, cubana di 28 anni che vive da 20 a Macerata.

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I cubani residenti nel Maceratese ieri hanno protestato al convegno

L’incontro è stato organizzato dal circolo Arci “Radeche Fonne” di Belforte, dall’associazione Asicuba e dal collettivo Cuba Va di cui fa parte il 48enne di Sarnano Simone Valli, presente in veste di moderatore e come testimone del progetto SoberanaPlus Turin. Valli infatti, già vaccinato con due dosi Pfizer, assieme ad altri 34 italiani lo scorso 15 novembre si è sottoposto volontariamente a l’Avana all’inoculazione di una dose di SoberanaPlus, il vaccino cubano prodotto come booster (leggi l’articolo).

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Jose Felipe Chaplè

Lo studio condotto dalla clinica universitaria Amedeo di Savoia di Torino e la capitale cubana aveva l’obiettivo di valutare risposta immunitaria indotta da questo richiamo in aggiunta a tutti gli altri vaccini già validati. «I risultati arrivati il mese scorso sono molto promettenti», ha sottolineato il sarnanese.

Chaple ha spiegato come la scelta di Cuba di “mettersi in proprio” per la produzione di un vaccino contro il Covid sviluppato dal Finley Institute of Vaccines in collaborazione con altri centri biotecnologici statali è stata anche condizionata dall’embargo statunitense che avrebbe reso difficile far arrivare i vaccini e terapie dall’estero.

«Il 15 gennaio del 1960 Fidel Castro disse che il futuro della Patria deve essere necessariamente di scienza – ha esordito il delegato – . Fu una frase lapidaria che oggi credo sia compiuta; di fatto siamo il più piccolo Paese che si è autoprodotto vaccini e che ha vaccinato la più alta popolazione pediatrica. Molti credono che questi vaccini siano i primi che Cuba ha realizzato – ha proseguito – in realtà abbiamo già fatto quelli contro la polio, il tetano, la rosolia e il morbillo».

cuba-tolentinoI tre vaccini che Cuba ha autoprodotto: Abdala, Soberana 02 appositamente progettato per la popolazione pediatrica e SoberanaPlus non sono ancora stati autorizzati dall’Organizzazione mondiale della sanità, non per una mancanza di fiducia nella loro efficacia, ma per un problema “industriale”: gli standard che l’Oms richiede per gli impianti in cui devono essere prodotti, (standard che i cubani criticano come iniqui). «Tutto questo è successo in un quadro di “bloqueo” al quale siamo sottoposti. Una situazione aggravata dall’inasprimento del blocco economico da parte di Donald Trump che ha emanato 243 misure restrittive contro Cuba. In pratica, «basta che un qualsiasi reagente o uno strumento tecnologico abbia oltre il 10% di una qualche componente prodotta in Usa per impedirgli di entrare nell’isola». L’uomo ha spiegato come Cuba, durante il primo anno della pandemia, ha gestito molto bene le diverse varianti del virus. Con il suo sistema di salute pubblica ha riaperto le suole, i servizi e al turismo lo scorso 15 novembre. «L’isola ha una media di 9 medici ogni 100 abitanti, parametro che non c’è neppure negli Stati Uniti e che garantisce una presenza capillare e un ottimo apparato di prevenzione – ha aggiunto – Il nostro sistema di salute pubblica ha permesso un controllo della pandemia e un ritorno alla normalità».

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Le immagini e lo striscione affissi fuori dalla biblioteca Filelfica

Al termine dell’incontro il gruppo di cubani e cubane, residenti oramai da parecchi anni nel Maceratese, ha cercato di fare sentire la propria voce a denuncia di quella che secondo loro è la condizione di vita del popolo cubano. Fuori dalla biblioteca Filelfica hanno affisso una serie di immagini e volantini che a loro avviso sono la prova di una repressione avvenuta a Cuba lo scorso 11 luglio contro chi è sceso pacificamente in piazza, come riportato anche da Amnesty International, contro la situazione economica, la scarsità di medicinali, la risposta delle autorità alla pandemia da Covid e le dure limitazioni alla libertà di espressione e di manifestazione.

CUBA-TOLENTINO-PROTESTA «Come cittadini cubani abbiamo scelto di parlare in questa sede di vecchie e nuove generazioni che sono al collasso e che vorrebbero dire al mondo qual è la realtà di Cuba, ma non gli viene permesso perché rischiano anche il carcere», ha spiegato Yeniffer Pinillo, cubana di 28 anni che vive da 20 a Macerata, in lacrime, a margine dell’incontro. «E’ gravissimo si privi il cittadino cubano della libertà di espressione per chi non vuole più un regime comunista, ma democrazia. Non è giusto parlare di una sanità cubana come di una potenza medica perché non lo è. Non è giusto che si venga a parlare di un vaccino che non è autorizzato dall’Oms né dall’Ema».

Da Sarnano a Cuba per testare il vaccino «Un contributo alla ricerca, il Soberana sta dando ottimi risultati»

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