«Non sono vaccinato, costretto
a lasciare la mia passione: il calcio»

SFOGO - Jacopo Stortini, 23enne difensore della Sangiustese, non è in possesso del super green pass: «Spiegatemi perché se dimostro la mia negatività non mi viene permesso di essere trattato come tutti gli altri. Perché obbligarmi a fare una cosa di cui non ho bisogno per giocare?»

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Jacopo Stortini, 23enne difensore della Sangiustese

 

«Non mi permettete più di allenarmi e giocare e la cosa che più mi fa rabbia è che non c’è un vero motivo valido per questa vostra scelta, una vera spiegazione. Spiegatemi perché se dimostro la mia negatività non mi viene permesso comunque di essere trattato come tutti gli altri».

È lo sfogo di Jacopo Stortini, 23enne calciatore della Sangiustese (squadra di Eccellenza) che non essendosi vaccinato non potrà più praticare la passione che nutre fin da giovane. Infatti, a partire dal 10 gennaio è obbligatorio il super green pass in molte circostanze che riguardano anche per gli sport di squadra. Ecco le sue parole.

«10 gennaio 2022: non mi viene più permesso di fare l’unica cosa che ho sempre voluto fare da quando ero piccolo. Non mi viene più permesso di giocare a calcio se non mi vaccino. Non mi viene più permesso nonostante io possa dimostrare la mia negatività con i tamponi, cosa che ho sempre fatto fino ad oggi a differenza di chi si è invece vaccinato. E quindi perché non mi permettete di giocare? Di continuare a sognare, come sognavo da piccolo a sei anni quando ho preso il pallone tra i piedi per la prima volta? Perché obbligarmi a fare una cosa di cui non ho bisogno per giocare? Perché togliere i sogni a un ragazzo di 23 anni ma che dentro quando gioca e si allena resta sempre il bambino pieno di speranze di tanti anni fa? Perché far si che tutti i sacrifici fatti in sedici anni di attività siano vani? Mi trovo costretto a lasciare andare il mio lavoro, la mia passione, l’unica cosa che mi rende e mi ha reso felice in questo tempo. L’unica mia valvola di sfogo, l’unico posto in cui mi sentivo uguale agli altri e non meno come ho sempre fatto. Il mio unico rifugio, il mio posto sicuro. Non mi permettete più di allenarmi e giocare, e la cosa che più mi fa rabbia è che non c’è un vero motivo valido per questa vostra scelta, una vera spiegazione. Spiegatemi, spiegatemi perché se dimostro la mia negatività non mi viene permesso comunque di essere trattato come tutti gli altri. Mi avete tolto i miei sogni, la mia passione, i miei compagni che sono sempre stati la mia seconda famiglia. Prendetemi pure per scemo, complottista, no vax o qualsiasi altra cosa vi passi per la testa. La libertà, però, a me, non la togliete, e mai lo farete».

 

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