La sede Dipende da noi a Civitanova durante l’inaugurazione di oggi pomeriggiodi Laura Boccanera
Inaugurata nel pomeriggio la sede civitanovese di Dipende da noi. Si tratta della prima sede in assoluto del movimento regionale guidato da Roberto Mancini, docente di Filosofia teoretica all’Università di Macerata. L’occasione sono le elezioni amministrative di Civitanova: «Ma Dipende da noi non vive solo nei momenti elettorali – ha detto Roberto Mancini, che aveva fondato il movimento nel 2020 candidandosi alla presidenza della Regione – Nasciamo per mettere in circuito nella vita collettiva un metodo di partecipazione e progettazione condivisa e vorremmo che questo metodo corrispondesse alla qualità delle persone e alle priorità reali della città. Qui a Civitanova abbiamo 16 attivisti e ci siamo presentati con l’idea di una sinistra etica. Non bisogna vergognarsi della parola sinistra, per noi significa giustizia sociale, diritti, ecologia».
Nella foto da sinistra Filomeno Lopes, Mirella Paglialunga, Vito D’Ambrosio
Piena la saletta di via Buozzi, una quarantina i partecipanti ad ascoltare gli interventi. Fra gli ospiti, il giornalista e scrittore Filomeno Lopes e l’ex magistrato Vito D’Ambrosio. A chiudere l’incontro, prima di un brindisi benaugurale la candidata del centrosinistra Mirella Paglialunga che presentandosi agli intervenuti ha ricordato come è nata la sua discesa in campo: «Alla fine mi sono convinta della possibilità di mettere al servizio della città le mie competenze – ha detto – in questi giorni spesso mi viene chiesta la mia posizione su tematiche specifiche, ho riscontrato una visione spesso chiusa per settori, ciascuno si aspetta dalla politica la risposta al suo problema. Credo che serva la pazienza di costruire una visione collettiva, idee forti sulle quali costruire azioni e pratiche. Più che un programma mi piace chiamarlo “piano di lavoro” quello che le commissioni stanno elaborando, 4 o 5 idee chiare e forti. Civitanova deve tornare ad essere una città vivibile, per le coppie, per i bambini, fruire degli spazi comuni».
La Paglialunga porta poi l’esempio delle giostre al Varco sul mare, installate per il periodo natalizio e ora prorogate: «Le giostre ad esempio penalizzano chi vuole vivere quello spazio, ci sono condizioni di insicurezza e di sporcizia e io credo che il recupero e la manutenzione degli spazi comuni sia una delle prime cose a cui fare attenzione. Penso poi a quanti musei questa città ha perso: quello delle tradizioni popolari, la fototeca che non è visitabile, il museo polare e perché non si è mai realizzato un museo del mare. Per il futuro auspico una gestione di persone che parlino con gli altri, di andare a Palazzo Sforza non per il potere, ma per decidere insieme quali aspetti sono importanti per ridare ai civitanovesi il diritto di vivere la propria città».
Natalia Conestà
Intanto anche la lista civica Incroci guidata da Natalia Conestà (Demos e Civica popolare) si schiera al fianco del candidato Vinicio Morgoni con lo slogan: “Le periferie non sono la fine della città”. «Rimanendo in dialogo con tutti i candidati sindaci – dice Conestà – abbiamo scelto come candidato sindaco Vinicio Morgoni, sia perché sta portando avanti un progetto interamente civico, sia per la concretezza e i numerosi progetti in cantiere. Una realtà, la sua, fatta di coinvolgimento di tutti, dai giovani agli anziani, tema particolarmente caro a La nostra città. “Le periferie non sono la fine della città”. Con questo slogan, che è tutto un programma, quale migliore simbiosi con la lista La Nostra Città. Sono sicura che altre liste aderiranno, soprattutto interessate ad un progetto fatto di concretezza e non di sigle, di idee e non di ideologie, la nostra lista punta sui giovani e sugli italiani di seconda generazione».
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…giusto, non bisogna vergognarsi della parola “sinistra” (ma chi è che lo fa…mah!!!), ma della sinistra parola, che, se permettete, va un po’ più a fondo della parola “sinistra”, che vuol dire…eccetera eccetera eccetera, si si, lo sappiamo bene!!! gv
gli elementi base che hanno costituito il concetto di sinistra nella realtà odierna sono presenti più che mai.Per fornir loro una risposta adeguata bisogna approntare progetti realistici ed alla configurazione di questi si debbono applicare quanti si collegano a quegli elementi,ma per arrivare ad una sintesi unitaria,caso contrario quegli elementi diventano stracci e parole vuote,con l’effetto di far prevalere progetti di ben diversa portata,come sta avvenendo.
Abbiamo un esempio che non mi stancherò mai di ripetere e che riprende il concetto espresso nell’articolo riguardante chi vuole andare a Palazzo Sforza per il potere. Beh, chi comunque ha la possibilità di passare ad incarico maggiore non essendo il sindaco lo fa. Ma quando è il sindaco che ha convinto gli elettori a eleggerlo e poi ad un certo punto per aumentare il suo potere cerca di trasferirsi, tradendo miseramente chi il voto disgraziatamente glielo ha dato, che voto vogliamo dargli? Sto parlando del classico.. da uno a dieci ..e non del voto che preponderanti ed intelligentissime forze politiche lo scelgono di nuovo per motivi a questo punto veramente incomprensibili, diciamo pure eufemisticamente opachi, pieni di colpi di scena, di ripensamenti, di completa ed assoluta mancanza di rispetto per chi si accinge nonostante tutto a ridarti il voto perché non ha ancora capito una mazza su chi aveva votato nel 2018 .Ci saranno interessi… ideologici da condividere.. cosa questa, talaltro, particolarmente difficile visto che ha cambiato tre partiti dall’elezione. Quando sono personaggi simili, sul quale tu che guidi un partito e consigli di votarlo per votarti e lo sostieni di nuovo o sei come lui o non vali assolutamente niente come politico. Anzi sapendo che hai a che fare con uno che è andato su perché color terra di Siena bruciata, diventa rosa antico e poi azzurro mare non tanto in là, sei come lui e nella stessa condizione di prendere per i fondelli chi appoggerà una scelta già disgraziata. Lo è profondamente nella sua breve storia, più ridicola che tragica e che per il futuro, conoscendo il soggetto e partendo dal presupposto che chi va con lo zoppo ci va per zoppicare assieme…. occhio a conservare almeno un appoggio robusto. Mah, per evitare di non cadere vergognosamente in ginocchio e magari con qualche denuncia di quelle che ti fanno passare la voglia di prendere per il didietro il prossimo. È vero che bisognerebbe attenersi a fare un programma e poi presentarlo ma non sono assolutamente d’accordo di non dire perché e chi ti prepari a sfidare quando se ne conoscono tante anche se fossero soltanto una parte di tutte le peculiarità negative e facilmente spiegabili e soprattutto perché di questi tempi ci sono tanti problemi nella testa che rischi di andare a votare correndo passivamente di rivotare per lo stesso errore.