di Mauro Giustozzi
Giorni di riflessione in casa Hr Maceratese. La botta dell’eliminazione immediata dalla corsa playoff per l’Eccellenza, seguita alla sconfitta nella finale di Coppa Marche contro l’Anconitana, è stata pesante e ci vorranno alcuni giorni per essere digerita dal presidente Alberto Crocioni e dalla società. Club che per ora resta in silenzio il che, però, potrebbe anche far preludere a segnali di stanchezza dopo una sola stagione del personaggio che ha riportato le casacche biancorosse in un campionato dopo l’anno sabbatico. E’ indiscutibile che siano stati tantissimi gli errori commessi dalla società nel cimentarsi con un nome più pesante da portare rispetto a quello dell’Helvia Recina sacrificata per la rinascita del club. E il non aver centrato il risultato sperato, ossia il salto di categoria, ha creato sconforto per primo proprio in Crocioni. Che, al di là di tutte le colpe che è giusto addebitargli e che si è preso in prima persona ogni qual volta è stato chiamato in causa, è giunto a fine stagione molto provato più psicologicamente che forse dall’impegno economico che pure ha profuso in maniera magari confusa, con scarsissimi risultati poi sul campo.
L’avere addosso i fari puntati di un’Hr Maceratese costretta a vincere sempre in un campionato di Promozione non ha trovato rispondenza in una società che probabilmente si è fatta trovare impreparata da tale situazione. Ciò che soprattutto ha lasciato perplessi nella gestione della stagione è l’aver difeso sempre a spada tratta una gestione tecnica, quella dell’allenatore Francesco Moriconi, non all’altezza dall’inizio alla fine. E’ forse questa la domanda principale alla quale gli sportivi biancorossi meriterebbero una chiara risposta. Perché è vero che la squadra è stata costruita a pezzetti, senza un filo logico, con calciatori in età troppo avanzata, con alcuni ruoli non coperti: ma pure giocatori di qualità sono arrivati per questa categoria e, probabilmente, con una gestione tecnica diversa il loro rendimento sarebbe stato migliore con la possibilità di agguantare non diciamo il primo posto ma una posizione migliore nei playoff sì, per disputare almeno in casa le gare di spareggio. La domanda è perché, anche davanti all’evidenza di un non gioco, di tanti risultati negativi, di giocatori male impiegati, Crocioni non ha fatto quello che nel calcio accade nella normalità dei casi quando i risultati non vengono: ossia esonerare il suo mister tentando di dare in questo modo una scossa alla squadra senza più alibi e all’intero ambiente.
Il tracollo della Rata certamente non è stato gradito neppure dall’amministrazione comunale che tanto si era spesa per questa soluzione la scorsa estate pur di far ripartire una nuova Maceratese dopo un anno senza calcio. Naturalmente non arriva alcun commento dal palazzo, ma chiudere in questo modo il campionato non era nella testa dello stesso primo cittadino Romano Carancini sceso sino ad Ascoli sabato scorso assieme all’assessore allo Sport, Canesin, per seguire la partita. Con alle porte l’anno che porterà alla scadenza elettorale del 2020 un’Hr Maceratese che avesse ottenuto il passaggio in Eccellenza, con la possibilità l’anno prossimo magari di fare ancora meglio, avrebbe rappresentato un bel biglietto da visita anche per chi aveva auspicato e incoraggiato l’operazione Crocioni-Hr Maceratese. L’aver chiuso a fari spenti l’annata invece non può che rinfocolare polemiche mai sopite con gran parte della tifoseria biancorossa, come testimoniato proprio oggi dal comunicato della curva Just (“La Maceratese è altro, non meritate questo nome”, leggi l’articolo).
Sul futuro, in attesa che Crocioni dica la sua, basta ricordare le ultime parole del patron poco più di un mese fa in una conferenza stampa all’Helvia Recina: da parte del presidente biancorosso c’è sempre stata massima disponibilità a parlare di Maceratese, anche di una cessione in parte o in toto, con chiunque volesse il bene del calcio cittadino. Resta il fatto che chi si è avvicinato a lui, al momento di scoprire le carte non aveva nulla in mano. In concreto nessuna garanzia economica è stata mostrata al dirigente biancorosso per supportarlo o addirittura sostituirlo alla guida della società. Porte aperte, dunque, a chi vuole il bene della Rata ma non a chiacchiere bensì con i fatti (alias assegni coperti, ndr.), il Crocioni-pensiero di qualche settimana fa. Che crediamo non sia distante da quello di oggi. Tra tanti interrogativi sul futuro che avrà questo club ed il calcio biancorosso, l’unica certezza è che dalla prossima stagione scomparirà il prefisso Hr prima del nome Maceratese e che si giocherà ancora in Promozione. Ma basterà a far rinnamorare la piazza della sua squadra?
La curva Just contro la società: «La Maceratese è altro, non meritate questo nome»
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L’ho scritto un paio di volte e lo ridico..
quattro elementi di sicuro affidamento,i ragazzi della Berretti del circondario dall’ultima Rata della serie C ( non quelli che pagavano x giocare )e un mister che fa giocare a pallone ( un Giandomenico x capirci)… meglio di quest’anno farebbero di sicuro.
La squadra doveva essere svecchiata e l’allenatore cambiato perché non all’altezza !!
Sono un “vecchio” tifoso della Maceratese sin dai tempi di Pagliari e Morbiducci (di cui sono anche coetaneo) e anche prima (Sentimenti, Salvi, Mattiacci , tra l’altro mio collega a scuola, Esposto, sono tutti ben presenti nella mia memoria). Negli ultimi anni poi ho seguito la Rata ancora più assiduamente con trasferte abbinate a visite culturali in mezza Italia (Pisa, Lucca, Ferrara, Modena, Parma, Venezia ecc) per cui è stato molto triste vedere quest’anno i nostri giocatori impegnati, con tutto il rispetto per gli avversari, in campi quali Marina Palmense, Campiglione, Montecosaro, Chiesanuova, Montalto, Centobuchi ecc. Sono uno anche di quei tifosi che si è abbonato all’inizio del campionato per fare sentire al Presidente Alberto Crocioni, che conosco personalmente, l’affetto e la vicinanza di una parte della tifoseria che ha creduto nell’unico progetto concreto per la rinascita del calcio biancorosso. Purtroppo le cose non sono andate come tutti speravamo: abbiamo iniziato con una sconfitta in terra ascolana a Colli del Tronto, terminando la gara in 9 e l’abbiamo conclusa a pochi km di distanza sempre sconfitti e ancora con 2 uomini in meno. Ho letto diversi commenti riguardo la deludente stagione appena conclusa, nessuno dei quali benevoli nei confronti del Presidente e della società. Io, tuttavia, non me la sento di criticare l’unica persona che ha fatto qualcosa di concreto per la società, spendendo tempo e denaro nel tentativo di vincere il campionato anche perché ho visto come il primo ad essere dispiaciuto di tutto questo è proprio lui. Il suo sbaglio, semmai , è stato quello di affidare la costruzione della squadra e la sua conduzione ad elementi che non si sono poi rivelati all’altezza della situazione e magari anche quello di non aver cambiato quando si era ancora in tempo per salvare la stagione. Ormai comunque la frittata è stata fatta per cui la mia speranza è che qualcuno possa affiancare con i fatti, e soprattutto i denari, il Presidente Crocioni nella conduzione della società, che tra l’altro tornerà a chiamarsi Maceratese, con tanto di stemma. Se invece nessuno si farà avanti (come purtroppo temo) il mio invito ad Alberto è quello di non mollare e di riprovare nell’impresa questa volta però in primis affidando la squadra a chi le sappia dare un gioco ed una identità ben definita e in secondo luogo dando fiducia a giocatori giovani, ma talentuosi, oltre che desiderosi di mettersi in mostra, pescando sia nel vivaio della società che in altre limitrofe, con l’obbiettivo di tornare ad essere la società di riferimento della provincia, dove tutti ambivano a giocare.
Purtroppo quando si prendono in mano squadre come Macerata o Ancona, c’è da vincere, sono piazze difficili e le prendi se hai soldi per portarle almeno in D.
Professore, condivido in toto.Saluti
La riconoscenza non ci appartiene. Riguardo al futuro,segnalo che Nocera è libero.
Parole Sante Sig. Conti !!
Sempre Forza HR Maceratese (tra un pò speriamo SS Maceratese 1922) Forza Prescia e Forza Moro!