di Marco Ricci
«Alla luce di quanto concluso, questo Cda indica all’Assemblea Generale l’opportunità del definitivo spegnimento». Questa frase presente nella relazione letta dal presidente del Cosmari Sparvoli all’Assemblea dei Comuni mette fine a sedici anni di storia e di polemiche. Con la linea di incenerimento del Consorzio che è stata definitivamente spenta.
Un documento, approvato oggi dall’assemblea dei comuni soci non senza polemiche ma che alla fine vede tutti soddisfatti, per una decisione che era ampiamente nell’aria. Il primo ad esserlo è stato il sindaco di Macerata Romano Carancini. «E’ una giornata storica – ha dichiarato alla fine della lunga assemblea, perché grazie all’impegno di tutti i sindaci si chiude in via definitiva la linea di incenerimento. E’ la vittoria dei cittadini, del territorio, di tutti coloro che hanno a cuore l’ambiente. Dico grazie al sindaco di di Pollenza, che ci è stato a fianco nella nostra battaglia. Nel nostro programma c’era scritto che ci saremmo impegnati per la chiusura dell’inceneritore, e non vorrei dire che questa è una vittoria che vale un mandato. Un momento di grande soddisfazione», ha concluso, «e penso in particolare ai cittadini di Sforzacosta e di Casette Verdini».
Ma anche il presidente del Consorzio, Daniele Sparvoli, ha avuto di che essere rallegrato. Parlando di una giornata che in qualche modo ha rappresentato uno spartiacque tra passato e futuro e in cui ha incassato, insieme al Cda, il sostegno di buona parte dei sindaci della provincia. Il documento approvato riepilogava infatti i risultati ottenuti negli ultimi anni dal Consiglio di amministrazione che, dopo le pesanti dichiarazioni estive del sindaco maceratese Carancini e di quello pollentino Monti a seguito del superamento nel mese di luglio dei limiti di diossina, aveva dato la propria disponibilità a dimettersi. E’ arrivato invece un forte sostegno all’operato del Cda e quindi al respingimento pressoché unanime delle dimissioni.
Una giornata importante e una conclusione su cui tutti erano sostanzialmente già d’accordo proprio da quando l’Arpam, il sei di agosto, ebbe a rilevare il superamento dei limiti nelle emissioni di diossine e furani. Ovvio che si sono poi prodotti tutta una serie di eventi che hanno reso più facile, quasi inevitabile, la decisione di oggi. Ovvero la percezione ormai netta di un impianto considerato vecchio che in ogni caso avrebbe dovuto cessare l’attività di incenerimento una volta raggiunto l’80% di raccolta differenziata. Un livello non troppo superiore a quello attuale in una situazione che dovrebbe vedere, secondo la relazione del Cda, la discarica di Cingoli pronta entro l’anno. Poi i ripetuti fermi e le emissioni di diossina di questa estate hanno fatto il resto. Con la scelta di anticipare una fine in qualche modo già scritta.
E’ stato il direttore generale del Cosmari Giampaoli a descrivere tutti i passaggi che hanno portato alla decisione di spegnere. Una decisione che secondo il dg è dovuta «non per i risultati delle analisi ma per la pessima condizione dell’impianto». Una condizione grosso modo nota ma che, anche sulla base di indirizzi dell’assemblea, si pensava non potesse compromettere in modo così grave il funzionamento dell’inceneritore. Secondo Giampaoli insomma lo spegnimento è stato un atto dovuto e tecnicamente motivato.
Eppure durante l’assemblea non sono mancati i momenti di scontro e su tutto, come spesso accade, i piccoli giochi della politica sono in certi momenti riusciti a rendere difficile una decisione che non lo sarebbe stata affatto. Si è un po’ giocato a chi l’avesse detto prima. Se il Cda del Consmari, al quale va onestamente riconosciuto di essersi mosso con determinazione e celerità dopo gli ultimi problemi alla caldaia, procedendo oltretutto, anche in merito alla riaccensione, sul solco dettato dai comuni soci. Oppure l’aveva detto prima il Comune di Macerata quando, a seguito della recente ripartenza dell’impianto dopo quindici mesi di fermo, aveva approvato all’unanimità un ordine del giorno affinché “senza se e senza ma” l’inceneritore cessasse di operare.
E su tutto hanno pesato le dure polemiche di qualche settimana fa tra il sindaco Carancini e i vertici del Cosmari, sindaco attaccato spesso duramente durante l’assemblea dagli altri colleghi per i toni usati e per l’impressione di aver strumentalizzato una vicenda alla luce della trattativa Smea-Cosmari. Un’interpretazione che il sindaco di Macerata ha anche duramente rispedito ai mittenti, enfatizzando come la sua unica preoccupazione fosse per la salute dei cittadini. «Venite voi a vivere a Sforzacosta», ha detto ad esempio in merito ai cattivi odori, «e poi vedete di cosa parlo».
Al di là delle polemiche e delle lungaggini – polemiche e lungaggini che fanno anche intuire perché la fusione tra Fiat e Chrysler è avvenuta in tre mesi e l’affaire Smea-Cosmari dura da anni – il risultato è stato raggiunto. Con l’approvazione di un lungo documento che però qualche sindaco vota integralmente, qualche altro non ne vota un paragrafo, qualcuno – come i sindaci di Macerata e Pollenza – ne voteranno unicamente il passaggio in merito allo spegnimento dell’inceneritore. Il vicesindaco di Civitanova Giulio Silenzi, in merito al contenuto del documento, è stato fortemente critico con la politica cingolana che si oppose duramente all’apertura della nuova discarica. Così si è rifiutato di votare un passaggio della relazione che a suo parere non metteva in luce quanto «il populismo del comune di Cingoli ci è costato 3 milioni di euro».
Il documento approvato guarda anche al futuro e propone così «il superamento strategico della termovalorizzazione con l’avvio dell’impianto di digestione anaerobica.» Uno sguardo in avanti che alcuni sindaci, in primis Carancini, non hanno eccessivamente gradito. Anche perché il corposo documento ha affermato essergli stato consegnato «sette minuti prima dell’assemblea.» Il primo cittadino di Macerata avrebbe infatti preferito votare un diverso ordine del giorno che invita «il Cda del Cosmari a deliberare la disattivazione definitiva della linea di incenerimento e a studiare una possibile riconversione dell’impianto.» Alla fine, anche per via di molti sindaci che usciranno, non si avrà neppure il numero legale per votarne l’ammissibilità.
Un altro piccolo sgarbo a Macerata ma su Carancini può per una volta passare sopra.
«Questo impianto è fermo da luglio e i cittadini possono stare sicuri», aveva già detto il sindaco di Tolentino Giuseppe Pezzanesi prima della votazione, «e sono contrario alla ripartenza di questo impianto. Cosa diversa sarebbe con un impianto nuovo e moderno, ma oggi come oggi anche questa è una scelta che non avrebbe senso. Meglio spingere sulla differenziata, arrivare al 90% arrivando così ad abbassare le tariffe abbancando il restante 10% in discarica.» Per il momento però è possibile che i costi aumenteranno. Finché la nuova discarica di Cingoli non verrà aperta, parte dei rifiuti verranno ancora affidati alla discarica di Fermo. Il che potrebbe costare circa 140.000 euro al mese. Un costo, di fronte ad un impianto di termovalorizzazione obsoleto, che per qualche tempo tutti i sindaci si sono detti disposti a pagare. O meglio, a far pagare ai cittadini tramite la Tares o la tassa che sarà.
(Foto Cronache Maceratesi)
(ultimo aggiornamento ore 22.20)
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bella notizia..era ora!!
Gianpaoli Sparvoli &Co. hanno presentato a tutti i sindaci un documento che a quanto mi pare di aver capito non era stato anticipato via e-mail. Lo ha letto Sparvoli all’inizio assemblea mentre la segretaria consegnava le copie. Il documento riportava la storia passata fino alla proposta di spegnere l’inceneritore. Chiaramente la storia passata scritta da loro. Infatti mentre tutti i sindaci (o delegati) erano d’accordo sullo spegnimento dell’inceneritore non tutti erano d’accordo sulla ricostruzione storica effettuata da Gianpaoli Sparvoli &Co. In realtà per fare le cose per bene si sarebbero dovuti fare due documenti, cioè uno per i fatti pregressi ed uno singolo per la decisione dello spegnimento, e votarli quindi separatamente. Ma siamo in Italia e secondo me si è fatto il giochetto di “spingere” i sindaci, per approvare lo spegnimento dell’inceneritore ad approvare anche la narrazione della storia precedente mettendo tutto appunto in unico documento. Alla fine si è votato il documento con qualche sindaco che ha fatto mettere a verbale il tratto di documento che non approvava…………il solito pasticcio………. Comunque Gianpaoli Sparvoli &Co l’obiettivo lo hanno raggiunto: insieme allo spegnimento dell’inceneritore si trovano approvato un documento che in sintesi certifica che loro hanno sempre fatto tutto bene………….. Questo dimostra che tutti i sindaci comunque, anche quelli che rilasciano conferenze stampa bellicose, poi si fanno “spingere” verso la solita via, cioè quella di dire che i nostri amministratori sono tutti bravi ed hanno sempre fatto le cose per bene. Chi veramente non condivideva la ricostruzione storica doveva semplicemente NON CHIEDERE (come è stato fatto) ma PRETENDERE che il documento venisse scisso in due e si procedesse con due votazioni separate……………………ma oramai erano le 20,00 e tutti gli Italiani si sa prima pensano al loro stomaco e poi a quello degli altri…………tanto che un documento dei sindaci di Macerata e Pollenza non si è potuto votare poichè tutti gli altri(tranne alcuni) erano corsi a cena facendo così mancare il numero legale……….
Stasera non si respira!!!
Mi auguro che quei 140 mila euro mensili di maggior costo ,non vadano a “pesare” (come da tempo accade) sulle teste dei dipendenti sintegra-cosmari…dopodiche i documenti li potete scindere o non scindere a VS piacimento!!
Giusta legittimazione per il Cda del Cosmari, nulla da eccepire, giusta la chiusura dell’inceneritore, ma è ora che il Cda del Cosmari confermi la legittimazione di oggi con ulteriori fatti che evitino alla Provincia ed al Cosmari stesso o a chi per loro, di trovarsi fra alcuni anni nelle stesse pastoie di recente memoria che han fatto procrastinare i lavori per la discarica di Fosso Mabiglia. Le parole dell’Assessore Silenzi sono come il canto della cicala, buttate là con la convinzione che chi ascolta tanto non conosce la storia o i fatti. Il Presidente della Provincia Pigliapoco commissionò alla Politecnica uno studio per l’individuazione dei siti idonei per fare le discariche, il risultato fu che dieci siti suddivisi tra 5 comuni furono individuati. Il primo errore fatto dalla Provincia fu quello di non blindare urbanisticamente quei siti tanto che dopo 15 anni la situazione urbanistica nei dintorni dei siti si è modificata con la nascita di agriturismi, acquaparchi, ristoranti etc etc. Nessuno dei 4 Presidenti da allora succedutisi (Pigliapoco, Silenzi, Capponi e Pettinari) è riuscito tra dieci siti a fare un cronoprogramma di un sito per comune per complessive 5 discariche in sequenza che garantissero almeno 40 anni di abbancamento. Sarebbe stato troppo buon senso, o si ragiona più col consenso piuttosto che con la coscienza di dover gettare le basi per una corretta programmazione e gestione del territorio? Ad oggi solo Cingoli sta per partire e quando questa discarica sarà satura cosa succederà? Continueremo ad abbancare fuori Provincia? Proveremo a forzare su Cingoli? Di certo un fiume di denato finirà nelle tasche degli avvocati nuovamente per i contenziosi che si apriranno. Sfido qualsiasi Sindaco senza la garanzia di un cronoprogramma effettivo a farsi avanti per avere una discarica. Perchè non affrontare subito il problema? per quando Cingoli avrà esaurito il suo compito anche gli eventuali ricorsi saranno esauriti. Cingoli populista? Ritardi? Silenzi non ricorda per esempio che una delle causa del ritardo è stata l’acqua salata. Il Piano di caratterizzazione fu imposto dalla Provincia a seguito di analisi sulla matrice acqua imposte proprio dalla Provincia, ed il comune di Cingoli in quell’occasione unitamente al Cosmari ha speso soldi dei propri cittadini per accertare come prevede la legge la motivazione dei dati anomali rispetto al 2009. Come mai le analisi a distanza di circa 3 anni erano differenti? Forse pressapochismo iniziale? Il Piano si sarebbe potuto evitare se solo quando fu imposto il sito di Cingoli, fossero anche state imposte le verifiche fatte oggi, molto tempo si sarebbe risparmiato, e anche molti soldi. La chiusura dell’inceneritore è sicuramente buona cosa, ma per far si che il vento del cambiamento sia costante e soprattutto reale, occorre come affermava oggi il Sindaco Paolucci, lavorare su un programma che permetta di traguardare obiettivi legati alla minimizzazione degli impatti ambientali, al risparmio economico, al risparmio energetico etcetc e soprattutto eviti situazioni di impasse come quella appena risolta della discarica. Altro che populismo cingolano, diciamo che prima di sentenziare uno deve guardarsi in casa e fare mea culpa visto che da Presidente non ha avuto il coraggio di imporre una sequenza di siti almeno 3 che avrebbero sicuramente evitato tanti problemi e soprattutto permesso una seria programmazione nel tempo. La direttiva della Provincia dice al Cosmari di individuare altri 2 siti prima dell’inizio dell’abbancamento a Cingoli, salvo imprevisti le prime ecoballe arriveranno a gennaio, vedremo se il Cda del Cosmari a differenza della politica dimostrerà di ripagare la fiducia oggi dimostrata dai Sindaci e getterà le basi per evitare altri populismi come li chiama Silenzi
Ed ecco che arriva il rompicoglioni del M5S….
Nel documento, cari Sindaci e amici dei giaguari, c’era anche scritta a chiare lettere la necessità di sostituire il camino che oggi si spegne, con uno nuovo, quello della biogas.
C’era pure scritto che saranno inevitabili degli aumenti delle tariffe.
@ LUCKY
La cosa non è secondaria poichè quando si confermano i vertici, vuol dire cha hanno fatto bene. Secondo te hanno amministrato bene? Dal commento sembra di no………. è per questo che dico che era opportuno scindere le due votazioni, valutare bene il passato implica non rifare gli stessi errori in futuro………… invece così ci siamo messi nelle condizioni che se si voleva votare lo spegnimento dell’inceneritore bisognava anche votare che fino ad oggi era ststo fatto tutto bene…. e secondo me non è così………….
Insieme all’inceneritore si sarebbe dovuto “spegnere” il CDA e il direttore tecnico, responsabili di aver “incenerito” 350000 euro dei cittadini, avendo dato in cambio diossina e altri veleni. Perche non pagano i responsabili? LB consigliere comunale FDS Macerata
Sono d’accordo con il Signor Iacopini. E’ ora di finircela tutti quanti di fare le cose “torbide”.
Il cambiamento lo facciamo quando siamo trasparenti.
Un uomo è un uomo quando si assume le responsabilità dei propri errori non quando nasconde l’errore dietro una mezza verità!
A parte l’etica.. vorrei che si sentisse l’opinione non solo di industriali bensì anche di scienziati, pensatori nonché illustri personaggi pubblici nazionali, che vivono nella nostra Provincia, per trovare assieme delle soluzioni “moderne” e sostenibili allo smaltimento dei rifiuti.
Intanto cerchiamo di consumare meno..
@Paola e @Pierpaolo
Parole giuste!
Chi ci restituisce la salute persa?
Sappiamo di contribuire anche noi, con i piccoli gesti, alla pulizia o alla sporcizia dell’aria che respiriamo?
chissà quanti, che hanno fatto solo chiacchiere, rivendicheranno ora il merito dello spegnimento del camino
No, caro Sindaco, questa vittoria (tra l’altro non sua) non vale un mandato.
Era scritto nel programma?
Quindi ha fatto, eventualmente, solo la parte dell’obbligo suo… Ma sul programma ci sono scritte mille altre cose che non ha realizzato, e che non verranno realizzate.
Quindi, per cortesia, la smetta di pavoneggiarsi con una vittoria che inanzitutto è stata prima della popolazione, visto che la (mala?) politica (di cui lei è parte integrante) per anni e anni non ha mai fatto nulla.
…
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E’ curioso che si accorgano, oggi, che l’impianto è in cattivo stato: ma non dovrebbe esserci la normale manutenzione???
Non potevano quindi accorgersi che l’impianto era da buttare prima di buttare, dalla finestra, 300.000 euro di denari pubblici per gli inutili filtri???
Propongo l’organizzazione di una NOTTE BIANCHISSIMA lungo la via centrale di Sforzacosta, con mercatini e tavolata con, alla testa, il sindaco. E a seguire tutti gli abitanti del borgo e quanti, degli altri cittadini maceratesi, vogliano (vogliamo) festeggiare con loro!
Tutti insieme appassionatamente. I sindaci hanno dimostrato ancora una volta la loro colpevole indifferenza e ignoranza sulla questione rifiuti.Nessuno di loro ha avuto la vergogna di dire basta con il cda e il dirigente, protagonisti di una gestione che ha tirato a campare. E adesso? Tutti pronti con l’affare della mega-biogas e delle discariche, i siti sono già stati scelti, Cingoli durerà 5-6 anni se va bene, poi altri soldi per risanarla e subito ne riapriamo un’altra.
E adesso che ha chiuso per le varie irregolarità nonostante tutti i soldi spesi in questi 20 anni…
La domanda nasce spontanea di chi è la colpa? Chi pagherà per questo?
Sono molto contenta della chiusura del Cosmari, ma vorrei che qualcuno gentilmente mi spiegasse questo: se il camino è spento da un mese come mai la puzza (abito a Sforzacosta), anche ieri sera, non è mai diminuita? Con le nuove decisioni quando non si sentirà più (..se non si sentirà più)?
Ringrazio di cuore chi mi può dare una spiegazione.
….vorrei rispondere al sig. Davoli: sarei felicissima di una notte bianca a Sforzacosta e brindare fino al mattino, ma deve prima finire la puzza altimenti la gente scappa come succede nei ristoranti della zona.
Il sindaco che si prende i meriti, maaa…
Finalmente l’inceneritore del Cosmari chiude.
Una decisione giusta anche se tardiva e obbligata.Una vittoria dei Comitati dei Cittadini,degli Ambientalisti di quanti in questi anni si sono battuti in difesa dell’ambiente e della salute.
La chiusura dell’inceneritore dopo gli sforamenti degli inquinanti come i Furani e Diossine è anche il segno di un fallimento politico amministrativo di chi in questi anni ha governato concretamente l’impianto.
Dopo questa storica decisione non si tratta di buttare tutto. Il Consorzio pubblico va salvaguardato anche se riformato.
E’ tempo anche di pensare ad un nuovo assetto di governo del Consorzio puntando su competenze acclarate rifuggendo alle logiche spartitorie partitiche.
Oggi si tratta di voltare pagina a cominciare dall’affidata in House del ciclo dei Rifiuti da parte dell’ATA al Cosmari.
Il Cosmari deve voltare pagina per puntare sulla informazione la condivisione delle scelte sulla trasparenza. Quello che auspichiamo è che chiuso l’inceneritore non ci si avvii sulla strada di improbabili e milionarie alternative ma quanto di puntare ancora con più forza nella raccolta differenziata,nel riciclo e riuso di tutte le frazioni e puntare decisamente ad obbiettivi ambiziosi quali quello di rifiuti zero.
@ Franca Co
Dotiamoci di deodoranti come di armi e spruzziamo a tutt’andare intorno a noi!
No, scherzo: è chiaro che prima bisogna debellare il fetore. Poi, sarebbe bello disarcionare l’orrido camino con una scarica di tritolo. E comunque, io una cenetta così la farei…
Tra il progettare l’impianto del COSMARI e la sua messa in funzione trascorsero 14 anni e il risultato è stato un impianto già obsoleto al momento dell’accensione. Ora gli attuali cervelloni, tecnici e amministratori del Cosmari, propongoni un nuovo tipo di impianto, il “DIGESTORE ANAEROBICO”. Viste le precedenti esperienze io credo che sia bene decidere a freddo e valutare la migliore soluzione possibile, investendo questa volta i tecnici del settore e non i politici i quali alla fine dovranno decidere, ma dietro progetti e studi attendibili. Hanno proposto l’approvazione di questo nuovo impianto, diffondendo i depliants 5 minuti prima dell’assemblea. Sono presuntuosi e anche strafottenti. Il Cosmari, si è rivelato un pozzo senza fine per quanto riguarda il lato economico, un impianto inquinatore, e un affare solo per la politica, che ne ha approfittato per affidare incarichi, pareri legali, posti di lavoro etc. etc.
Si chiude la linea d’incenerimento con anni e anni (troppi anni!!!) di ritardo
L’impianto del Cosmari deve essere, immediatamente, riconvertito in un’azienda innovativa e virtuosa nel riciclo (no biogas!)
Bisogna pertanto, fin da subito, aumentare la raccolta differenziata, il riciclo ed il riuso: la sola strada è questa
Gli iscritti al MoVimento 5 Stelle di Macerata/Meetup – 315 Amici di Beppe Grillo di Macerata dal 2007
pagina facebook
Ovvio che si riconvertono al biogas, non potrebbe essere altrimenti: il Co.Sma.Ri. è un consorzio obbligatorio che si rinnova ogni 50 anni ed ha come obiettivo il recupero di energia dai rifiuti (andatevi a leggere lo statuto).
Signori tutti: finché non cambia lo statuto di questo ente siamo “legati” mani e piedi.
E’ la stessa cosa dello Sferisterio (o meglio, l’Associazione che c’è dietro): è già tutto nero su bianco, inutile che ci scaldiamo tanto…
fategli abbattere la ciminiera per non rischiare in vari ripensamenti tutti italiani
Fantastico! Ora nascondiamo la spazzatura sotto il tappeto o mandiamola in Germania con treni che ci costeranno miliardi di euro mentre loro ci alimentano le centrali elettriche oppure meglio ancora se la mangino chi non vuole inceneritori e termovalorizzatori come tutti i paesi moderni al mondo hanno.
MORIREMO DI FAME E DI DIRITTI E SOMMERSI DALLA MONNEZZA!
@Iacopini voglio essere soft….Diciamo che si poteva fare meglio!!
@pigi78: il tuo atteggiamento è vecchio come quello dei politici.
Possibile che siete così limitati da non vedere che esiste una “terza via” ?
L’unica soluzione sostenibile per il problema dei rifiuti è decrementarne costantemente la produzione (es. vietando la pubblicità indesiderata nella cassetta delle lettere, che smaltiamo a NOSTRE spese) e quel poco che ne rimane riciclarlo il più possibile.
Signori, siamo nel 2013 non le 1980… è ora di svegliarsi !
@franca co:
prima della chiusura c’erano 2 “puzze”: quella del camino che sapeva di plastica bruciata e quella del compostaggio che sapeva di letame. Grazie a Dio ci siamo liberati della “puzza” più pericolosa per la salute umana , ora è rimasta quella più fastidiosa per il nostro naso!!!!
Finalmente!!!!! Era ora. Pero’ a questo punto risolto un problema se ne apre un’altro, dove butteremo la spazzatura, riapriremo la discarica della Pieve chiusa nel 2002.