Addio inceneritore
Si spegne il camino del Cosmari

LA SVOLTA - L'assemblea dei soci vota il documento con cui si stabilisce definitivamente la chiusura della linea di incenerimento. Respinte le dimissioni del Cda. Il sindaco di Macerata: "E' una giornata storica, è la vittoria dei cittadini e del territorio"

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L'Assemblea del Cosmari

L’Assemblea del Cosmari

 

di Marco Ricci

«Alla luce di quanto concluso, questo Cda indica all’Assemblea Generale l’opportunità del definitivo spegnimento». Questa frase presente nella relazione letta dal presidente del Cosmari Sparvoli all’Assemblea dei Comuni mette fine a sedici anni di storia e di polemiche. Con la linea di incenerimento del Consorzio che è stata definitivamente spenta.

Un documento, approvato oggi dall’assemblea dei comuni soci non senza polemiche ma che alla fine vede tutti soddisfatti, per una decisione che era ampiamente nell’aria. Il primo ad esserlo è stato il sindaco di Macerata Romano Carancini. «E’ una giornata storica – ha dichiarato alla fine della lunga assemblea, perché grazie all’impegno di tutti i sindaci si chiude in via definitiva la linea di incenerimento. E’ la vittoria dei cittadini, del territorio, di tutti coloro che hanno a cuore l’ambiente. Dico grazie al sindaco di di Pollenza, che ci è stato a fianco nella nostra battaglia. Nel nostro programma c’era scritto che ci saremmo impegnati per la chiusura dell’inceneritore, e non vorrei dire che questa è una vittoria che vale un mandato. Un momento di grande soddisfazione», ha concluso, «e penso in particolare ai cittadini di Sforzacosta e di Casette Verdini».

L'intervento di Daniele Sparvoli. A sinistra, Giuseppe Giampaoli

L’intervento di Daniele Sparvoli. A sinistra, Giuseppe Giampaoli

Ma anche il presidente del Consorzio, Daniele Sparvoli, ha avuto di che essere rallegrato. Parlando di una giornata che in qualche modo ha rappresentato uno spartiacque tra passato e futuro e in cui ha incassato, insieme al Cda, il sostegno di buona parte dei sindaci della provincia. Il documento approvato riepilogava infatti i risultati ottenuti negli ultimi anni dal Consiglio di amministrazione che, dopo le pesanti dichiarazioni estive del sindaco maceratese Carancini e di quello pollentino Monti a seguito del superamento nel mese di luglio dei limiti di diossina, aveva dato la propria disponibilità a dimettersi. E’ arrivato invece un forte sostegno all’operato del Cda e quindi al respingimento pressoché unanime delle dimissioni.

Una giornata importante e una conclusione su cui tutti erano sostanzialmente già d’accordo proprio da quando l’Arpam, il sei di agosto, ebbe a rilevare il superamento dei limiti nelle emissioni di diossine e furani. Ovvio che si sono poi prodotti tutta una serie di eventi che hanno reso più facile, quasi inevitabile, la decisione di oggi. Ovvero la percezione ormai netta di un impianto considerato vecchio che in ogni caso avrebbe dovuto cessare l’attività di incenerimento una volta raggiunto l’80% di raccolta differenziata. Un livello non troppo superiore a quello attuale in una situazione che dovrebbe vedere, secondo la relazione del Cda, la discarica di Cingoli pronta entro l’anno. Poi i ripetuti fermi e le emissioni di diossina di questa estate hanno fatto il resto. Con la scelta di anticipare una fine in qualche modo già scritta.

Romano Carancini

Romano Carancini

E’ stato il direttore generale del Cosmari Giampaoli a descrivere tutti i passaggi che hanno portato alla decisione di spegnere. Una decisione che secondo il dg è dovuta «non per i risultati delle analisi ma per la pessima condizione dell’impianto». Una condizione grosso modo nota ma che, anche sulla base di indirizzi dell’assemblea, si pensava non potesse compromettere in modo così grave il funzionamento dell’inceneritore. Secondo Giampaoli insomma lo spegnimento è stato un atto dovuto e tecnicamente motivato.

Eppure durante l’assemblea non sono mancati i momenti di scontro e su tutto, come spesso accade, i piccoli giochi della politica sono in certi momenti riusciti a rendere difficile una decisione che non lo sarebbe stata affatto. Si è un po’ giocato a chi l’avesse detto prima. Se il Cda del Consmari, al quale va onestamente riconosciuto di essersi mosso con determinazione e celerità dopo gli ultimi problemi alla caldaia, procedendo oltretutto, anche in merito alla riaccensione, sul solco dettato dai comuni soci. Oppure l’aveva detto prima il Comune di Macerata quando, a seguito della recente ripartenza dell’impianto dopo quindici mesi di fermo, aveva approvato all’unanimità un ordine del giorno affinché “senza se e senza ma” l’inceneritore cessasse di operare.

E su tutto hanno pesato le dure polemiche di qualche settimana fa tra il sindaco Carancini e i vertici del Cosmari, sindaco attaccato spesso duramente durante l’assemblea dagli altri colleghi per i toni usati e per l’impressione di aver strumentalizzato una vicenda alla luce della trattativa Smea-Cosmari. Un’interpretazione che il sindaco di Macerata ha anche duramente rispedito ai mittenti, enfatizzando come la sua unica preoccupazione fosse per la salute dei cittadini. «Venite voi a vivere a Sforzacosta», ha detto ad esempio in merito ai cattivi odori, «e poi vedete di cosa parlo».

Giuseppe Pezzanesi, sindaco di Tolentino

Giuseppe Pezzanesi, sindaco di Tolentino

Al di là delle polemiche e delle lungaggini – polemiche e lungaggini che fanno anche intuire perché la fusione tra Fiat e Chrysler è avvenuta in tre mesi e l’affaire Smea-Cosmari dura da anni – il risultato è stato raggiunto. Con l’approvazione di un lungo documento che però qualche sindaco vota integralmente, qualche altro non ne vota un paragrafo, qualcuno – come i sindaci di Macerata e Pollenza – ne voteranno unicamente il passaggio in merito allo spegnimento dell’inceneritore. Il vicesindaco di Civitanova Giulio Silenzi, in merito al contenuto del documento, è stato fortemente critico con la politica cingolana che si oppose duramente all’apertura della nuova discarica. Così si è rifiutato di votare un passaggio della relazione che a suo parere non metteva in luce quanto «il populismo del comune di Cingoli ci è costato 3 milioni di euro».

Il documento approvato guarda anche al futuro e propone così «il superamento strategico della termovalorizzazione con l’avvio dell’impianto di digestione anaerobica.» Uno sguardo in avanti che alcuni sindaci, in primis Carancini, non hanno eccessivamente gradito. Anche perché il corposo documento ha affermato essergli stato consegnato «sette minuti prima dell’assemblea.» Il primo cittadino di Macerata avrebbe infatti preferito votare un diverso ordine del giorno che invita «il Cda del Cosmari a deliberare la disattivazione definitiva della linea di incenerimento e a studiare una possibile riconversione dell’impianto.» Alla fine, anche per via di molti sindaci che usciranno, non si avrà neppure il numero legale per votarne l’ammissibilità.

Luigi Monti, sindaco di Pollenza

Luigi Monti, sindaco di Pollenza

Un altro piccolo sgarbo a Macerata ma su Carancini può per una volta passare sopra.

«Questo impianto è fermo da luglio e i cittadini possono stare sicuri», aveva già detto il sindaco di Tolentino Giuseppe Pezzanesi prima della votazione, «e sono contrario alla ripartenza di questo impianto. Cosa diversa sarebbe con un impianto nuovo e moderno, ma oggi come oggi anche questa è una scelta che non avrebbe senso. Meglio spingere sulla differenziata, arrivare al 90% arrivando così ad abbassare le tariffe abbancando il restante 10% in discarica.» Per il momento però è possibile che i costi aumenteranno. Finché la nuova discarica di Cingoli non verrà aperta, parte dei rifiuti verranno ancora affidati alla discarica di Fermo. Il che potrebbe costare circa 140.000 euro al mese. Un costo, di fronte ad un impianto di termovalorizzazione obsoleto, che per qualche tempo tutti i sindaci si sono detti disposti a pagare. O meglio, a far pagare ai cittadini tramite la Tares o la tassa che sarà.

(Foto Cronache Maceratesi)
(ultimo aggiornamento ore 22.20)

 

 

 

 

L'intervento in assemblea del presidente del Cosmari, Daniele Sparvoli

L’intervento in assemblea del presidente del Cosmari, Daniele Sparvoli

 

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