Da sinistra Giuseppe Giampaoli e Daniele Sparvoli, rispettivamente direttore e presidente del Cosmari
di Filippo Ciccarelli
E’ possibile che nell’Italia della recessione, degli esodati e della disoccupazione si sprechi il cibo? Sì, e a dirlo è il Cosmari, consorzio che si occupa dello smaltimento dei rifiuti di tutta la provincia. Un osservatorio privilegiato, dove confluisce l’immondizia dei 57 comuni maceratesi: i rifiuti sono diminuiti rispetto agli anni pre crisi, a dimostrazione dell’aumentata coscienza collettiva riguardo al riutilizzo dei beni, ma anche dei consumi che si sono abbassati a causa della contrazione economica. Ma tra i cassoni e le celle del Cosmari finiscono tanti alimenti ancora commestibili: “Mi sono stupito nel confrontare la nostra situazione con quella di Svizzera e Germania, dove ho visitato alcuni impianti come il nostro insieme al Direttore Giampaoli – spiega Daniele Sparvoli, presidente del Cosmari – e in quei posti il pane non si butta e della buccia rimane solo la frutta. C’è chiaramente uno spreco di cibo, come in tutti i paesi occidentali o che comunque sperimentano il benessere, ma non ai nostri livelli: qui troviamo frutta e verdura ancora in buono stato, intere file di pane, uno spreco che abbiamo stimato essere pari a 600 euro l’anno per persona. Questo vuol dire che una famiglia media, di tre persone, butta nell’immondizia 1.800 euro di alimenti commestibili”. Oltre a questi c’è un alimento “invisibile”, come il latte, che viene sprecato in quantità industriali. Non c’è una stima precisa, perché il residuo che sarebbe ancora buono va a finire direttamente nelle fogne, ma “secondo gli studi il latte che viene buttato via rappresenta la principale fonte di spreco alimentare” dichiara Sparvoli. Complessivamente il 25-30% del cibo che viene buttato nella pattumiera è ancora commestibile: uno spreco difficile da tollerare.
IL CONVEGNO – Proprio per sensibilizzare cittadini e amministratori, il Cosmari ha organizzato un incontro, previsto per il prossimo 10 maggio alle ore 10, per invitare i Comuni ad aderire alla rete di Enti territoriali a spreco zero. Come questo sia possibile lo spiegherà Andrea Segrè, professore di Politica Agraria Internazionale e Comparata all’Università di Bologna, nonché presidente dello spin-off accademico Last Minute Market e del Centro Agroalimentare di Bologna. Insieme a lui interverranno il vicepresidente di Legambiente Italia, Stefano Ciafani, il responsabile Slow Food Italia del programma per la lotta agli sprechi alimentari Francesco Mele e Mattia Fontanella, responsabile sviluppo e innovazioni attività sociali della Cop Adriatica. I lavori saranno introdotti da Sparvoli e dal Presidente della Provincia Antonio Pettinari.
L’INCENERITORE – Inevitabile che si parlasse anche dell’incenerimento dei rifiuti, dopo la riaccensione del camino che ha fatto infuriare cittadini e comitati (leggi l’articolo), ma che ha creato anche un bailamme nella sala consiliare del Comune di Macerata (leggi l’articolo). “Abbiamo chiesto gli atti di quel Consiglio comunale – rivela Sparvoli – non possiamo più tollerare che si faccia allarmismo e terrorismo sul Cosmari. L’inceneritore è sicuro, lo dicono le analisi, lo dice l’Arpam, lo dice l’Asur: l’Arpam ha scavato 20 centimetri in profondità per vedere se si fosse depositata diossina nel terreno, non è stato trovato nulla. Dopo lo sforamento di febbraio siamo stati i primi a fermarci, proprio perché abbiamo dei sistemi di controllo efficienti, ed abbiamo investito su tecnologie ancora più raffinate per rendere sicuro il termovalorizzatore”.
Il Cosmari ha infatti montato delle nuove maniche filtranti ed ha implementato i controlli di sicurezza: prima il rilevamento della diossina veniva effettuato una volta ogni quattro mesi, mentre ora le verifiche saranno effettuate con cadenza mensile. Ma Sparvoli risponde con fermezza anche a Garufi – pur senza citarlo direttamente – che nel corso dell’ultimo Consiglio comunale aveva sparato a zero sul Cosmari: “Qui non esistono tumori e non esiste diossina. Esistono invece amministratori che sono agitatori. Ho letto su Cronache Maceratesi che un consigliere ha parlato di illegalità e di atti opachi e misteriosi in riferimento alla nostra realtà: noi siamo un’eccellenza a livello italiano e questi personaggi dovranno rendere conto ai cittadini di quello che dicono. Non si possono lanciare attacchi generici parlando di cose oscure, abbiamo chiesto gli atti di quel Consiglio comunale per valutare come intervenire e tutelarci legalmente, tra l’altro l’inceneritore consente un risparmio di 150 mila euro al mese”. Il Presidente del Cosmari rifila una stoccata anche all’Assessore all’ambiente al Comune di Macerata Enzo Valentini: “Come fa a dire che non comunichiamo, che non informiamo? La mattina della riaccensione ho chiamato anche Gismondi dell’Associazione Nuova Salvambiente, qui loro sono di casa e sanno quanto siamo trasparenti”.
SE L’HOTEL HOUSE BATTE MACERATA – Il problema dell’inceneritore verrà affrontato già domani, quando una delegazione dei comitati – che hanno annunciata una manifestazione di protesta – sarà ricevuta alle ore 10 proprio al Cosmari. Sparvoli conferma l’intenzione di spegnere il camino una volta che sarà aperta la discarica provinciale di Cingoli e che il livello di raccolta differenziata arriverà all’80%; il traguardo non sembra lontano, visti i dati, forniti proprio dalla direzione del Consorzio (la provincia è al 71% di raccolta). Macerata però è decisamente sotto la media; il capoluogo, secondo i dati forniti dalla Smea, nel 2012 è arrivato solo al 48.9% di raccolta differenziata. Macerata è ben dietro anche all’Hotel House, il famigerato condominio di Porto Recanati abitato da circa 2 mila persone e spesso noto per fatti di cronaca nera, dove il sistema di raccolta dei rifiuti gestito dal Cosmari ha permesso di arrivare al 65% della differenziata.
COSMARI SECONDO IN EUROPA – Sarà inaugurata a giorni, forse già entro la fine di maggio, una nuova macchina selezionatrice per la plastica, che consentirà al Cosmari di aumentare di molto il valore del materiale riciclato. Il macchinario a lettura ottica, che ha un doppio nastro per il trasporto dei rifiuti,seleziona la plastica per colore e tipologia: il Cosmari è il secondo stabilimento in Europa ad usare questa tecnologia.
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Il 10 maggio andiamo tutti alla conferenza, con dati alla mano sugli inceneritori e sui relatori, andiamo a a fare domande, vediamo cosa ci risponderanno.
Non c’entra niente la grande distribuzione e il suo modo di proporre le merci vero? Ti serve una carota, ne devi comprare un pacco, una mela ne devi prendere un sacchetto, per carità uno potrebbe anche andare dal fruttivendolo ma rimane sempre il fatto che ci sono delle confezioni studiate apposta per lo spreco.
Gli sprechi ci sono, ma non solo nelle famiglie, bensì anche nei negozi (prodotti invenduti) da una parte, nelle mense, negli ospedali, nei ristoranti (prodotti non mangiati), dall’altra.
è necessario comprare meno e comprare meglio.
Bisogna tornare all’antico e poter acquistare prodotti sfusi, oggi abbiamo tutto confezionato con sprechi enormi di materiali plastici.
Abbandoniamo i supermercati cementificatori del territorio che crescendo come funghi e che ci obbligano ad acquistare prodotti confezionati con merci di provenienza sconosciuta.
Impariamo a richiedere al negoziante di fiducia prodotti a filiera corta, impariamo a non strafogarci di cibo che oltretutto fa male alla salute.
se i cittadini sprecano 600 euro di cibo l’anno mi sapreste dire quanti milioni di euro butta via il comune per le opere non finite e soprattutto quando chiamate gli ingegneri privati che li pagate profumatamente nonostate cè l’ingegnere del comune che invece è li per comparsa!!
Sono convinto che gli sprechi alimentari riportati nell’aritcolo sono veri e reali e in merito vorrei segnalare un articolo del settimanale SETTE del Corriere della Sera, pubblicato in occasione della “Giornata della Terra. Riporto fedelemente: “…nei paesi industrializzati un terzo del cibo viene buttato via, negli USA, ogni giorno finisce nelle pattumiere frutta e verdura per 3.300 tonnellate, Londra, in 24 ore,getta una quantità di alimenti che riempirebbe 12.000 autobus a due piani e le famiglie inglesi scartano cibo ogni anno per un valore di 14 miliardi di Euro, oltre il 70% è costituio da frutta e verdura. Per le banane proveniente dall’Ecuador (maggiore produttore mondiale) solo il 50% finiesce nelle nostre pance, in India ogni giorno vengono lasciate marcire 150 tonnellate di cibo”. In Italia e nel maceratese non siamo da meno, se guardiamo nei bidoni di raccolta (come penso abbia fatto la Cosmari) troviamo pane in quantità industriale e altri alimenti, personalmente ho più volte visto persone gettare nella spazzatura sacchetti ripieni di pane, perchè il pane del giorno precedente è “indigesto”. Dopo le festività natalizie non è raro trovare panettoni, pandoro e prodotti similari. Bene ha fatto la Consmari a promuovere il convegno annunciato ma penso che queste iniziative, oltre ad essere pubblicizzate, dovrebbero svolgersi sulla piazza di ogni città e paese per cercare di sensibilizzare il “CITTADINO CONSUMATORE”.
Nulla da dire sui commenti. Sono d’accordo.
Cittadini maceratesi spreconi, provate ad immaginare quanti convegni con esperti di fama internazionale riuscirebbe ad organizzare il COSMARI con tutti quei 600 euro di cibo ancora commestibile che ognuno di voi butta via ogni anno, e poi vi lamentate per le diossine e non vi fidate dei controlli della Provincia!
600 euro di mortadella? Ammazza che spreco………