Sfiducia piena al Cosmari

MACERATA - Consiglio Comunale unito sulla chiusura dell'inceneritore. Garufi invoca la magistratura e parla di “illegalità, atti opachi e misteriosi”. Approvati l'OdG sulla Sanità e la proposta di Tartabini di sospendere i premi APM. Mentre si va a casa spunta la solita urbanistica. Guzzini ottiene la discussione e l'approvazione della variante di Villa Potenza

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Romano_Carancini

Il sindaco Romano Carancini

di Marco Ricci

Se la Nasa avesse gli stessi tempi del Consiglio Comunale l’equipaggio dell’Apollo 11 non sarebbe mai approdato sulla Luna ma sarebbe ancora sulla rampa di lancio. Se è vero come è vero che ci sono volute ben più di due ore per votare quasi all’unanimità un Ordine del Giorno su cui tutti – tranne il Consigliere Tacconi – erano nel merito sostanzialmente d’accordo. Tra mozioni d’ordine, richieste di sospensioni di cinque minuti, votazioni sulle richieste di sospensioni di cinque minuti, interventi fiume, ha rischiato di naufragare il vero messaggio politico lanciato ieri dalla politica cittadina. Che del bruciatore del Cosmari non se ne può più. E che del Consmari non ci si fida più.

Ivano_Tacconi

Ivano Tacconi, capogruppo Udc

L’ordine del giorno che ha stravolto il calendario di un Consiglio Comunale il cui pezzo forte doveva essere il risanamento di un vecchio carrozzone quale il CE.MA.CO è stato presentanto con carattere di urgenza dal Consigliere Marco Menchi del PD, abitante di Sforzacosta che assieme a tutti gli altri abitanti di Sforzacosta ha scoperto ieri che il camino del Consmari stava di nuovo fumando (LEGGI L’ARTICOLO). Fatto reputato gravissimo dal Consigliere Menchi che ha lamentato come i cittadini – ma a questo punto l’intera Amministrazione – non siano stati informati non solo della riaccensione dell’impianto ma neppure di quali interventi siano stati effettuati per superare le 34 difformità rilevate qualche mese fa dalla Conferenza dei Servizi e quelli resisi necessari dopo la fuoriuscita di diossina. Lo stesso Assessore all’Ambiente Valentini nel suo intervento è stato costretto ad usare il condizionale: “Dovrebbe essere stato sistemato tutto e dovrebbe esserci stata una nuova determina della Provincia. Dico dovrebbe perché noi non siamo stati informati né dal Consmari né dalla Provincia, due figure che non tengono alcun rapporto con i cittadini. E’ un passaggio grave”, ha aggiunto, “e l’Amministrazione condivide l’Ordine del Giorno presentato”. Ricordiamo per inciso che l’impianto era stato spento non per una passata di vernice sul camino ma appunto per un rilascio di diossine. Come c’è da ricordare che l’Autorizzazione Integrale Ambientale, seppur non necessaria al funzionamento del bruciatore, non è stata ancora rilasciata.

Guido_Garufi

Guido Garufi durante il Consiglio comunale di ieri sera

Durissimi con il Consmari praticamente tutti i consiglieri intervenuti. Guido Garufi del Centro Democratico ha parlato di “un’autonomia medievale sganciata da ogni controllo istituzionale” richiamando nel suo intervento l’azione della magistratura. “Illegalità, atti opachi e misteriosi, trasferimento della spazzatura dal Cosmari alla discarica di Fermo allo stesso costo del trasferimento dei rifiuti da Napoli alla Germania“, queste le parole usate prima di rivolgere un accorato appello all’intero Consiglio spronandolo ad affrontare “quello che tutti sanno, quello che anche io so. Qui nessuno è fesso, non si possono sapere le cose dai chiacchiericci nei bar.” Anche l’opposizione ha appoggiato e ringraziato Marco Menchi per l’Ordine del Giorno presentato. Debora Pantana del PDL, condividendo le preoccupazioni delle famiglie di Sforzacosta, ha stimolato il Sindaco a dare una risposta e a sollecitare il Presidente della Provincia Pettinari. Sindaco Carancini che ha invitato all’urgenza di unità del Consiglio “perché all’interno del Cosmari le nostre divisioni non vengano strumentalizzate”. Poi nella discussione ci si perde un po’ su chi la richiesta di spegnimento dell’impianto di combustione l’avesse avanzata prima. Se la maggioranza che aveva inserito il punto nel suo programma o chi, come Anna Menghi, certe cose le diceva da sempre. “Quell’impianto prima che venisse acceso non ha mai avuto un collaudo tecnico-amministrativo e immediatamente dopo subì il crollo del camino.” Unica voce fuori dal coro quella di Ivano Tacconi. Il Consigliere UDC, contrario allo spegnimento, ha chiesto alle forze politiche responsabilità e “l’individuazione di soluzioni tecnologicamente avanzate”, rimarcando l’impatto economico e lavorativo della questione.

L'inceneritore del Comsari (nel riquadro il sindaco Carancini)

L’inceneritore del Comsari (nel riquadro il sindaco Carancini)

Alla fine restano due emendamenti. Uno netto e conciso del Consigliere Conti, un secondo più sfumato e tecnico dell’Amministrazione che invita a perseguire la strada già indicviduata all’interno del Cosmari per arrivare alla cessazione della combustione. Dopo una lunga discussione in cui il Consigliere Ballesi si dice “perplesso che il Sindaco non voglia appoggiare l’emendamento Conti che mette nero su bianco l’obiettivo finale”, sia il Sindaco che l’intero Consiglio Comunale – ad eccezione come detto di Tacconi – appoggeranno la posizione senza se e senza ma. L’impianto deve essere spento senza inganni e giri di parole. Una posizione condivisa che segna un punto forte di discontinuità rispetto al passato e un’unità raramente verificatasi in Consiglio. L’arroganza nel far tutto di nascosto del Cosmari ha avuto dunque almeno un merito. E nulla, a questo punto, può più essere come prima.

Pierpaolo_Tartabini

Pierpaolo Tartabini

In precedenza all’unanimità era stato approvato anche l’Ordine del Giorno riguardante il riordino della Sanità, frutto non solo di una discussione tra le forze politiche ma anche del confronto con i sindacati e i rappresentanti degli operatori avvenuto durante il Consiglio Comunale aperto svoltosi pochi giorni fa all’Ospedale (LEGGI L’ARTICOLO). Il tentativo è quello di governare la riforma e una fiducia non proprio piena sia nell’operato dell’Asur che della Regione Marche. Le criticità nel piano ci sono e non possono essere dimenticate. In particolare per quello che riguarda i tempi e le modalità di attuazione del piano, aspetti cruciali perché una buona soluzione da approvare in fretta – anche per i ritardi colpevoli della Regione che è arrivata all’ultimo minuto – non vada a trasformarsi in una catastrofe. Viva preoccupazione desta infatti l’ancora nebulosa definizione di “Casa della Salute”, quella tipologia di struttura che sostituendo i vecchi ospedali dovrebbe essere il punto di riferimento primario per i cittadini della provincia e che, secondo la Regione, dovrebbe evitare il sovraccarico e quindi il collasso dell’Ospedale di Macerata. I Consiglieri hanno prodotto un documento che chiede alla Regione di ragionare nel metodo e nel merito dell’applicazione della riforma. In particolare, per quello che riguarda Macerata, si chiedono tempi certi per la ristrutturazione del Pronto Soccorso, per il completamento del servizio di emodinamica e radiologia interventistica, oltre a un piano di interventi volti al potenziamento delle Unità Operative.

Ieri si era tutti particolarmente buoni. Così un’altra unanimità si è raggiunta sull’altro Ordine del Giorno proposto da Pierpaolo Tartabini. Il Consigliere di SEL, a margine di un adeguamento formale dello Statuto dell’APM, ha chiesto di non concedere per i prossimi tre anni, ovvero fino alla scadenza dell’attuale CdA, i premi di produzione sia ai dirigenti apicali che ai membri del CdA stesso, rilevando inoltre come tali premi non rispondano a criteri di trasparenza non essendo dovuta la loro pubblicazione. L’assessore Blunno, pur ricordando l’esiguità dei premi accordati lo scorso anno a fronte del notevole fatturato della partecipata, ha recepito positivamente l’invito, sottolineando anch’egli come sia richiesto a tutti un atteggiamento di risparmio e modigeratezza a fronte della crisi economica e sociale.

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Gli assessori Pantanetti e Blunno

Quando si era poi già con la sigaretta in bocca, dopo quattro ore di Consiglio, ecco anche questa volta l’urbanistica che non ti aspetti. Ma a differenza del solito l’invito a discutere la delibera che sblocca i lavori di Villa Potenza arriva da parte del Consigliere del PDL Marco Guzzini che, dopo l’approvazione, si dirà sinceramente soddisfatto di essere riuscito ad anticipare “quello che la frazione aspettava da tanto tempo”. Meno soddisfatto il Sindaco. Anzi, piuttosto contrariato visto che avrebbe preferito discutere del Cemaco. Carancini ha dovuto però subire per l’ennesima volta il volere di buona parte della sua maggioranza con in testa il PD. E così, in quattro e quattr’otto, la delibera viene approvata. Un comportamento stigmatizzato da Tartabini di SEL che per protesta non parteciparà alla votazione. “Sono stanco di veder trattate le questioni urbanistiche sempre all’ultimo minuto senza alcuna possibilità di discussione e senza entrare nel merito”, ha detto uscendo dall’Aula, ricordando inoltre come un analogo comportamento fu tenuto dalla maggioranza anche poche settimane fa a proposito di un SUAP. Come dire, dopo tre unanimità, un attimo prima dell’aperitivo, si torna tutti sulla Terra.

(Foto di Lucrezia Benfatto)

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Marco Guzzini e Riccardo Sacchi del Pdl

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Andrea Netti (Pd)

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Romoli e Carelli (Pd)

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Deborah Pantana (Pdl)

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Il vice-sindaco Federica Curzi

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L’assessore Stefania Monteverde

Mari_Carancini_Curzi



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