di Federica Nardi
Katiuscia Cassetta, 48 anni, è la nuova assessora alla cultura e all’istruzione. È stata fino a poco fa nel consiglio d’amministrazione della scuola San Giuseppe e fondatrice dell’associazione Amici di palazzo Buonaccorsi. Ha tre figli, è di Sant’Elpidio a Mare e vive a Macerata da 23 anni. Alla fiducia riposta in lei dal sindaco Sandro Parcaroli, che lei ha appoggiato candidandosi nella sua lista civica, risponde con l’entusiasmo di una prima esperienza politica e la voglia di portare nei contenitori culturali della città il meglio della proposta culturale locale, nazionale e internazionale. Sulle scuole il primo punto è aiutare le presidi per l’emergenza Covid e poi scoprire se si può riportare un istituto in centro storico: «In questo momento non posso dire quali, dove e come. Ma il centro è stato penalizzato quindi mi auguro che una soluzione si possa trovare».
L’avventura della Giunta è iniziato da palazzo Buonaccorsi, un’immagine forte per lei che è assessora alla cultura ed è stata fondatrice dell’associazione Amici di palazzo Buonaccorsi. Quali sono le sue idee per il sistema museale di Macerata?
«Eccetto chi aveva già fatto un percorso politico precedente, noi stiamo cercando di recuperare maggiori informazioni per ogni ambito. Abbiamo delle idee da poter applicare e un programma da realizzare. Ma la cosa principale è capire le reali potenzialità di ogni contenitore e gli impegni presi fino a ora. Ho chiesto agli uffici quali convenzioni sono in scadenza, quali impegni sono stati presi dalla vecchia amministrazione con le attività culturali, che ovviamente non possono essere azzerate tutte. Stiamo valutando e alcune cose dovranno cambiare».
Come l’affidamento a Sistema museo?
«È una situazione su cui non posso esprimermi perché devo leggere il contratto. Dobbiamo valutare. Sinceramente so che è un vincolo importante. L’amministrazione precedente si è impegnata in modo un po’ troppo sbilanciato forse. L’idea è di recuperare una maggiore autonomia nella programmazione e gestione dei beni culturali della città. Dovrebbero essere contenitori anche fonte di ricchezza, collegandoli all’aspetto turistico. Secondo me la cultura non deve vivere di finanziamenti solo pubblici ma coinvolgere anche sponsor privati e soprattutto produrre cultura e attività che possano rendere. È un progetto ambizioso ma portando nomi importanti, realizzando cataloghi, con una comunicazione adeguata e un sistema integrato alla comunicazione della città, secondo noi si può lavorare molto anche come attività culturale e produttiva oltre all’aspetto formativo. Soprattutto con l’Università, l’Accademia, l’associazione Sferisterio».
La delega al turismo (oltre ai festival) però è di Riccardo Sacchi, si prospetta un lavoro simbiotico tra assessorati.
«Sicuramente. È giusto che si ragioni con più teste e più competenze ed energie. Dare tutto alla stessa persona diventa complicato da gestire. Ci sono molte decisioni da prendere e molte persone con cui relazionarsi. Le decisioni più importanti vanno prese dalla Giunta. Credo proprio che dovremo lavorare tutti quanti insieme».
Lei ha ancora un ruolo dell’associazione Amici del Buonaccorsi?
«Sono stata segretario, tra le fondatrici e ora mi sono dimessa. Sarà trattata come tutte le altre associazioni. Come mi sono anche dimessa, in precedenza, da vice presidente del consiglio di amministrazione della scuola San Giuseppe”.
Si è parlato molto a Macerata di una cultura “elitaria”. Per lei da dove parte la cultura?
«Per me la cultura deve ripartire dal basso e dai bambini. Da lì poi crescono delle sensibilità. Come mi era già stato permesso durante la campagna elettorale di organizzare l’evento con i bambini su come sognavano la città. Credo che debbano avere l’opportunità di potersi esprimere. Quello potrebbe essere un primo gradino. In connessione con importanti centri italiani di ricerca e professionisti, partire da quel punto per strutturare e creare una sensibilità nuova. Così come per Nati per leggere: se avvicini un bambino alla lettura troverai i risultati in futuro. È un investimento lungo. Lavorerò su più piani e su questo mi concentrerò. In collaborazione con scuole, associazioni. Ci sono tanti progetti che sto studiando da tempo, buone pratiche nazionali. Poi sarà importante riempire il contenitore di palazzo Buonaccorsi che ha già tantissimo di suo, andare a riscoprire le collezioni che ci sono e sono nei magazzini. Proporre mostre di alto livello. Per il Buonaccorsi non c’è stato mai un catalogo. Ci sono anche tante realtà importanti qui. Il premio Pannaggi ad esempio, che organizziamo con l’associazione, è nato proprio per valorizzare gli artisti del territorio perché non ci sono più tanti spazi per esporre. Vanno valorizzate tutte le energie che ci sono. Dai più giovani, l’arte moderna e antica. Ci sono tante cose che purtroppo mancano. L’idea è di fare un programma almeno annuale, con una visione lunga e non andare a spot tamponando l’emergenza. Poi l’ambizione è fare un programma pluriennale. Ho già delle idee per Natale anche in vista di rivitalizzare il centro e le frazioni. Il progetto culturale deve essere sempre accompagnato dal progetto commerciale. Penso che il sindaco mi abbia scelto perché ci tiene all’aspetto culturale e sa che può essere un volano molto importante per la crescita della città oltre a quello turistico”.
Macerata ha delocalizzato due scuole medie dopo il terremoto e le ha ricostruite una accanto all’altra alle Casermette.
«Il convitto via dal centro storico come questione va analizzata. Una scuola in centro storico è necessaria. Non può esserci solo la paritaria San Giuseppe. Uno degli obiettivi è portare una scuola in centro. Sia per la questione dello stabile, sia per il servizio che offre alla comunità. Ma bisognerà capire come poter fare. Mercoledì incontro le presidi. C’è l’emergenza Covid che credo le metta tutte in allarme. Abbiamo il problema del pre scuola, di qualche mensa e palestra. Vediamo come possiamo aiutarle immediatamente. E poi con loro fare un discorso più ampio di programmazione. In questo momento non posso dire quali, dove e come. Ma il centro è stato penalizzato quindi mi auguro che una soluzione si possa trovare».
Parcaroli punta molto su una scuola di alta formazione in città, anche in collaborazione con l’Università.
«C’è un buon trend di iscrizione a Unimc. La ricchezza dell’ateneo è il potenziale di conoscenze che dobbiamo mettere in rete e collaborare. Contatti nazionali e internazionali, convegni che si potrebbero organizzare. Questa è una città universitaria da secoli quindi abbiamo conoscenze molto importanti, che non possono essere scollate dall’amministrazione».
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Buon lavoro !!!
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Noto un interessante fermento fra i vari Assessori della neonata giunta Parcaroli.
È un evidente segno e
desiderio di destarsi dopo 10 anni di sonno generale, questa situazione ci aiuta a riprendere fiducia nelle istituzioni e dare anche, con maggior slancio, il nostro apporto magari solo di appoggio morale e anche questo aiuta e crea empatia fra popolazione e istituzioni, ovvero ciò che non esisteva più per i motivi che ben sono noti e che è meglio dimenticare!