Stefano Parcaroli, l’asso nella manica:
«Due mesi intensi con Sandro,
ha voluto fare il sindaco a tutti i costi»

INTERVISTA - Il figlio è stato anche il primo consigliere durante la campagna elettorale: «Arrivavamo alle 20 distrutti, io rientravo a casa mentre lui continuava con comizi o riunioni fino alle 2 di notte». Adesso ha preso le redini della Med Store. Sulla scelta del papà di candidarsi: «Tutti in famiglia gli avevamo detto: "Chi te lo fa fare"». Sul largo successo ottenuto al primo turno: «Non lo avremmo mai immaginato, sorprendente anche il risultato della nostra civica». Sul futuro di Macerata: «Vedo già grande entusiasmo da parte di imprenditori di altre città, c'è anche chi pensa di aprire una discoteca». E intanto il figlio Samuele guarda lontano

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Stefano Parcaroli, amministratore delegato di Med Store

 

di Matteo Zallocco

Lui non era ancora nato quando suo padre, nel 1982, creò nel garage di casa a Camerino la Med Computer. E neanche quando due anni dopo Sandro Parcaroli aprì il primo negozio in via Mozzi, a Macerata. Per vendere un prodotto che all’epoca quasi nessuno conosceva: la Apple. Da bambino Stefano è cresciuto nel negozio di piazza Garibaldi: «Ero sempre lì dentro, volevo fare il commerciante e a sei anni organizzavo mercatini per vendere oggetti – racconta sorridendo -. Ho bei ricordi di quando mio padre lavorava in piazza Garibaldi e poi in via dei Velini. Volevo essere sempre lì con lui».

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Il piccolo Stefano nel negozio Med in piazza Garibaldi, a Macerata

Un po’ come oggi. Perché Stefano Parcaroli da inizio luglio ha vissuto la campagna elettorale fianco a fianco al padre. E’ stato lui il primo consigliere del nuovo sindaco di Macerata che martedì ha sorpreso tutti con una vittoria schiacciante al primo turno. «In realtà ho fatto fatica a stare dietro a Sandro (Stefano chiama il padre sempre per nome, ndr), tutte le mattine alle 8 è stato il primo ad arrivare in Med per aprire l’azienda prima di iniziare la sua giornata politica. Arrivavamo alle 20 distrutti, io rientravo a casa dalla mia famiglia mentre Sandro continuava con comizi o riunioni fino alle 2 di notte. E’ stato trascinato da un’energia fuori dal comune, mosso da tanta adrenalina e da un entusiasmo incredibile per poter diventare sindaco». 

Trentacinque anni, sposato con Laura Mirabella e padre di Samuele (quattro anni), Stefano Parcaroli ha vissuto quasi sempre a Macerata: asilo ed elementari in via Panfilo, medie alla Dante Alighieri, liceo Scientifico Galilei, prima di trasferirsi qualche anno a Bologna per laurearsi in Ingegneria informatica. Da venerdì è il nuovo amministratore delegato della Med Store. Azienda cresciuta in maniera esponenziale dal 1992, anno del trasferimento a Piediripa, dove tutt’ora si trova la nuova sede.

«Sandro lo aveva detto a metà luglio in un’intervista su Cronache Maceratesi: “Io mi dedicherò a Macerata al 100% e mio figlio Stefano guiderà l’azienda”. Lui da quando ha iniziato a parlare con la gente era sicuro di vincere. Venerdì si è tenuto il cda in Med e abbiamo firmato tutte le carte per la mia nomina di amministratore delegato. Mia madre Emanuela resta come presidente del consiglio di amministrazione, una delega di garanzia. Anche mia sorella Lucia, cinque anni più piccola di me, lavora con noi come responsabile amministrativo. Io ero già amministratore delegato della Med Innovations, l’azienda di ricerca e sviluppo software. Ora dovrò guidare un’azienda che fattura 130 milioni di euro e ha 200 dipendenti, è una grande responsabilità perché non ci sarà più Sandro al mio fianco. In questi anni ci siamo sempre mossi insieme. Lui conserva le sue quote societarie ma non avrà più ruoli operativi. Ormai si è fissato (altra risata, ndr): dalla mattina alla sera penserà solo a Macerata per fare del suo meglio». 

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Stefano e Sandro Parcaroli

E’ vero che la vostra famiglia aveva sempre sconsigliato la candidatura a sindaco?

«Sì, umanamente parlando gli abbiamo detto “Ma chi te lo fa fare. Perché non ti godi la vita?”. Ma la sua filosofia è sempre stata quella di rimettersi in gioco. Poteva allentare già nel 2005 quando vendemmo una delle aziende che si occupava dello sviluppo software per gli ospedali, incassando una bella somma che gli avrebbe permesso di rilassarsi e godersi la vita. Invece ha rinvestito tutto in Med Store. Ah, a proposito: la voce che gira sulle quote Apple in nostro possesso è una bufala, magari le avessimo avute». 

Lei come ha vissuto questa campagna elettorale? 

«Sono stato quotidianamente al fianco di Sandro come figlio, per non lasciarlo solo come eravamo abituati in Med. E’ stata un’avventura nuova per entrambi, completamente diversa da quello che avevamo fatto finora ma che abbiamo voluto affrontare con il nostro solito modus operandi che è quello di metterci anima e corpo per aspirare al massimo. E’ stata una campagna elettorale molto corta e di conseguenza molto intensa. Abbiamo avuto solo due mesi di tempo per fare tutto ciò che altri hanno costruito in anni. Abbiamo approfondito tematiche che non conoscevamo, siamo venuti in contatto con tante persone, associazioni, società».

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Stefano con la moglie Laura allo Sferisterio

Vere Italie, il suo ristorante in centro, in questi mesi è stato il quartier generale di tutto il centrodestra.

«Il ristorante è un altro impegno. Ma avere uno spazio all’aperto dove poter tenere conferenze in questo periodo ci ha aiutati. E’ un momento particolare: il covid, la campagna elettorale estiva e a Macerata non è facile trovare luoghi pubblici dove poter fare qualcosa».

Si aspettava questo risultato?

«Sulla vittoria ci credevo, anche per il lavoro certosino che abbiamo fatto. Ma fino a lunedì non pensavo si potesse vincere al primo turno, tanto meno con un gap di 20 punti dal centrosinistra. Non avremmo mai immaginato questa risposta da parte dei maceratesi, accorsi alle urne con una grande sete di cambiamento. Sandro in mezzo alla gente è sempre stato a suo agio: ha girato tutti i quartieri e ovunque ha trovato un pubblico caloroso e numeroso, a differenza degli avversari».

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Sandro Parcaroli con il piccolo Stefano

Da registrare l’exploit della neonata lista civica che ha ottenuto oltre il 9%. Quella è una sua creatura…

«L’abbiamo creata a metà luglio insieme a Sandro, Gianluca Micucci Cecchi e Silvano Iommi ma tutti gli altri candidati hanno partecipato mettendoci molto del loro. Il nostro obiettivo era il 6%, superare il 9 era inimmaginabile. Duemila preferenze, sommate alle mille ottenute in più dal candidato sindaco, fanno il 15%: significa che la civica di Parcaroli da sola ha tirato più del Pd ed è la seconda forza politica, poco dietro alla Lega. Significa che dovremmo continuare a portare avanti anche questo progetto: ora abbiamo 4 consiglieri comunali e credo due assessori, oltre al sindaco».

Cos’è mancato secondo lei all’amministrazione precedente guidata da Carancini?

«Hanno avuto una grande pecca: non avere mai un progetto a lungo termine per la città. E’ mancata una visione per raggiungere obiettivi passo dopo passo».

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Campagna elettorale fianco al fianco

E qual è la visione di Sandro Parcaroli?

«Lui ha un programma solido e ogni passo che farà sarà volto a ottenere un preciso obiettivo finale: aumentare la vivibilità e il lavoro, restituire attrattività a Macerata per far restare i giovani e le famiglie e attrarne di nuovi. Far tornare Macerata a recitare il ruolo di vero capoluogo. E vedo già grande entusiasmo da parte di imprenditori di altre città che hanno detto a Sandro: “Ora che ci sei tu iniziamo a pensare di investire a Macerata”».

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Con la Apple fin da bambino

Qualche esempio?

«Ad Iginio Straffi della Rainbow abbiamo sottoposto il progetto della scuola di alta formazione da far nascere a Macerata. Vogliamo rivitalizzare Valleverde facendone il luogo della creatività. E un imprenditore della costa che lavora in diverse zone della regione sta valutando di aprire una discoteca a Macerata. Serve anche un nuovo locale per far restare i giovani in città e il sindaco deve essere un promotore, il primo pubblicitario di Macerata».

E’ pensabile un suo futuro in politica?

«Il mio futuro è legato all’azienda. Se Sandro dedicherà il 100% a Macerata io farò altrettanto con la Med». Poi Stefano si mette a ridere: «Lo sai cosa mi ha detto mio figlio di 4 anni ieri, appena sono tornato da Praga? “Papà quando sarò grande guiderò io l’azienda e tu farai il sindaco”».

 

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Sandro Parcaroli mercoledì scorso ha brindato alla vittoria salutando i dipendenti della Med

 

«Mio figlio Stefano alla guida di Med, io mi dedicherò a Macerata Non può continuare a volare basso»

Sandro Parcaroli, il sognatore Modello politico? Steve Jobs

 

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