David Miliozzi
Macerata Insieme tira le fila del risultato elettorale, preparandosi a una stagione in opposizione. A commentare sono David Miliozzi, capolista nonché risultato il terzo candidato consigliere più votato in assoluto nella competizione per le comunali, Massimiliano Bianchini, “regista” della lista anche nella sua veste regionale (RinasciMarche) e infine Matteo Moretti, imprenditore 35enne alla sua prima esperienza politica, che oggi ha fatto una lunga disamina sul dato elettorale e sul futuro del centrosinistra a Macerata.
«Complimenti al sindaco Sandro Parcaroli, un successo personale importante e chiaro, che siamo sicuri gli permetterà di fare un buon lavoro in questi anni – dice Miliozzi -. Noi saremo all’opposizione, con i nostri progetti per la città, convinti che il bene di Macerata non abbia un colore politico. Il rilancio del nostro territorio passa per la qualità dei contenuti proposti, ne abbiamo tanti, e siamo pronti a un confronto positivo con il nuovo sindaco. Faremo un’opposizione costruttiva e corretta, sempre vigile e pronta alla proposta. Macerata sia la città dove amerai vivere e lavorare, come recitava uno slogan del neoeletto sindaco, lotteremo affinché sia veramente così e che lo sia a prescindere dalle ideologie politiche, dall’orientamento sessuale e dal credo religioso.
Massimiliano Bianchini e David Miliozzi durante la campagna elettorale per le comunali
Massimiliano Bianchini sottolinea che «la sconfitta ha origini in questi anni di amministrazione, difficoltà che si sono evidenziate con la nuova proposta di coalizione. Da anni dicevamo che fare una continuazione era una grave errore, e nonostante Ricotta sia un ottimo amministratore, il problema politico era evidente, questo bisogno di discontinuità era molto forte ed era già emerso alle primarie, con il sorprendente risultato di David Miliozzi. Nella catastrofe generale di queste elezioni per il centrosinistra, crediamo sia giusto evidenziare che David Miliozzi, con la sua civica Macerata Insieme, sia stato il candidato più votato dell’intera coalizione di centrosinistra con 265 preferenze. La sua vittoria personale è un dato eccezionale».
La lista Macerata Insieme «ringrazia tutti i suoi elettori, rivendica una bella campagna elettorale fatta sui contenuti, senza mai denigrare gli avversari. Hanno fatto un bel risultato altri candidati della lista e ci piace sottolineare che dopo Miliozzi le più votate sono state due donne, Laura Copparoni e Paola Calamita, entrambe alla loro prima esperienza politica».
Matteo Moretti
Tra i candidati alla prima esperienza politica anche Matteo Moretti, che oggi ricorda che il suo impegno politico è iniziato il «20 agosto 2020. Prima ne sono sempre rimasto fuori. Una “critica” che ho spesso sentito, da più parti, è stata questa: “Ma come fai ad appoggiare il Pd?”, “Perchè ti candidi nel centrosinistra?”. Vorrei fare un po’ di chiarezza – dice Moretti -. Innanzitutto precisiamo che mi sono candidato con una lista civica chiamata “Macerata Insieme”, il cui capolista, David Miliozzi, ha partecipato alle primarie del centrosinistra per proporsi come un’alternativa civica per la guida della coalizione. Alle primarie ha vinto Narciso Ricotta, del Pd, e quindi è diventato lui il candidato di tutta la coalizione di centrosinistra. Perché ho scelto una lista di centrosinistra per candidarmi e non altri partiti presenti sulla scena locale? Partiamo da una premessa. Sono profondamente critico su come è stata governata Macerata negli ultimi 5/10 anni. Sono profondamente critico su come il centrosinistra ha gestito le Marche. Sono profondamente critico sul distacco sempre maggiore tra Pd e popolo. E difatti ha vinto la destra. Si capiva andando in giro, si percepiva parlando con la gente. Poteva essere una vittoria più o meno netta ma era chiaro e forte il malcontento per il governo locale degli ultimi anni e la voglia di cambiare drasticamente. Le mie idee riguardano il bene comune, i diritti, il cambio di un paradigma socio-economico che è destinato a implodere, il rimettere al centro salute, persone e ambiente. E molte altre cose. Un tempo queste idee erano di sinistra. Oggi non si capisce più nulla. Esistono ancora la destra e la sinistra? In tutto il mondo il centrosinistra, un tempo votato dalle classi più povere, oggi viene votato dai benestanti. Le periferie e chi ha meno votano le destre (o movimenti che proponendo di rivoluzionare tutto e tutti danno sfogo e speranza a un disagio evidente). Il centrosinistra non si occupa quasi più di lavoro vero, di sanità pubblica, di sostenibilità ambientale e sociale, di diritti, di scuola di qualità, di difesa delle identità locali. Se lo fa, lo fa poco e male. Si aprono due alternative – prosegue Moretti -. La prima è lasciare il centrosinistra in mano a gente che con la politica con la P maiuscola ha poco a che fare. Gente che si occupa dei propri interessi e di chi sta bene. E non di chi sta male. La soluzione naturale è mettersi fuori e gridare allo scandalo, passando la propria esistenza o all’opposizione con quattro voti a criticare e basta (e quindi non cambiando assolutamente nulla, aldilà di quello che uno si vuole raccontare) oppure andando nel grande movimento delle destre sovraniste e razziste, dove i contenuti non sono pervenuti ma è pervenuta una grande capacità di giocare sul vuoto lasciato da chi si è dimenticato delle persone che hanno meno. La seconda alternativa è andare nel centrosinistra, e magari proprio all’interno del Pd, per provare a dare una svegliata e riportare temi e contenuti che si sono persi. Riportare uno stare con le persone e con i problemi delle persone, per trovare soluzioni per risolverli. Non posso e non voglio credere che una forza nazionale, radicata sul territorio, che governa migliaia di comuni e che è al governo, non riesca a esprimere con forza temi importanti, come sanità pubblica, welfare sociale, sostenibilità ambientale reale, tutela delle categorie più deboli, ripensamento di un’economia che crea sempre più divario tra ricchi e poveri. Ci sarebbe, in realtà, anche una terza alternativa, ovvero creare un altro (ed ennesimo) movimento da zero (lo chiamiamo “La rivoluzione del domani”?) che si propone come un’altra alternativa a tutto l’ecosistema attuale. La probabilità maggiore è di prendere il 2,3,4,5 % di voti e di passare la vita a contare come il 2 a briscola, ovvero non fare nulla di quello che si voleva fare.
Se avessi avuto sete di potere mi sarei candidato con il centrodestra. E probabilmente sarei già in consiglio a Macerata. Se volessi passare la vita a criticare quello che non va nel centrosinistra avrei potuto stare con altre forze e passare la vita (probabilmente sempre all’opposizione) a dire ciò che non va negli altri. Ho scelto la strada più difficile, ovvero quella di dare un contributo per cambiare da dentro un sistema in cui non mi riconosco e che si è perso. E ci vuole forza e coraggio solo nel provarci. È un lavoro dove bisogna distinguere ciò che va da quello che non va. Dove bisogna lavorare sui temi e contemporaneamente unire e includere. Non credo nella lotta tra partitini. Credo in varie declinazioni di pensiero che però lavorino insieme per un fine comune. Credo nell’importanza del contributo di tutti, sebbene ognuno con le sue capacità. Si può provare a riportare questo spirito nel centrosinistra locale e nazionale? Si può provare a lavorare veramente per una forza inclusiva, aperta, realmente progressista e attenta a chi ha più bisogno della politica? Si può provare a parlare di contenuti senza parlare sempre dell’altro? Si può provare a cambiare davvero noi stessi? Se il centrosinistra, e quindi il Pd, sarà in grado di cambiare mentalità e rispondere positivamente a queste domande, allora si potrà aprire una speranza per tutti, per riportare la politica (oggi a distanza siderale dalle masse) un pò più vicino a dove dovrebbe stare: le persone».
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