Fabio Giulianelli precisa che la lettera in questione era indirizzata al mondo Lube: i suoi dipendenti, i suoi clienti. E si rammarica «della strumentalizzazione che è stata data nei commenti quando era solo un messaggio di carica e voglia di fare all’interno delle problematiche che l’azienda deve affrontare nelle prossime settimane e nei prossimi mesi. La storia della Lube è una storia costruita col lavoro e dedizione di tanti collaboratori che in 52 anni l’ha portata ad essere la prima azienda d’Italia nel settore cucina (e il volley campione di tutto). E in tutto ciò la politica – tiene a precisare – non ci è mai entrata e mai ci entrerà».
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Un messaggio firmato dal patron Fabio Giulianelli, inviato dalla Lube volley e che campeggia in primo piano sul sito della società cuciniera. Dopo aver dato il la al dibattito economico di quest’ultima settimana su Cronache Maceratesi, al quale hanno partecipato tanti imprenditori e professionisti, e dopo il botta e risposta con il deputato Mario Morgoni, Giulianelli oggi invia questa lettera:
“Ragazzi, leggiamo e guardiamo attentamente a quello che sta accadendo, e soprattutto a quello che sta facendo tutta la classe politica, compresa l’opposizione.
Siamo i testimoni di un cambiamento epocale, anche nel modo, vecchio, di governare.
Dibattetelo tra di voi.
Lasciamo perdere i vecchi schemi.
Dal disastro dobbiamo creare una nuova e vitale società, fatta da persone che abbiano a cuore la vita delle altre persone.
La loro dignità.
È un’occasione storica.
Non permetteremo di farci rubare le nostre speranze.
Non basta cantare dai balconi, quando muoiono e soffrono tantissime persone.
Urliamo la nostra rabbia e soprattutto rivendichiamo la nostra voglia di vivere.
Da protagonisti.
Basta con gli slogan, con i “dai che ce la facciamo”.
Come?
Con che cosa?
E’ una vera presa in giro. Non dobbiamo sopravvivere, ma vogliamo vivere da protagonisti.
Caspita, noi abbiamo fatto il Rinascimento, la culla di tutta la cultura mondiale.
Siamo noi stessi gli artefici del nostro futuro.
Se non adesso, quando?
Questo sarà il nostro slogan!”
FABIO GIULIANELLI
Guzzini dalla parte di Giulianelli: «La politica sappia ascoltare, dallo Stato solo un’aspirina»
Arrigoni: «Rispetto per Giulianelli» Felicetti: «Il grido di chi sa vedere oltre»
Morgoni duro su Giulianelli: «Parole imbarazzanti e scomposte»
Più forte per schiacciare gli ultimi...e più forte del tipo " pieni poteri"? Ho una società dove i dividendi siano meno abbondanti a favore per esempio dei lavoratori, di pagare le tasse, richiamare tutti a pagarle e non chiedere uno sciagurato condono tombale...rispetto delle regole...
Quindi? Lo dica chiaramente che vuole scendere in politica! Soluzioni per risolvere la situazione ne abbiamo ? Oppure basta urlare e scrivere l ennesimo proclama ? Mi sembra che a chiacchiere siamo tutti in ottima compagnia.
La supercazzola...
Scrive "basta con gli slogan" ma la sua lettera è fatta solo di slogan
Bene! E quindi???
Come dargli torto
Fabio che propone di preciso? Sentiamo.
forse vuole cominciare a fare come Diego Della Valle ed altri nel contribuire generosamente alle spese della sanità marchigiana?
Parole , parole , parole, parole, parole ......... per fortuna c'e' qualche altro imprenditore che si comporta diversamente .
Se non ora,quando?(Primo Levi)
Le chiacchiere stanno a zero , ne abbiamo sentite troppe e vedo che purtroppo questa platea trova sempre nuovi adepti , occorrono fatti.
Critica gli slogan della politica e ne lancia di nuovi, altrettanto privi di contenuti.
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E basta!
Con i problemi che si sono presentati,e che,semmai,la pandemia ha contribuito ad evidenziare,e con quelli che si presenteranno in una logica insopprimibile,è fuori di ogni dubbio che tutto un modo di pensare,di guardare le cose direttamente negli occhi,richiede un cambiamento radicale,un nuovo umanesimo capace di confrontarsi con parametri inconsueti e con un concetto di giustizia sociale finalmente rigoroso e concreto
Mi dispiace, ma cercando di riabilitarsi , sta dimostrando di aver perso la strada maestra. Una lettera al nulla.. proposte concrete o silenzio, arriverà il tempo in cui tutti verranno giudicati.
Dai commenti degli opinionisti certificati e da quelli importati da Facebook emerge un dato importante: sembra che finalmente in molti abbiano compreso la totale inutilità delle cose che quest’uomo pensa, scrive e dice.
Parla da un terrazzo? Se la risposta è negativa mi permetto di continuare con la mia disamina. Parto da un link che a qualcuno non potrebbe dire niente ma ad un lettore attento, magari amante delle letture di Sherlock Holmes o di Edgar Allan Poe, farebbero drizzare subito le antenne.
https://www.adnkronos.com/fatti/politica/2015/03/30/grillo-invoca-voto-non-ora-quando-troppo-tardi-per-restare-calmi_FhWAgoHGLuCfOIQQurleEM.html
Chiaramente si tratta di semplice casualità. Lo slogan non è nuovo, in Italia almeno, ed è stato reso famoso dall’omonimo libro di Primo Levi “Se non ora quando” , dove raccontava di partigiani che dovevano ricostruirsi un’esistenza in esilio, lontano dalla loro casa. “Se non ora quando” in questo caso voleva dire che è inutile aspettare che le cose si sistemino da sole, e rinviare l’inevitabile. Comunque sembra ci siano diverse associazioni con questo none tra cui un movimento femminista che diede filo da torcere a Berlusconi di cui conoscendo l’abilità politica, lo avrà trasformato in uno splendido maglione da regalare a qualche poverella.
Levi aveva preso l’espressione da una fonte antichissima: la Torah orale o Mishnah. Lì sono contenuti i versetti:
“ io non sono per me, chi è per me? Se sono per me, che cosa sono? Se non ora, quando?”
Scrivo questo perché questa frase può assumere significati diversi secondo chi la pronuncia che seppur simili sia in Levi, Grillo, Giulianelli e le femministe, poi possono deflagrare in chissà che. Lascio agli storici raccontare tra qualche decennio come è andata a finire sempre che il Professor Scrutonio Ntelatesta , anconetano, non voglia accelerare cause ed effetti di questa che si configura come una nuova ed interessante rivoluzione sociale che se dovesse prendere piede farebbe cambiare scarpe a tutti. Non dimentichiamo che è un industriale a lanciare il doloroso e sofferto slogan. Da notare il subdolo riferimento a certo ceto politico che come nelle migliori trame gialle, ingarbuglia alla fine pure l’autore che non sa come uscirne.
Il Rinascimento come “culla di tutta la cultura mondiale” ? E dove mettiamo filosofia di Atene e tragedia greca; diritto romano e letteratura latina; ebraismo e cristianesimo; le straordinarie tradizioni di Egitto, Persia, Cina, India, Giappone; Buddha, Confucio e Zarathustra; San Benedetto da Norcia, San Tommaso d’Aquino, Dante; le tante storie e culture sparse per il globo, riscoperte e valorizzate da antropologi e ricercatori? Inoltre, se “siamo noi stessi gli artefici del nostro futuro”, bisognerà avvertire virus e batteri vari, tenere conto di natura e tecnica passando per il capitalismo (mica avremo dimenticato Emanuele Severino?), ricordarci della nostra dipendenza e mortalità, che pure, per molti o per alcuni, sono misura della nostra grandezza nella speranza della resurrezione, altro che rinascimento.
L’E’TUTTO SBAGLIATO, L’E’TUTTO DA RIFARE. MA QUELLO, ALMENO ERA BARTALI E NON IL VUOTO PNEUMATICO.
Ho riletto più volte l’appello, ma confesso che non ho capito niente. Probabilmente è un mio limite. Qualcuno è capace di fare una sintesi ?
Partiamo dalle basi -minime- per essere un imprenditore che si interessa dei problemi sociali e dei lavoratori:
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L’ordine politico delle Comunità. Le garanzie di libertà in uno Stato socialista, Ivrea, Nuove Edizioni Ivrea, 1945.
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L’ordine politico delle Comunità dello Stato secondo le leggi dello spirito, Roma, Edizioni di Comunità, 1946.
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Società, Stato, Comunità. Per un’economia e politica comunitaria, Milano, Edizioni di Comunità, 1952.
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Città dell’uomo, Milano, Edizioni di Comunità, 1959.
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L’ordine politico delle Comunità. Le garanzie di libertà in uno stato socialista, a cura di Renzo Zorzi, Milano, Edizioni di Comunità, 1970.
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Ai Lavoratori. Discorsi agli operai di Pozzuoli e Ivrea, Roma/Ivrea, Edizioni di Comunità, 2012
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Democrazia senza partiti, Roma/Ivrea, Edizioni di Comunità, 2013.
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Il cammino della Comunità, Roma/Ivrea, Edizioni di Comunità, 2013.
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Il mondo che nasce, Roma/Ivrea, Edizioni di Comunità, 2013.
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L’ordine politico delle Comunità, Roma/Ivrea, Edizioni di Comunità, 2014.
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Le fabbriche di bene, Roma/Ivrea, Edizioni di Comunità, 2014.
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Noi sogniamo il silenzio, Roma/Ivrea, Edizioni di Comunità, 2015.
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Città dell’uomo, Roma/Ivrea, Edizioni di Comunità, 2015
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Dall’America: lettere ai familiari (1925-26), Roma/Ivrea, Edizioni di Comunità, 2016
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Discorsi per il Natale, Roma/Ivrea, Edizioni di Comunità, 2017
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Poi una volta assimilati questi concetti di base, laaciando perdere una politica fatta di vuoti slogan, allora e solo allora ne riparleremo.
Per il momento sono solo supercazzole, come ha giustamente scritto qualcuno.
Dott. Giulianelli, io come penso tanti, La stimiamo molto, ma ci vuole calma perché stiamo parlando di come cambierà tutto, dalla scuola al lavoro, dalla sanità all’ambiente, dallo Stato agli enti territoriali, dai sistemi di trasporto allo sport, dalla famiglia alla religione, dalle discipline universitarie all’educazione civica ecc. Ecc.)
La prego, dovete coinvolgere tutte le componenti della società, ma non come erano intese in passato (le famose parti sociali come intese dalla nostra società civile e nello specifico artt. 136 e successivi Trattato CE). Abbiamo bisogno del coinvolgimento delle Persone, delle Famiglie, degli Studenti, dei Medici, degli Scienziati, dei Formatori e direi anche di Personalità Religiose (cristiane musulmane ecc) delle capacità individuali dei singoli, staccati dai partiti o dalle organizzazioni politiche. Ci sono personalità con capacità enormi sia a destra che a sinistra, e queste vanno coinvolte. Oggi comanda e amministra chi ha capacità nell’utilizzo dei social e nella comunicazione, e non mi sembra sia stata una grande intuizione. Ciao
Condivido quanto scrive Gianni Menghi. A proposito di Europa, mi chiedo, e chiedo, coma mai non vollero introdurre nella Costituzione europea il termine “radici cristiane”? Che strano. Chiedetelo alle Banche che sono, come tutti voi sapete, “dialogiche” ed “umanistiche”. Più in particolare quelle tedesche. Infatti, “Dio è con loro”…
Fabio Giulianelli precisa che la lettera in questione era indirizzata al mondo Lube: i suoi dipendenti, i suoi clienti. E si rammarica «della strumentalizzazione che è stata data nei commenti quando era solo un messaggio di carica e voglia di fare all’interno delle problematiche che l’azienda deve affrontare nelle prossime settimane e nei prossimi mesi. La storia della Lube è una storia costruita col lavoro e dedizione di tanti collaboratori che in 52 anni l’ha portata ad essere la prima azienda d’Italia nel settore cucina (e il volley campione di tutto). E in tutto ciò la politica – tiene a precisare – non ci è mai entrata e mai ci entrerà».
Fabio Giulianelli ha chiaramente specificato che questa lettera era per tutto il mondo Lube, per i suoi dipendenti, per i suoi clienti e la parte sportiva e non per essere commentata qui da chi non vive la realtà dell’azienda. È un grande imprenditore che da’ lavoro a centinaia di famiglie e ha aperto centinaia di negozi Lube e Creo oltre che in tutta Italia, anche in gran parte del mondo;ha sulle sue spalle la responsabilità di centinaia di famiglie ed è a loro che rivolgeva il suo appello per fare fronte comune in questo momento difficile e se ha voluto far suo uno slogan SE NON ADESSO QUANDO? non ha commesso un reato perché sa benissimo che l’ha detta Primo Levi(come tutti quelli che leggono). Alcuni di voi, che tra l’altro non lo conoscono, vero sig. Marcolini? hanno scritto che dovrebbe prendere esempio da altri imprenditori(ed era chiaro il riferimento a Della Valle, altro grande imprenditore marchigiano) ma chi le dice che non lo faccia? Sa sig. Marcolini a qualcuno piace fare del bene senza metterlo in piazza. Una delle doti più grandi di questo imprenditore è la GENEROSITÀ, ha sempre aiutato persone in difficoltà, ha pagato cure a chi non poteva permetterselo, ha improntato soldi a chi non ne aveva, ha fatto donazioni in ogni dove, paga gli asili per i figli dei suoi dipendenti, a Natale fa regali a ogni singolo figlio di tutti i suoi dipendenti e…… potrei continuare ma mi fermo qui. Ha espresso le sue opinioni come del resto tutti noi(visto che non ci hanno ancora tolto la libertà di pensiero) dicendo chiaramente in questa lettera di guardare cosa sta facendo la classe politica, compresa l’opposizione e non cercava certamente consensi. Chi ha chiare le proprie idee..le porta avanti. Trovo giusto che ci sia un confronto tra i commentatori ma a volte un po di educazione non guasterebbe.
Naturalmente questo è il mio pensiero, potete condividerlo o meno ma in un momento tragico e surreale come quello che stiamo vivendo dovremmo unirci.
Io vengo da non marginalissime esperienze di sinistra iniziate a metà degli anni 50,nel pieno di un dibattito politico ricco anche di spunti culturali,e mi sono sentito subito attirato da chi si batteva per la libertà delle idee,per un confronto mai esaurito perchè verità intoccabili non sono per l’uomo capace di ragionare,dotato di capacità critica.Quello di Giulianelli,che non conosco e con il quale non ho nulla da spartire,mi pare un invito,che non contiene indicazioni operative,che penso non potrebbero andare oltre qualche spunto da offrire come contributo al dibattito,ad aprire senza perplessità un confronto aperto tra tutti su principi totalmente innovativi per chiunque,dato il radicale cambiamento intervenuto e che interverrà nel mondo sotto tanti aspetti.Io,in totale modestia,convengo pienamente.Ci si fermi a ragionare con lucidità e lungimiranza per trovare soluzioni sensate per niente facili con una consapevolezza di fondo : nessuno si illuda di salvarsi da solo : o tutti con una chiara affermazione della giustizia distributiva o nessuno.In questa ipotesi anche questa crisi storica potrebbe risultare utile.
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Parlerà alla sua gente,ma comunque lo rigiri è uno spot elettorale che lancia solo critiche al sistema,al comportamento dei cittadini e non propone nulla di concreto.Se non vuol essere criticato non pubblicatelo fategli fare,quando sarà possibile, un comizio in sede o al Palas.
Dopo aver letto il comm. n.12 ho riletto l’articolo e mi viene da pensare ( Es. lasciamo stare i vecchi schemi, è un’occasione storica ecc. ) che sia più o meno il discorso d’incitamento che fa alla Lube, la squadra, prima di una finale. Certo, mezza vittoria è la sua..