Il grido di Fabio Giulianelli:
«Urliamo la nostra rabbia
Deve nascere una società più forte»

IL PATRON della Lube invita a pensare a un cambiamento («lasciamo perdere i vecchi schemi»), attacca la politica («guardiamo quello che stanno facendo, compresa l'opposizione») e lancia uno slogan: "Se non adesso, quando?"

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Fabio Giulianelli, patron della Lube

 

Fabio Giulianelli precisa che la lettera in questione era indirizzata al mondo Lube: i suoi dipendenti, i suoi clienti. E si rammarica «della strumentalizzazione che è stata data nei commenti quando era solo un messaggio di carica e voglia di fare all’interno delle problematiche che l’azienda deve affrontare nelle prossime settimane e nei prossimi mesi. La storia della Lube è una storia costruita col lavoro e dedizione di tanti collaboratori che in 52 anni l’ha portata ad essere la prima azienda d’Italia nel settore cucina (e il volley campione di tutto). E in tutto ciò la politica – tiene a precisare – non ci è mai entrata e mai ci entrerà». 

***

Un messaggio firmato dal patron Fabio Giulianelli, inviato dalla Lube volley e che campeggia in primo piano sul sito della società cuciniera. Dopo aver dato il la al dibattito economico di quest’ultima settimana su Cronache Maceratesi, al quale hanno partecipato tanti imprenditori e professionisti, e dopo il botta e risposta con il deputato Mario Morgoni, Giulianelli oggi invia questa lettera:

“Ragazzi, leggiamo e guardiamo attentamente a quello che sta accadendo, e soprattutto a quello che sta facendo tutta la classe politica, compresa l’opposizione.

Siamo i testimoni di un cambiamento epocale, anche nel modo, vecchio, di governare.

Dibattetelo tra di voi.

Lasciamo perdere i vecchi schemi.

Dal disastro dobbiamo creare una nuova e vitale società, fatta da persone che abbiano a cuore la vita delle altre persone.

La loro dignità.

È un’occasione storica.

Non permetteremo di farci rubare le nostre speranze.

Non basta cantare dai balconi, quando muoiono e soffrono tantissime persone.

Urliamo la nostra rabbia e soprattutto rivendichiamo la nostra voglia di vivere.

Da protagonisti.

Basta con gli slogan, con i “dai che ce la facciamo”.

Come?

Con che cosa?

E’ una vera presa in giro. Non dobbiamo sopravvivere, ma vogliamo vivere da protagonisti.

Caspita, noi abbiamo fatto il Rinascimento, la culla di tutta la cultura mondiale.

Siamo noi stessi gli artefici del nostro futuro.

Se non adesso, quando?

Questo sarà il nostro slogan!”

FABIO GIULIANELLI

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