Domenico Guzzini
Domenico Guzzini, presidente di Confindustria Macerata, interviene con una lettera nel dibattito acceso su Cronache Maceratesi dal duro appello di Fabio Giulianelli (amministratore unico del gruppo Lube) sulla crisi economica innescata dall’emergenza coronavirus.
A rispondere in modo critico a Giulianelli infatti è stato prima Mario Morgoni, deputato dem insieme al consigliere comunale di Macerata Alessandro Savi. E a loro avevano risposto Paolo Arrigoni, responsabile Lega Marche e Roberto Felicetti, consulente di Lube. Oggi torna a parlare Guzzini, che si appella alla classe dirigente: «La riflessione vera che la politica deve fare è ascoltare, e talvolta deve saper incassare le critiche perché queste sono fatte nell’interesse della collettività.»
La lettera di Domenico Guzzini:
«Non è il tempo delle polemiche o dei dibattiti da vecchia tribuna politica, occorre avere l’equilibrata sapienza di andare oltre le parole per provare a comprendere i messaggi nella loro interezza. Gli articoli di questi giorni rispetto a quanto dichiarato da Giulianelli, sanno di difesa d’ufficio, assolutamente fuori luogo in questo contesto tragico.
Interventi “partitici”, modalità anacronistiche, un modo di fare politica superato, non al passo con la realtà vera partendo dalla quale si fa rappresentanza. Un appello quello di Giulianelli che è la voce di tutta la classe imprenditoriale che ha a cuore il futuro del Paese. Gli imprenditori non pensano di certo a se stessi o al danno emergente o al lucro cessante di breve periodo, convinti come sono che ogni cittadino, in questi momenti di grande fragilità e di sacrificio, sta rinunciando a valori di libertà fino a ieri ritenuti indispensabili; temono invece fortemente il domani, la mancanza di una strategia della classe politica competente in materia economica, sociale e culturale, che abbia la lucidità prospettica di fare analisi e soprattutto in grado di prospettare una visione, una strategia di rilancio del Paese, che non può non passare attraverso la manifattura, l’industria.
Come già ho dichiarato in una precedente intervista è indispensabile e urgente essere guidati da una politica fatta di eccellenze nel senso della preparazione specifica, competenze e dell’esperienza, come ad esempio Mario Draghi. In questa prospettiva va interpretato il richiamo di Giulianelli che non voleva costituire una critica né personale né tanto meno professionale ma voleva essere un richiamo alla politica con la P maiuscola e quindi alla necessità di recuperare quei fondamentali valori, sensibilità e competenze relazionali costruite sul metodo e merito che occorrerebbero in questi momenti.
“Con questo decreto dall’emergenza economica si entra nell’economia di guerra” ha dichiarato il presidente Boccia ed è assolutamente la verità. In tempi di guerra è fondamentale non solo resistere ma programmare il futuro, i piani di emergenza oltre a disciplinare il presente devono necessariamente progettare il futuro con attenzione. Gli imprenditori non criticano il Decreto ma le modalità, nel giro di pochi giorni sono state date prima condivise istruzioni per adeguare le aziende alle sacrosante norme della sicurezza, poi il decreto a mezzanotte che chiude chi, cosa, non si sa chiaramente con un infinito elenco di codici ateco difficili da capire. E di fronte abbiamo aziende che cominciano a ricorrere in maniera massiva alla Cassa integrazione, a intere filiere della nostra economia locale chiuse come quella della moda della calzatura, del tessile, dell’abbigliamento, del turismo.
Il tema della liquidità che potrebbe essere l’unico sistema per costituire un ombrello importante per salvaguardare le nostre imprese che stenta a decollare e che non vede ancora perfettamente allineato il sistema bancario. Un sistema che rischia di incepparsi di fronte alla fragilità della giustizia civile che rischia di non garantire il creditore per consegnarsi alla cultura del mancato pagamento, del differimento, del contenzioso dal punto di vista commerciale. Le misure approntate finora rappresentano nulla più che un’aspirina, mentre altri Paesi anche dell’Unione Europea predispongono interventi imponenti a vantaggio del sistema produttivo (e il sistema Italia rappresenta la seconda potenza manifatturiera d’Europa) il nostro Stato interviene con un’aspirina, che forse non avremo nemmeno dalla Regione. Dietro a tutto questo c’è un imprenditore, un cittadino, una persona che come tutti noi vive le sue paure e le preoccupazioni acuite dalla forte responsabilità sociale che ha.
La riflessione vera che la politica deve fare è ascoltare, e talvolta deve saper incassare le critiche perché queste sono fatte nell’interesse della collettività. Le critiche aiutano a crescere, a formarsi e ad alzare il proprio livello di competenza. Non a caso queste critiche si accompagnano sempre a soluzioni che il sistema di rappresentanza delle imprese e dei lavoratori stanno facendo pervenire con spirito costruttivo. Chi ha responsabilità politiche ha il dovere di insegnare il valore dell’impegno della dedizione e garantire il sostegno alla propria collettività. Per il bene di tutti, mettiamo da parte individualismi, non scadiamo nelle controversie sterili, facciamo squadra con il solo intento, a prescindere dalle singole ideologie, progettiamo piani di rilancio affidandoci alle competenze e alle eccellenze.
Cogliamo l’occasione inoltre per esprimere tutto il nostro cordoglio alle famiglie che hanno perso i propri cari, esternare il nostro pensiero di vicinanza alle persone che stanno male e ringraziare sentitamente tutti i medici ed il personale sanitario che con straordinario coraggio e dedizione prestano la loro opera senza sosta per assistere i malati. Vedremo se la politica saprà far tesoro di questi valori».
L’appello di Domenico Guzzini: «Siamo in una economia di guerra Al governo gli uomini migliori»
Arrigoni: «Rispetto per Giulianelli» Felicetti: «Il grido di chi sa vedere oltre»
Morgoni duro su Giulianelli: «Parole imbarazzanti e scomposte»
Non decollerà tranquillo
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Basta con le polemiche eh…!! Il Nobel per l’ipocrisia ancora non c’è e purtroppo per il momento dovete parlare con i governanti che ci sono. Poi quando riuscirete, se ci riuscirete a sostituirli con i leghisti con cui sembra abbiate un buon rapporto..e Giulianelli è grande amico del n. 2 della Lega, e Patron Guzzini invita Ciarapica a vedere che la luce era e fu, adesso ” E’ Guzzini ” e…. ecce ecce. Sono tutti legati a doppio filo con Salvini e ed hanno tanto a cuore le sorti dell’Italia e degli italiani (almeno finché gli servono ) e addirittura vengono benedetti direttamente da lui quando si trovano in congrua rappresentanza allegramente e spassionatamente insieme a festeggiare in quella dimora che più brutta fine non poteva fare, ossia ” Villa Gigli ” che dai fasti di un epoca gloriosa è finita tristemente in ben altra e triste piccola storia di industrialotti tipo vecchia Lombardia che chissà che cosa sogneranno con un cambio che porterebbe Salvini a fare il primo ministro e che poi secondo loro dovrebbe mostrare sempre le terga e sbassare le tasse, favola mai riuscita a nessuno di raccontarla. Questo potrebbero pensare e mi sa tanto anche di vecchia storia stantia e neanche finita tanto bene. Chiudo qui perché ho letto solo poche righe. Ad onor del vero volevo strappare la pagina dopo il bell’inizio “Non è il tempo delle polemiche… Ah, Salvini si sta dando da fare per accelerare Conte a dire come prendere i soldi messi a disposizione dallo stato e che da decreto in decreto dovrebbero finire in parte nella mani di chi deve fare spesa? Poi, voi ci parlerete a parte visto che il vostro compito è soprattutto altruista ed è quello di salvare l’economia italiana, magari anche con qualche fiume di soldi da farci il bagno.
Ehi, ehi, ehi dimmi Wilson Pickett
Ehi, ehi, ehi dimmi tu James Brown:
Questa voce dove la trovate?
Signor King, signor Charles, signor Brown
Io faccio tutto per poter cantar come voi
Ma non c’è niente da fare, non ci riuscirò mai
E penso che sia soltanto per il mio color che non va…
.
Ecco perché io vorrei, vorrei la pelle nera,
Vorrei la pelle nera!!!
.
Ehi, ehi, ehi dimmi tu signor Faust, ehi, ehi, ehi dimmi come si può
Arrostire un negretto ogni tanto con la massima serenità
Io dico Nino tu non ci dovresti pensar
Ma non c’è niente da fare per dimenticar
‘Sto maledetto colore di pelle che mi brucia un po’…
Ecco perché io vorrei…
.
vorrei la pelle nera,
Vorrei la pelle nera!!!
Ehi, ehi, ehi voi carissimi estinti
Ehi, ehi, ehi, voi che sapete già
Voi che cantate gloriosamente per i pascoli dell’aldilà
Ditemi se per entrare nel regno con voi
Basta che ognuno si occupi dei fatti suoi
O se lì è tutto un affare di razza e color come qui…
.
Ad ogni modo vorrei, vorrei la pelle nera
Vorrei la pelle nera, vorrei la pelle nera
Vorrei la pelle nera, nera!!! Nera!!!
Poi vorrei stare laggiu
Abitare a New Orleans
Ascoltare il Missisippi, fare a pugni con gli amici
Tutti neri e musicisti, saper suonare la tromba
Poter parlare l’inglese, l’italiano non funziona per questa musica qui
Poi vorrei poter gridare
Ihe ihe ihe ihe allright
Compositori: Nino Ferrer
Testo di La pella nera ©
La vedo chiara : l’Italia non riesce a liberarsi dei più accaniti corporativismi,nemmeno in momenti tanto difficili come l’attuale e per questo motivo mai diventata Stato.Sarei curioso di vedere al’opera i nuovi sovranisti di fronte al problema di dover identificare gli italiani per portare avanti il principio di prima gli italiani.Non vedo niente di nuovo sotto il sole,la cui luce magari è offuscata dall’esercito dei virus.
Da tanti evocato, finalmente Marione ha parlato
“La priorità non deve essere solo offrire un reddito di base a chi perde il lavoro – si legge nel suo intervento – Dobbiamo proteggere la gente dalla perdita del lavoro. Se non lo facciamo emergeremo dalla crisi con una permanente occupazione più bassa”. A quella che definisce la “guerra” contro il Covid-19 “è già chiaro che la risposta deve coinvolgere un significativo aumento del debito pubblico”. La perdita di reddito del settore privato, scrive Draghi, “dovrà essere eventualmente assorbita, in tutto o in parte, dai bilanci dei governi”. Livelli di debito pubblico più alti, spiega l’ex numero uno della Bce, “diventeranno una caratteristica permanente delle nostre economie e sarà accompagnata da una cancellazione del debito privato”.
Mi pare che il 99% della popolazione l’ha già capito, poi c’è anche quest’altro economista che da la sua ricetta:
“Dobbiamo usare per gli italiani i soldi degli italiani. L’anno scorso il prodotto interno lordo degli italiani sono stati 1 miliardo e 800 milioni di euro, la spesa pubblica 800 milioni. I soldi ci sono“.
Invece di criticare il governo, datevi da fare per aiutare la collettività come stanno facendo molti altri imprenditori.