Il ministero dello Sviluppo Economico ha pubblicato il decreto contenenti modifiche al precedente decreto del presidente del Consiglio che fissata la lista delle attività imprenditoriali e industriali considerate essenziali per le quali non c’è l’obbligo di chiusura degli impianti. La lista pubblicata prevede alcune chiusure, come per la fabbricazioni di macchinari per l’agricoltura o di pneumatici, alcune limitazioni, come ad esempio per i call center, e nuove categorie che potranno rimanere aperte, come quelle per la consegna a domicilio.
Il decreto, che nasce dal confronto con Cgil, Cisl e Uil, prevede anche un tempo di adeguamento. «Alle imprese che non erano state sospese dal Dpcm 22 marzo 2020 e che, per effetto del presente decreto, dovranno sospendere la propria attività – spiega il ministero – sarà consentita la possibilità di ultimare le attività necessarie alla sospensione, inclusa la spedizione della merce in giacenza, fino alla data del 28 marzo 2020».
Si è infatti trovata l’intesa dei sindacati con il governo, raggiunta nel corso del confronto conclusivo, già terminato, tra i ministri dell’Economia, Roberto Gualtieri, e dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, ed i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Maurizio Landini, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo. Lo riferiscono gli stessi sindacati, che parlano di risultati positivi.
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