di Luca Patrassi
«Il decreto è ancora da decifrare, non è chiaro chi lavora e chi deve chiudere ma, al di là di questo, osservo che prima di tutto dobbiamo uscire da questa difficoltà sanitaria e dobbiamo farlo insieme. La stessa cosa dobbiamo fare per le difficoltà economiche in cui si troveranno le aziende tra qualche giorno. Non si va infatti tanto lontani nel tempo in un’impresa quando si chiudono le voci in entrata. Bisogna trovare le soluzioni per salvare le piccole e le medie imprese, senza aziende l’economia non riparte, non c’è il lavoro e le famiglie vanno in difficoltà»: l’analisi è di un capitano d’industria di lungo corso, Nando Ottavi, presidente di Simonelli Group. Analisi, nessuna polemica: «Ho letto le polemiche di questi giorni, imprenditori, politici, semplici cittadini: le polemiche non sono utili a trovare soluzioni condivise ai problemi. Condivido invece pienamente l’analisi fatta su Cronache Maceratesi dal commercialista Francesco Cittadini».
La situazione nella sua azienda?
«Oggi siamo chiusi, ieri abbiamo lavorato a ranghi ridotti per rispondere agli ordini dall’estero e comunque con tutte le accortezze del caso per evitare i contagi, iniziando dal lavoro a casa».
Nessuna polemica, le proposte?
«Assicurare alle imprese la liquidità necessaria per far fronte ai pagamenti fino a maggio, riduzioni fiscali di peso, come l’Irap da togliere, e non i rinvii dei termini esattoriali di quattro giorni che abbiamo invece visto. La cassa integrazione ora va bene ma non è una soluzione per il futuro, la risposta giusta è far vivere le imprese, dare fiducia e sostegno alle imprese ed agli italiani per uscire il prima possibile da questa difficoltà».
Il rischio è quello di non ritrovare i mercati quando si apre?
«Chi lavora sul mercato interno e in Europa ora è bloccato di fatto, diversamente per esempio da quanti esportano nell’area asiatica da dove adesso gli ordini hanno ricominciato ad arrivare. Un cliente estero chiede la consegna dei prodotti, se sei chiuso… Un cliente perso poi è difficile da recuperare».
Lei comunque è fiducioso?
«Sono un imprenditore e devo pensare positivo. Basta polemiche, dobbiamo metterci insieme per trovare le soluzioni migliori. Ce la possiamo fare, l’Italia ha forza ed inventiva per ripartire».
Se non si ritrova il mercato, come disse la Fornero agli italiani che si ritrovarono esodati, bisogna reinventarsi. La crisi viene creata per acquistare settori per poi chiuderli, in modo di avere meno concorrenza, guardare il caso Conad-Auchan, alcuni punti vendita vengono chiusi altri con esubero di personale, decidi lo stipendio prendere o lasciare, per non avere sommosse molti moriranno chi rimane avendo famiglia si devono accontentare. (scenario plausibile del dopo virus)
Quello che chiede Ottavi si puo' fare ma senza questa europa e specialmente senza chi la governa attualmente.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Finalmente una persona di buon senso. Altro che gli industrialotti tipo vecchi lumbard alla Cazzaniga Fumagalli e Brambilla che vorrebbero persino scegliersi il governo secondo le loro simpatie e la convinzione che l’erba del vicino è sempre più “verde”. Bella battuta, oh fra!!
Ho già messo il mi piace alle parole di Sauro Micucci che ha perfettamente espresso il pensiero che in questo pimo momento non servono le polemiche fini a se stesse ma proporste soprattutto da chi ha dimostrato la capacità di condurre importanti realtà industriali. Bene così, ci vuole audacia per venire fuori da questo trauma collettivo