di Enrico Maria Scattolini
NELLO TSUNAMI (-) che ha travolto difesa e centrocampo della Maceratese nei dieci minuti mediani della ripresa c’è la spiegazione del secondo (mezzo) passo falso dei biancorossi, dopo la sconfitta di Corridonia.
LO STRAVOLGIMENTO DEI DUE REPARTI (-) ha probabilmente vanificato le concrete possibilità, nel frattempo maturate, di realizzare il progetto di battere la capolista Monturano.
SCESA ALL’HELVIA RECINA con credenziali superiori alla sua realtà (-) sì di squadra bene organizzata e soprattutto cinica nello sfruttare gli altrui errori, ma di livello non appropriato alla leadership.
COSI’ COME MODESTI (-) erano stati gli avversari che, nei quattro precedenti appuntamenti di campionato, avevano fatto decollare i “calzaturieri” al vertice della classifica, subendo nove reti senza segnarne alcuna. Al punto di elevare la retroguardia monturanese al rango di migliore, impenetrabile bunker di tutti i tornei dilettantistici delle Marche intere.
MA POI SUL CAMPO INVECE SUBITO SCOSSA (-) da una profonda penetrazione di Papa (resterà però l’unico spunto del recanatese nel match), poi graziata da un impercettibile ritardo di Chornopyshchuk all’appuntamento con uno splendido cross di Massini ed infine salvata dalla traversa colpita da Mariani.
ANCHE SE VA DOVEROSAMENTE SOTTOLINEATO come lo stesso centravanti ucraino abbia realizzato la sua doppietta (+) solo su tiri piazzati (calcio di punizione e penalty).
PER ALTRO IL PROVVISORIO VANTAGGIO DEGLI OSPITI era stato provocato da un autogol di Campana (-).
QUESTO PER DIRE della sconnessione fra il gioco delle due contendenti e la sua finalizzazione a rete. Carente (-).
SOPRATTUTTO RIGUARDO ALLA MANOVRA BIANCOROSSA migliorata con la progressione dell’impegno sino a strappare (+) gli applausi del pubblico dell’Helvia Recina nell’avvio della seconda parte del match, sulle ali del vantaggio del rigore provocato e realizzato da Chornopyshchuk, il più attivo degli attaccanti ma sotto rigido controllo avversario. Eppure priva di sfogo offensivo a causa dell’inconsistenza di Papa e della fumosità di Bonifazi.
SALVO (+) la traversa colpita da Mariani, con successivo, clamoroso errore nella ribattuta di Papa.
DA RICORDARE CHE JACHETTA sedeva in panchina (-), evidentemente non ancora ok dopo l’infortunio casalingo con l’Aurora Treia.
L’INERZIA DELLA PARTITA sembrava comunque tracciata (+). Con la Rata decisamente proiettata verso la terza vittoria interna. Che sarebbe stata abbondantemente meritata.
PERCORSO INVECE IMPROVVISAMENTE MODIFICATO dall’agguato (-) di tre infortuni quasi concomitanti che, in poche battute, nel mezzo della ripresa, avrebbero cambiato le connotazioni della Maceratese nei suoi due migliori aggregati.
LA TERZA LINEA, che ha dovuto rinunciare a Brack Koen e Brugiapaglia, e la seconda privata di Rapagnani, il suo facitore di gioco (-).
MARINELLI è stato costretto ad industriarsi in una serie di sostituzioni nominali, ma soprattutto di sostanziali cambiamenti di ruoli per l’integrazione dei nuovi giocatori con ciò che restava della originaria struttura della formazione. Che ovviamente ha perduto brillantezza (-), sino a subire presto il gol del pareggio.
E’ ANDATO INVECE IN CONFUSIONE (-) negli scampoli finali, giocati in vantaggio numerico per l’espulsione di Moretti.
SORPRENDENTE (-) LA CHIAMATA ALLE ARMI di Cascianelli, inattivo da mesi, al posto del tetragono Chornopyshchuk (che infatti non l’ha presa benissimo).
IN RITARDO (-) IL RICORSO A JACHETTA in extremis. Carta invece da giocare subito, sia pure con qualche rischio d’incolumità fisica.
PERCHE’ L’UNICA che, per il suo peso (+), avrebbe potuto restituire “a Cesare (la Rata)” quel che “…era di Cesare!”.
MERCOLEDI’ DI COPPA, domani la Maceratese sarà impegnata alle 19 a Chiesanuova per il ritorno degli ottavi di Coppa. Si parte dallo 0-0 della gara d’andata giocata all’Helvia Recina.
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