di Enrico Maria Scattolini
UN SALTO INDIETRO DI DECENNI è stato per me apprendere dell’accordo(+++) fra Maceratese e Robur, formalizzato l’altro ieri sera nella conferenza stampa ai Salesiani.
EPPURE LA NOTIZIA ERA NOTA. Da tempo era infatti nell’aria, e lo stesso Crocioni l’aveva ufficialmente anticipata sabato scorso nella riunione sui “simboli biancorossi”(+) a Palazzo Conventati, ospite del sindaco di Macerata.
CIO’ NONOSTANTE la mia memoria è ritornata d’un colpo agli anni della mia lontana(-) gioventù.
QUANDO, ragazzino dell’oratorio Don Bosco, cercavo di sferrare i primi maldestri calci al pallone (i successivi sarebbero stati addirittura penosi…) nel vano tentativo di imitare i più grandicelli, i cui nomi già circolavano in città(+).
MI RIFERISCO A QUELLI DI PINO BRIZI, che sarebbe divenuto il capitano della Fiorentina, titolato di uno scudetto, e quindi il più importante giocatore nella storia del calcio maceratese(+++).
Di ALBERTINO MARI, centrocampista, futura stella della Lazio(+) e successivamente allenatore di buona fama.
Di BERTI, ala velocissima(+) che avrebbe contribuito ad accendere la fantasia dei tifosi biancorossi come attaccante della mitica formazione di Giammarinaro, impegnata nel duello con il Perugia per la serie B. Dotatissimo, avrebbe successivamente frequentato livelli superiori, scegliendo però alla fine la professione collegata alla laurea in giurisprudenza.
Di GIUSTO CONCETTI, perennemente sospeso fra calcio e racchetta: la Maceratese a buoni livelli, ma pure un imponente medagliere di campione italiano di tennis fra i vigili urbani(+).
ED ALTRI ANCORA(+), sicuramente minori ma sempre legati al mio affetto ed alle mie mattinate domenicali trascorse ai bordi del polveroso campo di viale Don Bosco a seguire le partite dei tornei del Centro Sportivo Italiano come cronista in erba per inesorabile tradizione familiare.
DI QUI LA MIA PRIMA TRASFERTA (+), A ROMA. Per seguirne le finali nazionali, in un week end mai cancellato dalla mia mente per l’emozione di una finalissima (perduta), ma anche dei vacillanti articoli timidamente telefonati al mio Maestro Giancarlo Liuti al “Carlino”.
PER QUESTO, IL VIVAIO DELLA ROBUR ha sempre interessato la Maceratese. Fin dai tempi di Tonino Seri(+).
MA CON ALTRETTANTA FREQUENZA le relazioni fra i due club hanno vissuto ampie parentesi…graffe di astenia, se non indifferenza(-).
ORA PERO’ E’ STATA FIRMATA LA CONVENZIONE l’hanno sottoscritta pubblicamente Alberto Crocioni e don Simone Borgogna. Schiude orizzonti suggestivi (+) agli allievi e juniores che saranno oggetto di attenzione e di sinergie delle due società.
UNA, LA SS MACERATESE 1922, impiantata su un imponente settore giovanile, riconosciuto gioiello(+) del patron biancorosso; l’altra, la Robur(+), da sempre vocata alla scoperta e lancio di talenti (vedi sopra).
SI STA DUNQUE COMPLETANDO IL PROGRAMMA promesso dal Presidente della Rata(+).
INDIRETTAMENTE HA PERFINO ACCONTENTATO(+) anche chi non rinuncia a sogni esterofili.
L’HA FATTO CON L’INGAGGIO DI JACHETTA, in anni recenti massima espressione(+) del vivaio del Matelica ed anche oggetto del desiderio della Rata.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Ergo, nihil sub sole novum.
ATTENZIONE, SCATTOLINI: C’E’ POSTA PER TE!
Assente da molti giorni con la sua rubrica calciofila da CM, Scattolini potrebbe aver perso alcuni passaggi rispetto alla sua “benamata” Rata. Perciò è bene aggiornarlo per segnalargli che il quadretto idilliaco che egli propone, con la sua proverbiale “obiettività biancorossa”, presenta alcune problematicità. Leggiamo: “A pochi giorni di distanza dal condivisibile comunicato firmato dalla Curva Just ed a poche ore da quello che per noi è stato un atto prepotente e contestabile, ossia l’oggetto della conferenza stampa indetta dall’HR Maceratese, anche noi tifosi che frequentiamo la gradinata e la curva (che non facciamo parte di gruppi organizzati) vogliamo esternare la nostra opinione. Innanzitutto ci discostiamo in maniera categorica dall’associazione Amici della Rata che, ad oggi non riusciamo a capire nè da chi è composta nè tantomeno e soprattutto chi rappresenta. A tal proposito restiamo basiti dalla facilità con la quale il Comune di Macerata, sempre celere quando c’è da chiudere la porta in faccia a qualcuno di indesiderato, ha concesso – grazie all’intercessione di questa associazione – marchio e nome alla società di Crocioni senza curarsi di condividere con la città questa scellerata scelta. Di qui, una domanda spontanea: nell’ottica di una auspicabile e miracolosa nascita del progetto Canil, per quanto tempo il sig. Crocioni avrà possesso del marchio e del nome? Chi regolamenterà tale transizione e gestione? O vogliamo che in futuro, sempre volendo essere positivi, sia il signor Crocioni a condurre una trattativa (nonostante non abbia sborsato un euro) con il sig. Canil? Ci giunge notizia, tra l’altro, di un’allucinante ‘clausola’ che impedirebbe a chiunque non residente a Macerata di possedere marchio e nome. Se questo fosse vero i timori di una precisa volontà politica di ostacolare con ogni mezzo l’arrivo in città di ‘forestieri’ troverebbero immediata conferma. Ribadiamo pertanto il nostro dissenso incondizionato sia al cambio di denominazione della società HR – che per noi rimarrà tale – che alla partiginaria del Comune di Macerata a favore del sig. Crocioni. Cosa, quest’ultima, che sta iniziando ad essere particolarmente fastidiosa. Alla luce delle scarse e deludenti prospettive annunciate in conferenza stampa del sig. Crocioni e nell’ipotesi di una discesa in campo del sig. Canil, chiediamo in maniera decisa al Comune di Macerata di non assegnare, se non in via temporanea, gli impianti sportivi a nessuna società calcistica. Assegnare ora in via diretta, come temiamo, i campi della città ad una qualunque solcietà significherebbe sbarrate la strada a qualunque progetto. E questo non sarà tollerato. Riguardo alla società HR Maceratese non possiamo che essere contrari in toto. La gestione che il sig. Crocioni sta seguendo è più consona ad una società di rione, del tutto incongruente con il blasone che la SS Maceratese vanta. Riprova ne sono le scelte ed i comportamenti spiacevoli che la città è obbligata a subire come ad esempio il duo mister-DS , l’allontanamento di un maceratese doc come Mongiello (tutti sappiamo la motivazione) e la figuraccia del quarto posto in graduatoria per non aver presenziato alle riunioni federali. La città merita altro. Le uscite pubbliche di Mauro Canil non possono rimanere inascoltate. La politica tutta – come avviene normalmente in altre città – deve e dovrà lavorare affinchè il progetto di un calcio provinciale con Macerata al centro si compia, costi quel che costi. Noi vigileremo con attenzione. Perchè la SS Maceratese è patrimonio della città. Il nostro amore contro i vostri interessi. SS Maceratese 1922. Folle amore nostro”.
Non c’è che dire: una magistrale pagina di critica sportiva, da far impallidire le abituali “sonate di violino” di soloni della pubblicistica “pistacoppa”.
Pur rivendicando la vicinanza a maestri del giornalismo maceratese, essi dimostrano di aver appreso assai poco, soprattutto nel rispetto da avere verso i lettori.