Angiolo Napolioni e Luisella Tamagnini
di Monia Orazi
«L’ospedale di Camerino è di importanza strategica per un intero territorio, chiediamo che siano garantiti i servizi minimi per il diritto alla salute di chi vive in queste zone, il ripristino di un pronto soccorso degno di questo nome, con cardiologo e rianimatore disponibili 24 ore su 24. A Camerino si parla di tribunale, carcere, cultura e università, ma senza ospedale non si va da nessuna parte».
Con queste parole Angiolo Napolioni ha aperto oggi pomeriggio la riunione del comitato per la difesa dell’ospedale di Camerino, tenutasi al centro Ada di Vallicelle. «Si parla di ruzzodromo e corse ciclistiche, ma non si considera che ci sono una popolazione e gli studenti a cui garantire servizi sanitari. Nessun sindaco è venuto ad ascoltarci – ha aggiunto il presidente -. La dialisi a Camerino non si farà più, una dottoressa da sola manda avanti la diabetologia. In compenso a Castelraimondo si spenderanno 50mila euro per le luminarie natalizie e si farà un ufficio ricostruzione negli ex locali della pizzeria in via Tagliamento, si parla di circa 25 addetti. Senza ospedale il territorio non va da nessuna parte».
Prosegue Napolioni: «Abbiamo voluto fare una riunione ad un anno e mezzo dalla costituzione del comitato per la difesa dell’ospedale, per fare il punto della situazione. Chiediamo il pieno ripristino della turnazione al pronto soccorso, con cardiologo e rianimatore disponibile 24 ore su 24, altrimenti sceglieremo le vie legali. Deve essere garantito il diritto alla salute anche per chi vive nella zona montana». Presenti per la maggioranza il presidente del consiglio comunale Cesare Pierdominici, i consiglieri di minoranza Sandro Sborgia, Lucia Jajani, da Castelraimondo i consiglieri di minoranza Costantino Mariani e Claudio Cavallaro, Venanzo Ronchetti ex sindaco di Serravalle di Chienti.
Ha continuato Napolioni: «Abbiamo perso un’amministrazione comunale che aveva preso a cuore il problema dell’ospedale, cosa che non sembra fare l’amministrazione attuale, nemmeno i sindaci dei comuni che gravitano intorno all’ospedale di Camerino. L’ospedale di Camerino è strategico per l’intero territorio. Ci siamo mossi su tutti i fronti, non abbiamo ottenuto risposta intraprendere le vie legali è l’ultima spiaggia. Abbiamo incontrato l’assessore regionale Filippo Saltamartini ed i comitati di Matelica, San Severino e Fabriano. Chiediamo un’unica Asur della montagna, insieme con Fabriano, per le specificità della zona montana. Sia la destra che la sinistra hanno diviso la popolazione per fare in modo che non si aggreghi intorno ad un obiettivo comune. Ci deve essere la volontà di ripristinare un pronto soccorso degno di questo nome, si devono trovare un anestesista ed un cardiologo. Per il turno di un anestesista aggiunto esterno per otto ore l’Asur spende 800 euro, c’è una strategia che spinge la sanità pubblica verso la privatizzazione».
Ad approfondire la situazione dell’ospedale di Camerino è stata Luisella Tamagnini ex sindaco di Pioraco, ed ex cardiologa dell’ospedale ora in pensione: «C’è il divieto di diffondere dati sui reparti, ma non è vero che al pronto soccorso ci sono zero accessi come scritto sulla stampa. Nel 2019 gli accessi sono stati 10.372, nel 2020 più di seimila nonostante la pandemia, al 30 settembre 2022 7.769 accessi, numeri che mostrano un’attività di tutto rispetto. Negli altri reparti la situazione post Covid è peggiorata, a causa di tagli e modifiche ai primariati, ad esempio un esperto di medicina subacquea non va bene per la montagna. La politica vuole fare le veci della sanità, invece di parlarne con i medici. Risolvere il problema della carenza di medici solo con un alloggio non è risolutivo, un medico vuole seguire una scuola, imparare. Sono necessari cardiologo e rianimatore per l’emergenza, non si può risolvere tutto con l’elicottero».
Costantino Mariani e Claudio Cavallaro hanno invitato ad analizzare nel complesso la situazione con i dati, cercando di incentivare i sanitari a venire nella zona montana, stringendo una forte collaborazione con l’università di Camerino, interloquendo in continuazione con i vari livelli istituzionali. Presente anche la dottoressa Gabriella W.Mazzoli, in servizio a medicina sino a pochi giorni fa, che ha parlato della fuga dei medici dall’ospedale di Camerino, affermando che per un medico è attrattivo un ospedale che gli permette di crescere. Ronchetti ha ricordato la divisione del territorio montano, con l’unione montana da cui sono stati esclusi, con il voto di un ordine del giorno in consiglio regionale, i tre comuni che avevano fatto richiesta di entrare, Montecavallo, Castelsantangelo sul Nera e Valfornace sino al 2025. Sandro Sborgia ha denunciato la perdita di professionisti dell’ospedale camerte, auspicando una veloce conclusione per il primario di cardiologia aggiungendo che servono anche altri medici, spiegando che il comitato deve continuare a parlare con la Regione avendo due consiglieri regionali sul territorio, fondamentale il coinvolgimento della cittadinanza. Sborgia ha invitato ad analizzare l’apporto dei privati al pronto soccorso o i medici esterni con prestazioni aggiuntive, pagati profumatamente, rispetto all’impatto su chi lavora all’ospedale con stipendi normali, analizzando quali prestazioni specifiche possono essere assegnate all’ospedale di Camerino.
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Gi Effe le ricordo che le Marche sono governate da Draghi …chi decide questo è il nostro governatore insieme all’assessore alla sanità delle Marche e si informi chi è è che lavoro faceva poi si informi a quale partito faceva parte prima per poi passare alla lega per una poltrona
Dopo una rilevante quantità di chiacchiere sulla sanità marchigiana da parte della politica regionale soprattutto e locale nonché dei vertici di Area Vasta 3 per quanto riguarda i maceratesi, abbiamo visto di tutto con primari che lasciano l’ospedale di Macerata e altre strutture per incarichi con migliori prospettive o anticipano la pensione e corrono nelle strutture private a continuare la loro professione, organici al lumicino che non si riesce addirittura a coprire con diversi bandi di concorso (penso sia il problema che hanno i ristoratori che vogliono tanto a poco prezzo ), il nuovo ospedale di Macerata che è sparito dagli schermi ed è forse una delle cause della disaffezione dei giovani e bravi medici per la nostra città.
Ora siamo all’apoteosi (se la cosa non fosse quasi drammatica) dell’affidamento a società esterne della gestione medica del Pronto Soccorso in alcune strutture di
AV3; si dice che avrà un costo di €108/ora che è praticamente il doppio rispetto al salario di un primario ospedaliero; sulla qualità prevista non sappiamo nulla ma di certo si sa che al medico non si richiede neanche la specializzazione ma solo una generica esperienza di un anno ; in ogni caso l’errore sarà a carico della ditta che vince l’appalto e non della dirigenza sanitaria e sarà sopportato dai pazienti.
Non sarebbe opportuno magari, fatto 100 il costo attuale e 200 il costo esternalizzato, decidere di investire almeno 50 in salari migliori per il personale medico e paramedico in modo da evitare che i prossimi bandi vadano deserti ?
E l’emergenza non può in ogni caso giustificare una manovra del genere che sarà perdente a priori e foriera di ulteriori sconfitte per la sanità pubblica a Macerata.
È ora che noi maceratesi prendiamo coscienza del fatto che una sanità pubblica ed efficiente è un problema che ci riguarda prima o poi tutti e di questo chiediamo conto con forza ai nostri amministratori !