«Disservizio al pronto soccorso di Camerino:
ho portato mia madre 92enne,
aveva dolori ma nessuno l’ha visitata»

PROTESTA - Danilo Romagnoli, residente a Roma, vive per diversi periodi dell'anno a Fiuminata. Ha accompagnato la madre in ospedale perché da tre settimane lamentava dolori dopo una caduta: «Ci hanno dato un codice bianco, in 4 ore nessuno ci ha preso in considerazione. Alla fine ce ne siamo andati perché deve prendere dei farmaci salvavita»

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L’ingresso del pronto soccorso di Camerino

 

«Dopo più di 4 ore di attesa al Pronto soccorso di Camerino con mia madre di quasi 92 anni, dolorante, non siamo neanche stati presi in considerazione». A denunciarlo è Danilo Romagnoli che vive a Roma ma per diversi periodi dell’anno risiede a Fiuminata. «Mia madre quasi 92enne – racconta – con invalidità conclamata, dopo una caduta si è ritrovata, da 3 settimane, con dolori continui ai fianchi e ad una gamba.

Sperando che la situazione di salute migliorasse attraverso pomate, Tachipirina ed antinfiammatori, ci siamo resi conto invece che la situazione peggiorava ed in giornata abbiamo deciso, visti i dolori lancinanti, di recarci al pronto soccorso di Camerino, il più vicino a Fiuminata. Alle 9,15 siamo stati “accettati” al pronto soccorso locale col codice bianco, nonostante i persistenti dolori, abbiamo chiesto se si poteva rivedere il colore del codice stante la situazione e nonostante gli avessimo somministrato un noto antidolorifico. Non ci hanno nemmeno “calcolato” forse perché gli anziani sono solo un peso sociale? Forse perché siamo domiciliati fuori regione?».

Alle 13 Romagnoli ha sollecitato gli infermieri. «Oltre agli atroci dolori, doveva prendere, secondo orario, dei medicinali salvavita, e non poteva attendere oltre. Naturalmente nessuna presa in carico delle problematiche da parte del personale presente, per cui atteso ulteriore tempo inutilmente, ho preso l’iniziativa di andare da un responsabile per esporre il caso. Anche stavolta, in portineria, mi hanno detto che non c’era nessuno disponibile. A questo punto in accordo con mia madre abbiamo deciso di andarcene via accompagnati da un senso di frustrazione ed impotenza. Probabilmente dovremo andare in privato per avere delle soluzioni mediche, ma questo è un un’aspetto che già conoscevamo, ma chi ha delle misere pensioni come può affrontare certe spese? Chi ci tutela e chi ci rifonde del disservizio? Vorrei anche sapere: la situazione di Camerino è causata dalla politica amministrativa o magari è dovuta a scarsa organizzazione interna?».

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