Assistenza oncologica nell’Av3: luci e ombre
Male i tempi di attesa per la chirurgia

L'INTERVENTO di Claudio Maria Maffei - Uscite le elaborazioni della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa: due vanno abbastanza bene, il terzo andrebbe approfondito e preso in seria considerazione. Una ipotesi è che al pari di altre attività chirurgiche importanti della nostra Regione quella di area oncologica soffra della carenza di spazi operatori nei principali ospedali

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Performance 2021 dell’Area Vasta 3 di Macerata secondo il Laboratorio Management e Sanità della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa

di Claudio Maria Maffei*

Sono da poco uscite le elaborazioni relative all’anno 2021 del laboratorio management e Sanità della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, con cui la Regione Marche ha un rapporto di convenzione. Queste elaborazioni analizzano i dati dei flussi informativi sulla sanità e calcolano degli indicatori che vengono poi riportati in un bersaglio.

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Claudio Maria Maffei

Più l’indicatore “colpisce” il centro verde del bersaglio e più il fenomeno esplorato da quell’indicatore va bene, mentre se il bersaglio viene colpito dall’indicatore lontano dal centro in zona rossa il fenomeno cui si riferisce costituisce una seria criticità. Nel caso della Area Vasta di Macerata tra i tre indicatori sintetici (che mettono assieme cioè le informazioni di più indicatori sullo stesso problema) che vanno peggio colpendo la zona rossa c’è n’è uno di area oncologica particolarmente importante (il C10D) e cioè i tempi massimi di attesa per la chirurgia oncologica. Questo indicatore calcola la percentuale di pazienti in lista di attesa operati entro un mese per i seguenti interventi di chirurgia oncologica considerati di Classe A per la loro importanza: mammella, prostata, colon, retto, polmone, utero, melanoma e tiroide. Sono inclusi i ricoveri ordinari e i day hospital.

L’obiettivo si intende raggiunto con una quota pari o superiore al 90% delle prestazione erogate. Nelle Marche nel 2021 l’Area Vasta di Macerata è rimasta lontana da questo obiettivo ed è stata quella con il dato peggiore tanto da finire in zona rossa. Invece l’Area Vasta 3 è andata abbastanza bene e molto bene negli altri due indicatori di area oncologica e cioè rispettivamente il C10 (bersaglio colpito vicino al verde) e il C10R (bersaglio colpito in pieno). Il C10 raccoglie gli indicatori che misurano altri elementi – e non i tempi di attesa – caratterizzanti ad esempio il percorso oncologico per il tumore della mammella, della prostata e del colon-retto mentre il C10R valuta se nel 2021 c’è stata una riduzione di attività di chirurgia oncologica rispetto al 2019. Il dato dei tempi di attesa per la chirurgia oncologica della Area Vasta 3 (ma quello della Regione nel suo complesso non va molto meglio) va approfondito e preso in seria considerazione. Una ipotesi è che al pari di altre attività chirurgiche importanti della nostra Regione quella di area oncologica soffra della carenza di spazi operatori nei principali ospedali.

Se così fosse la notizia di poche ore fa di una riapertura della sala operatoria di Pergola per interventi in anestesia generale andrebbe vista con occhio critico. Impegnare una equipe chirurgica e una cooperativa di anestesisti “a gettone” con costi per definizione elevatissimi per soli 60 interventi al mese (questo è il numero riportato dalla stampa locale sulla base delle affermazioni del primario chirurgo) non sembra davvero una scelta sensata.

*Medico e dirigente sanitario in pensione



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