di Gianluca Ginella
Saranno decisivi gli accertamenti dei carabinieri del Ris di Roma per arrivare ad una svolta nell’indagine sull’omicidio di Rosina Carsetti, la donna di 78 anni uccisa a Montecassiano il pomeriggio del 24 dicembre. Le analisi sui reperti partiranno l’8 febbraio nella capitale. I legali dei tre indagati (Arianna Orazi, Enea Simonetti, Enrico Orazi, figlia, nipote e marito della 78enne uccisa), gli avvocati Andrea Netti e Valentina Romagnoli, hanno nominato un loro consulente per partecipare agli accertamenti. Si tratta della genetista Anna D’Ambrosio, docente di Applicazione forense all’università La Sapienza di Roma.
Gli accertamenti riguarderanno reperti di dna che sono stati prelevati sul corpo di Rosina, il materiale trovato sotto le unghie dell’anziana uccisa, gli indumenti che indossava il giorno in cui è morta, i due cavi degli aspirapolvere Folletto che secondo il racconto dei familiari un rapinatore avrebbe usato per legarli dopo essere entrato in casa e aver ucciso la 78enne, i due calzini usati sempre dal rapinatore per metterli in bocca a Enrico e Arianna, delle banconote che sono state trovate nella borsa di Arianna (circa duemila euro), e un accendino che è stato trovato sotto il corpo della vittima. In precedenza altro materiale sequestrato in casa era stato analizzato dal Sis dei carabinieri di Ancona (gli esami erano iniziati il 15 gennaio). In quel caso si trattava di cassetti del comò, le due sedie dove sarebbero stati legati Arianna ed Enrico, un quadro che sarebbe stato spostato dal rapinatore (secondo quanto indicato dai legali degli indagati), i due aspirapolvere Folletto, la tastiera di un computer, una boccetta di profumo.
Gli accertamenti potrebbero portare ai primi risultati nel giro di una quindicina di giorni, e comunque alla procura di Macerata sarebbe stato assicurato che verranno svolti in tempi rapidi. Indagini che proseguono (anche quelle affidate alla Guardia di finanza) e che fanno affidamento prima che vi sia una svolta di qualche tipo, agli esiti di ciò che emergerà dai Ris. E non solo, importanti sono anche le consulenze attese in procura c’è anche quella di Luca Russo, che si è occupato dell’analisi dei telefoni e dei computer che sono stati sequestrati agli indagati. Non solo il contenuto dei telefoni (Arianna ed Enea a fine anno avevano resettato i loro cellulari – la difesa spiega perché avevano riscontrato dei problemi – ma il consulente sarebbe comunque riuscito a recuperarne il contenuto) ma anche, attraverso i cellulari, i movimenti degli indagati. E qua c’è uno dei dubbi, il perché Enea sia rimasto per circa un’ora nel piazzale del supermercato dove era andato intorno alle 18 del 24 dicembre.
Periodo in cui il ladro di cui parla la famiglia sarebbe entrato in casa. Passando dalla portafinestra della cucina. E qui c’è un altro nodo dell’indagine: i segni trovati sull’infisso sono quelli lasciati per scassinare la porta (come sostiene la difesa) o sono legati ad usura (come ritiene la procura). E poi, altro dubbio degli inquirenti sulla ricostruzione della famiglia: perché tra le tre persone che erano in casa, il ladro ha ucciso quella che probabilmente era la più debole? Perché non legare anche lei? E sempre sulla ricostruzione ci sono altri dubbi: perché entrare disarmato, da solo, in una casa dove erano presenti tre persone. Perché, ad esempio, se era pronto ad affrontare qualcuno che avesse trovato in casa, non si è portato una corda ma ha usato i cavi degli aspirapolvere? Tra l’altro sapendo che i cavi del Folletto si staccano. E oltre a questo c’è la questione dei rapporti tra Rosina e i suoi familiari, il fatto che si fosse rivolta ad un centro antiviolenza, gli sfoghi con le amiche. I familiari negano invece che la 78enne venisse maltrattata, anzi dicono che era una persona solita lamentarsi di tutto.
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Certo, io sono imbranata, se dovessi staccare il cavo del folletto dovrei andare a cercare sul libretto delle istruzioni, poi dove l’avrò messo . . .?