«Arianna ha un livido sul braccio,
risale alla vigilia di Natale»
Nuovo indizio della difesa

OMICIDIO DI ROSINA- La figlia della 78enne uccisa ha un ematoma. L'avvocato Andrea Netti ha chiesto un consulto con il proprio medico legale: «La signora ci ha riferito che il rapinatore le ha stretto il braccio quando l’ha legata, il segno è compatibile». La prossima settimana i legali sentiranno le imprese che hanno fatto i lavori nell’abitazione «gli operai hanno frequentato la casa per mesi e possono darci uno spaccato familiare». Trovata una ricevuta della vendita di gioielli da parte della 78enne ad un compro oro. Prelevato altro materiale informatico

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La mansarda della villetta messa a soqquadro

 

di Gianluca Ginella

«La signora Arianna Orazi ha un livido ad un braccio che abbiamo esaminato con il nostro medico legale e il periodo a cui risale è compatibile con il 24 dicembre. A provocarlo, secondo quanto mi ha detto, è stato il rapinatore che le ha stretto il braccio quando l’ha legata. La prossima settimana parleremo con le imprese che hanno fatto i lavori per mesi nella villetta, credo possano darci uno spaccato della famiglia Orazi».

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Arianna Orazi (al centro) con gli avvocati Valentina Romagnoli e Andrea Netti durante uno dei primi sopralluoghi

Così l’avvocato Andrea Netti, legale di Arianna Orazi, Enea Simonetti, Enrico Orazi, figlia, nipote e marito di Rosina Carsetti, tutti accusati dell’omicidio della donna. Oggi nella villetta sono proseguiti gli accertamenti e si sono concentrati nella mansarda, là dove il rapinatore di cui parla la famiglia, avrebbe trovato duemila euro. Che erano parte del denaro ricavato dalla vendita di una moto (ceduta per 4mila euro circa). I carabinieri hanno inoltre trovato una ricevuta di un compro oro, che risale al 2019, che indica la vendita di qualche oggetto prezioso da parte di Rosina che avrebbe ricavato 1.320 euro, «denaro che non si sa che fine abbia fatto» dice Netti. Nella camera di Rosina sono stati trovati oggetti che sembrano di bigiotteria, e tra l’altro una bozza dell’atto pubblico di trasferimento della villetta a favore del nipote. Nella villetta oggi è tornato anche Luca Russo, consulente della procura che si sta occupando degli accertamenti informatici e sui telefoni. Russo voleva sapere se vi fosse altro materiale informatico. Al sopralluogo era presente un legale della famiglia, Valentina Romagnoli (con lei anche il nipote di Rosina), che chiamato Arianna Orazi e le ha girato la domanda. «La signora ha collaborato e ha indicato che in una cassapanca c’erano un tablet e un portatile e il consulente li ha portati via per analizzarli» continua Netti. Un’altra questione è quella dove si trovasse il nipote di Rosina tra le 18 e le 19, nell’ora in cui sarebbe entrato in casa il rapinatore. «Ha detto di essere rimasto nel parcheggio del supermercato dopo aver fatto la spesa perché doveva incontrare un amico che poi non è venuto». Sul fatto che in un primo momento ai carabinieri avesse detto di essere andato a Macerata, il legale spiega che la dichiarazione sarebbe stata frutto dello stress degli interrogatori e che sarebbe di semplice spiegazione, «lunedì devo incontrare la famiglia e parleremo anche di questo».

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Enea Simonetti durante il sopralluogo di questa mattina

Un altro dettaglio riguarda due brandelli di calzari, di quelli usati dai carabinieri durante i sopralluoghi sui luoghi dei delitti. Arianna aveva detto che il rapinatore li indossava. «Sono stati trovati due pezzi: uno grande come un’unghia, l’altro quanto un quarto di un palmo della mano. Il rapinatore li avrebbe strappati dopo una colluttazione col marito di Rosina, al quale aveva tirato anche un paio di sberle – dice l’avvocato Netti -. Se quei brandelli non sono dei calzari del rapinatore, allora lo scenario alternativo è che si aggiunge un ulteriore elemento di inquinamento della scena del crimine, perché è evidente che qualcuno dei carabinieri li ha lasciati lì. E poi se si sono tolti i calzari dentro la scena del crimine, mi domando se abbiano lasciato delle orme?». Un altro particolare che sottolinea il difensore è quello di «un livido al braccio di Arianna. Lo abbiamo analizzato con la dottoressa Francesca Tombesi, nostro medico legale, e l’epoca di creazione del livido è compatibile con la notte del 24 dicembre. È evidente che è stata aggredita dal ladro e ha riportato questo livido. La signora Arianna riconduce il livido a quando il rapinatore le ha stretto il braccio quando è stata messa su una poltroncina e legata». Il legale poi chiarisce un altro punto: «il pomeriggio del 24 dicembre tutti e quattro erano rimasti a casa. E all’ora in cui era entrato il malvivente Arianna e il padre stavano guardando un programma su Sky. Quando vedo che si dice che una vicina era andata a suonare a casa e nessuno aveva risposto, dico che evidentemente ha sbagliato portone perché la famiglia Orazi non ha il campanello. Infatti, dopo i lavori che hanno fatto, stavano vedendo dei preventivi per installare un videocitofono». E a proposito di lavori «martedì incontrerò le imprese che sono state mesi dentro casa. Sono tre imprese e ritengono, avendo trascorso tanto tempo nella villetta, possano riferire cosa accadeva e le dinamiche dentro casa».

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