La pianta del primo piano della villetta di via Pertini. In alto a sinistra i segni trovati sulla portafinestra nel corso del sopralluogo
di Gianluca Ginella
La ricostruzione di ciò che sarebbe accaduto nella villetta di via Pertini di Montecassiano il 24 dicembre, quando Rosina Carsetti è stata uccisa, parte dalla portafinestra della piccola cucina al primo piano. Da lì sarebbe entrato il malvivente (che sarebbe stato disarmato) di cui parlano i familiari, forse usando una scala blu che si trova nel vicolo dietro casa (sarebbe lì da diverso tempo comunque). L’uomo nella cucina avrebbe ucciso Rosina, soffocandola. Poi avrebbe legato Arianna, la figlia della 78enne, nel soggiorno del primo piano a pochi metri da dove stava il corpo della madre.
A quel punto l’uomo sarebbe sceso al piano seminterrato e lì avrebbe chiuso dentro al bagno Enrico Orazi, il marito di Rosina. Fatto questo il presunto rapinatore sarebbe risalito al primo piano e avrebbe chiesto ad Arianna dove si trovavano i soldi. La donna gli avrebbe detto dove era il denaro (i circa 2mila euro che i famigliari dicono sono stati portati via) e a quel punto l’uomo sarebbe salito in mansarda e dopo aver frugato in giro avrebbe trovato il denaro dove gli era stato indicato, per poi andarsene. Questa la ricostruzione che è stata fatta agli inquirenti di quanto accaduto la notte della vigilia. I militari ieri hanno svolto un sopralluogo per cercare impronte sul pavimento della villetta. I legali di Arianna, Enea Simonetti, nipote della anziana che non si sarebbe trovato in casa al momento della rapina (secondo la versione dei familiari), e di Enrico Orazi, ieri hanno evidenziato che c’erano segni di effrazione alla porta finestra del cucinino del primo piano. Il procuratore Giovanni Giorgio su quella traccia ha detto che si tratta di ipotesi difensive.
Oggi pomeriggio a Montecassiano è tornato il consulente della procura Luca Russo per proseguire la mappatura della zona e la ricerca di telecamere che potrebbero aver visto qualcosa. Lungo via Pertini però di telecamere non ce ne sarebbero. Alcune case che stanno sulla via parallela a monte della villetta, sono dotate di videocamere, che però non guardano né verso la villetta degli Orazi, né su via Berlinguer, la strada che scende verso via Pertini e che potrebbe essere quella usata dal malvivente di cui parla la famiglia per raggiungere la casa. Altro dettaglio, un vicino di casa, verso le 19-19,30 della vigilia di Natale era rimasto a lungo a camminare davanti alla villetta a schiera mentre parlava al cellulare e non aveva notato movimenti sospetti. Se il malvivente fosse passato non da via Berlinguer, né da via Pertini, ma dalla parallela a monte della villetta, avrebbe dovuto fare un giro complicato. Da lì infatti doveva scendere tra due palazzine ed entrare nel cortile di una di queste dove c’è un cane bassotto (che abbaia subito appena ci si avvicina). Lì avrebbe dovuto scavalcare una recinzione, attraversare il cortile, scavalcare una seconda recinzione e a quel punto avrebbe raggiunto il sentiero dietro la casa degli Orazi, dove c’è la scala appoggiata alla recinzione.
Questo per fare un quadro dell’esistente. Ma i carabinieri indagano a 360 gradi. E i familiari di Rosina, Enea Simonetti, Arianna e Enrico Orazi sono stati tutti e tre indagati per omicidio volontario, favoreggiamento, simulazione di reato, e maltrattamenti in famiglia. Quest’ultimo reato è stato contestato dopo che la procura ha sentito diverse persone che conoscevano l’anziana e che hanno riferito della situazione familiare di cui aveva parlato loro la 78enne.
IL FUNERALE – Intanto oggi la procura ha dato il nullaosta per il funerale dell’anziana dopo che nei giorni scorsi c’era stato lo stop, legato ad una questione burocratica. L’ultimo saluto è stato fissato per sabato (2 gennaio) e si svolgerà a Montecassiano alle 15 nella chiesa di Valle Cascia. Il funerale doveva infatti svolgersi lunedì ma poi era arrivato lo stop e il rinvio. Oggi pomeriggio Arianna e Enea sono andati dai loro legali per ricostruire l’accaduto. Non c’è Enrico Orazi perché in questi giorni ha la febbre alta (è comunque risultato negativo al Covid).
«Noi ieri abbiamo riscontrato una serie di elementi che sono utili per affermare che la ricostruzione offerta fin dalle prime ore dalla signora Arianna è in linea a quanto trovato n casa e non si limita all’effrazione – dice l’avvocato Andrea Netti -, oltre a quello è venuto fuori un ulteriore elemento probatorio molto importante che non sveliamo nel dettaglio, ma c’è una ulteriore prova dell’esistenza di questa figura così come descritta, c’è qualcosa in casa che può aver portato solo lui, parliamo di qualcosa che indossava e che era stato descritto da Arianna. E se si trova uno di questi elementi, questo certifica la bontà della descrizione fatta. Se era italiano non ha detto molto a parte chiedere dove stanno i soldi. Oggi stiamo facendo un esame incrociato in studio, una nostra tecnica per ricostruire nel dettaglio l’accaduto e poi ricercare riscontri. Con questa tecnica incrociata riesci ad entrare ancora più nel dettaglio».
La prima telecamera che si incontra intorno alla villetta. Si trova sul retro e inquadra la parallela di via Pertini
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…mah, a sembra proprio la storia, molto ben sceneggiata, dell’ingresso in casa di un malvivente, di certo, ma dove c’è pure una attenta regia dietro, oltre che lo studio, e prima, ovviamente, del soggetto!! Ma forse ho visto troppi film, il che è pure certo, direi!! gv
tracce di effrazione, indumenti , la scala, come mai tutti questi elementi sarebbero stati ignorati o non presi in considerazione nel primo sopralluogo della scentifica? un insieme di incongruenze molto strano…boh