Tre gli omicidi di Natale nel Maceratese:
Simone ucciso dalla madre
e il caso di Terrucidoro

DELITTI - Negli ultimi nove anni per tre volte tra il 24 e il 25 dicembre si sono consumati gravissimi fatti di sangue in provincia. Nel 2011 a Recanati un imprenditore sparò a un bandito che cercava di entrare nella sua abitazione, nel 2014 a San Severino una donna uccise il figlio di 13 anni. Due giorni fa il delitto di Rosina Cassetti a Montecassiano

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Debora Calamai in una foto insieme al figlio Simone

 

Il Natale è simbolo di rinascita e comunità ma per la provincia di Macerata è anche legato a doppio filo con la tragedia di una vita tolta con la violenza. Negli ultimi anni nel Maceratese sono stati tre gli omicidi che si sono consumati tra il 24 e il 25 dicembre.

Scorrendo indietro nel tempo, sei anni fa, impossibile non ricordare la tragedia di San Severino della Vigilia di Natale 2014. In una casa del Rione Settempeda venne ucciso dalla madre l’appena 13enne Simone Forconi. La donna, Debora Calamai, colpì il figlio con nove coltellate. Il bambino voleva tornare dal padre, che aveva anche chiamato due volte. La madre aggredì il figlio in preda a un raptus. Simone provò a scappare ma venne inseguito e raggiunto da almeno due fendenti fatali. Calamai, all’epoca 39enne, venne assolta nel settembre del 2015 perché ritenuta incapace di intendere e volere al momento dell’omicidio.

Tre anni prima invece ci fu il tragico epilogo della rapina in villa in contrada Ricciola a Recanati. La notte del 25 dicembre 2011 alcuni uomini si introdussero nella dependence dell’abitazione, armati di mazze, per rubare quadri, soldi e gioielli. Stavano per andarsene quando uno di loro con la mazza colpì una finestra, rompendola. Il rumore svegliò il proprietario, Stefano Terrucidoro, che si trovava solo in casa. L’uomo, allora 60enne, impaurito per quello che stava accadendo, prese la sua pistola Smith Wesson (regolarmente detenuta) ed esplose un colpo in direzione della finestra da cui aveva sentito provenire il rumore. Il proiettile raggiunse alla testa uno dei rapinatori: Sali Kaculi, un 28enne di origine albanese da poco in Italia e senza precedenti. Il giovane fu soccorso e portato all’ospedale di Torrette dove morì poco dopo. Gli altri rapinatori si dileguarono ma tre di loro vennero poi individuati. Per Terrucidoro la vicenda si è chiusa con l’archiviazione dell’indagine: fu legittima difesa.

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Le indagini nell’abitazione di Rosina Cassetti

In questi giorni invece a scuotere le coscienze l’omicidio di Rosina Cassetti, 78enne uccisa due sere fa a Montecassiano mentre si trovava nella sua villetta in via Pertini. La figlia Arianna, il marito Enrico Orazi e il nipote Enea Simonetti, sentiti per molte ore dai carabinieri e per cui si è aperta oggi  l’indagine per omicidio volontario e favoreggiamento (un atto dovuto per consentire di partecipare all’autopsia), hanno riferito che in casa c’era stata una rapina. Un malvivente, secondo la versione dei familiari, sarebbe entrato nell’abitazione per poi legare la figlia e chiudere nel bagno Enrico Orazi. A liberarli sarebbe poi stato il nipote. Nel frattempo Rosina Cassetti era però morta, trovata distesa a terra sul pavimento della cucina.

(Fe. Nar.)



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