di Gianluca Ginella (foto di Fabio Falcioni)
Scena muta dei familiari di Rosina durante l’interrogatorio dai carabinieri. Lo avevano anticipato i loro legali nei giorni scorsi e così è stato questa mattina. Arianna Orazi, la figlia di Rosina Carsetti, la 78enne uccisa la vigilia di Natale, Enrico Orazi e Enea Simonetti, marito e nipote della vittima (tutti indagati per omicidio volontario, favoreggiamento e simulazione di reato) sono rimasti per circa un’ora e mezza nella caserma del comando provinciale di Macerata. Con loro c’era uno dei legali, l’avvocato Valentina Romagnoli.
Il nipote di Rosina esce dalla caserma, seguito dal nonno e dalla madre. A destra il loro legale, l’avvocato Valentina Romagnoli
Fuori dalla caserma erano presenti numerosi giornalisti, fotografi, cameraman che hanno attirato la curiosità di chi si è trovato a passare. Verso le 12,30 i famigliari di Rosina sono usciti e hanno raggiunto la Jeep nera del nipote della 78enne, senza rilasciare dichiarazioni e con i visi coperti da occhiali da sole e mascherine. A spiegare com’è andata in caserma è stato l’avvocato Romagnoli. «Come avevamo anticipato si sono tutti avvalsi della facoltà di non rispondere. Riteniamo che quanto già detto subito dopo il fatto sia sufficiente. Avevano già dato un’ampia ricostruzione di quello che era accaduto». Una delle domande che tanti si fanno è sul silenzio dei famigliari di Rosina. «E’ una scelta che è stata condivisa con noi difensori. I signori Orazi hanno ritenuto di lasciare a noi qualsiasi dichiarazione con la stampa – continua l’avvocato Romagnoli -. Si tratta di una situazione delicata, prima di tutto dal punto di vista umana. Su tutti Enrico Orazi è molto provato da un punto di vista fisico e della salute, questa mattina riusciva a malapena a parlare. Ci deve essere il massimo rispetto per queste persone che sono state travolte da un lutto e da una vicenda giudiziaria e sono molto frastornati». La versione dei familiari è che la vigilia di Natale nella villetta di via Pertini a Montecassiano è entrato un rapinatore che ha ucciso Rosina, soffocandola. Le indagini dei carabinieri si stanno concentrando sull’analisi dei telefoni e del materiale informatico che sono stati sequestrati. Sabato ci sarà un nuovo sopralluogo alla villetta per proseguire gli accertamenti e le ricerche di elementi utili alle indagini. Nell’ultimo è stato trovato e repertato un pezzo della portafinestra della cucina, secondo i difensori di Rosina sarebbe una prova che il 24 dicembre c’è stata una effrazione e un malvivente è entrato per fare un furto. Il bottino, sempre a detta dei famigliari, era stato di circa duemila euro.
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