di Gianluca Ginella (Foto di Federico De Marco)
Quel 24 dicembre, quando la nonna è stata uccisa, Enea Simonetti è rimasto per circa un’ora nel parcheggio del supermercato dopo aver fatto la spesa. Secondo la sua versione ha guardato dei video sul cellulare. In un primo momento in realtà, il nipote di Rosina Carsetti, la donna uccisa a Montecassiano, avrebbe riferito ai carabinieri di essere andato a Macerata.
Una circostanza su cui poi è tornato, spiegando che dopo essere andato a fare la spesa era rimasto nel parcheggio del market, che si trova a circa un chilometro dalla villetta di via Pertini dove la nonna è stata uccisa la vigilia di Natale. In quel parcheggio il giovane si è fermato da poco dopo le 18, quando è andato a fare la spesa. Tornato a casa, secondo la versione fornita dai famigliari di Rosina (la figlia Arianna Orazi, il marito Enrico Orazi e lo stesso Enea), il giovane aveva scoperto che la madre era stata legata e che il nonno era stato chiuso all’interno di un bagno al piano seminterrato da un rapinatore. Rapinatore che, sempre secondo la versione dei famigliari, avrebbe anche ucciso la nonna proprio nei minuti in cui lui era andato al supermercato. Si tratterebbe della contraddizione su cui il magistrato Vincenzo Carusi, che insieme al procuratore Giovanni Giorgio coordina le indagini dei carabinieri, voleva vederci chiaro nel corso degli interrogatori del 7 gennaio. Quel giorno però si sono tutti avvalsi della facoltà di non rispondere.
L’avvocato Andrea Netti, uno dei legali di Arianna, Enea e Enrico, sulla questione di una contraddizione nel racconto del nipote di Rosina, nei giorni scorsi aveva spiegato: «Quando è stato sentito la prima volta, la notte del 24 dicembre, sembrerebbe abbia detto una cosa sulla quale iniziava a entrare in contraddizione. Va considerato che dopo 4 ore di semi interrogatorio era sfinito e magari qualcosa l’ha detta in maniera sbagliata». Altra cosa che non tornerebbe agli inquirenti riguarda la figlia Arianna.
Sentita dai carabinieri, avrebbe riferito di aver sentito un tonfo (un rumore causato dal rapinatore entrato in casa) al primo piano, mentre lei si trovava al piano inferiore, e di essere andata a controllare. Successivamente, quando le era stato chiesto cosa si era detta col padre dopo aver trovato il corpo della madre morta, avrebbe detto che i televisori in casa erano a volume molto alto e pur essendo vicina ad Enrico Orazi, non aveva capito cosa le diceva.
C’è poi un altro dettaglio, che in questo caso la difesa sostiene essere a riprova della presenza del rapinatore. La figlia di Rosina ha riferito che il malvivente era entrato in casa con dei calzari ai piedi, come quelli che usano i carabinieri per i sopralluoghi, e in casa sono stati trovati dei brandelli di calzari. Per la difesa potrebbero appartenere al rapinatore. Per gli inquirenti invece quei brandelli sarebbero pezzi di quelli che indossavano loro nel corso dei sopralluoghi. Sopralluoghi che sono proseguiti oggi con i carabinieri della Scientifica che hanno proseguito la ricerca di tracce all’interno della villetta. Presente il nipote di Rosina, Enea, e uno dei legali della famiglia, l’avvocato Valentina Romagnoli. Enea Simonetti, Arianna e Enrico Orazi sono tutti indagati per l’omicidio della 78enne.
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