Al centro il procuratore Giovanni Giorgio. Al suo fianco, sulla destra, il questore Antonio Pignataro e il commissario capo Maria Raffaella Abbate. Alla sinistra, il colonnello Michele Roberti, comandante provinciale dei carabinieri, il colonnello Walter Fava, comandante del Nucleo operativo e il tenente Antonio Masciarelli, comandante della compagnia di Tolentino
di Gianluca Ginella (foto di Fabio Falcioni)
Nasce dalla morte di Pamela Mastropietro l’imponente operazione di polizia e carabinieri coordinata dalla procura di Macerata che ha portato all’esecuzione di 27 misure cautelari (alcune ancora in fase di esecuzione). Ricostruita una attività di spaccio di eroina per oltre 4mila cessioni documentate.
Lo spaccio di droga avveniva ai Giardini Diaz, al parco di Fontescodella, ma anche in via Pace e via Roma e si allargava dai confini di Macerata fino a Passo di Treia. Due le persone che tiravano le fila dello spaccio, entrambi nigeriani, che gestivano due distinte reti di pusher (per lo più nigeriani). Uno di questi è stato catturato a Ferrara dai carabinieri. Tra le persone raggiunte da misure cautelari ci sono anche Innocent Oseghale, accusato dell’omicidio di Pamela (per lui il gip ha disposto l’obbligo di dimora) e Lucky Awelima e Desmond Lucky (entrati anche loro nell’indagine per l’omicidio della 18enne) e già condannati per spaccio rispettivamente a 8 anni e a sei anni. Al vertice di una delle reti di spaccio c’era il 19enne Happiness Uwagbale, nigeriano, catturato dai carabinieri a Ferrara. Il secondo è il 35enne Osas Nelson Adoghe, catturato dalla polizia a Macerata.
Dalle indagini è emerso che Uwagbale riceveva la droga da Ancona tramite ovulatori che giungevano a Macerata, di solito con l’autobus. Le 27 misure cautelari sono state chieste dal procuratore Giovanni Giorgio e disposte dai Gip Domenico Potetti e Giovanni Manzoni. «Le indagini hanno avuto avvio dalla triste vicenda di Pamela Mastropietro, che è stata una frustata per le forze dell’ordine e la città – ha detto il procuratore –. Sono state avviate in modo massiccio. L’impegno è stato massimo per individuare i responsabili di una capillare rete di spaccio. Le operazioni sono in corso perché non tutte le persone colpite da misura cautelare sono state trovate. Due nigeriani sono ritenuti le persone che tiravano le fila dello spaccio». Le indagini per contrastare il giro di cessioni di stupefacenti in città hanno visto aumentare del mille percento le intercettazioni in provincia rispetto allo scorso anno.
Quindici le misure cautelari spiccate in seguito alle indagini della polizia di Macerata di cui 13 in carcere e due di obbligo di firma e di dimora. Dodici quelle dei carabinieri di cui 5 in cella. Alcune delle misure devono ancora essere eseguite perché gli indagati, persone senza fissa dimora, non sono stati rintracciati e potrebbero, in certi casi, trovarsi all’estero. Il procuratore Giorgio ha sottolineato inoltre: «Sono stati perquisiti anche tre immobili a Treia gestiti dal Gus. Si è reso necessario perché dalle indagini era emerso che in uno di questi immobili veniva tagliata la droga da una delle persone indagate che però non si è riuscito a trovare. Le perquisizioni hanno dato esito negativo a dimostrazione che altre persone ospiti degli immobili non erano coinvolte nell’attività di spaccio, così come non lo è il personale del Gus».
OPERAZIONE POLIZIA – Le operazioni di polizia e carabinieri hanno individuato due distinte reti di spaccio. Quella della questura, condotta dalla Squadra mobile, diretta dal commissario capo Maria Raffaella Abbate, è partita a marzo.
«Ogni spacciatore agiva quasi come un rappresentante e aveva un suo pacchetto clienti. A volte era lui stesso a contattare il cliente per dirgli che la droga era disponibile. Per lo più spacciavano eroina – spiega il commissario capo Abbate –. Lo spacciatore aveva sempre a disposizione i prodotti che potevano servire. Le indagini sono iniziate a marzo e per la nostra parte abbiamo ricostruito 1.250 cessioni di droga che sono state documentate. Era una attività molto articolata, le zone erano via Pace, via Roma, i Giardini Diaz, Fontescodella e anche Passo di Treia». Già a luglio le indagini avevano portato all’emissione di 5 provvedimenti cautelari. Le indagini si sono svolte con intercettazioni telefoniche, strumentazione sofisticata, ma anche tecniche più tradizionali come appostamenti, pedinamenti e agenti sotto copertura che si sono finti clienti. Dalle indagini è inoltre emerso che numerosi episodi di spaccio erano avvenuti anche davanti alle scuole Fermi e Galilei. A volte a comprare droga erano minorenni, a basso costo. A capo di questa rete c’era il nigeriano Adoghe.
INDAGINE CARABINIERI – «Abbiamo ricostruito una fitta rete di cittadini stranieri che si erano spartiti la gestione dello spaccio dividendo Macerata in tre zone (nord, sud, centro), con accordi di non invadere il territorio degli altri. A capo c’era Happiness Uwagbale. Abbiamo ricostruito 2.800 cessioni da maggio 2016 a giugno 2018 per oltre 1,6 chili di eroina è un provento illecito per 100mila euro» spiega il colonnello Walter Fava, a capo del Reparto operativo. La droga arrivava da Ancona e veniva portata da ovulatori che giungevano a Macerata in autobus. Ieri a Macerata, Treia e Ferrara, il comando provinciale con 100 carabinieri (tra questi anche i militari del Nucleo cinofili di Pesaro e del Quinto Nucleo elicotteri di Pescara) ha dato esecuzione ieri alle misure cautelari disposte dal Gip Giovanni Manzoni. L’indagine per i carabinieri è stato svolta sia dal Reparto operativo di Macerata che dalla Compagnia d Tolentino e nasceva dallo sviluppo delle investigazioni del delitto di Pamela (uccisa lo scorso 30 gennaio). In questo filone rientrano anche le misure disposte verso Oseghale, Awelima e Desmond Lucky (tutti e tre già in carcere). Le zone in cui si divideva lo spaccio: Santa Croce era la zona nord, i Giardini Diaz la sona centro, e la zona sud era quella dell’ospedale. Lo spaccio avveniva con i pusher che si muovevano tenendo in bocca la dose da vendere al cliente ed era gestita dal 19enne Happiness Uwagbale che è stato arrestato a Ferrara grazie alla collaborazione dei militari della compagnia della città emiliana. Un modo di spacciare che era finito al centro del servizio di una trasmissione (Quarto grado). «Anche le persone che si vedevano spacciare in quel servizio sono state individuate e sottoposte a misura cautelare» ha detto il procuratore.
QUESTORE E COMANDANTE CARABINIERI – «Se le denunce di spaccio risultano aumentate è dovuto alle indagini che hanno fatto emergere il fenomeno. L’operazione è figlia della strategia di contrasto e prevenzione – ha detto il colonnello Michele Roberti, comandante provinciale dei carabinieri –. Vogliamo aggredire la vendita e anche l’acquisto con un’azione preventiva. E’ una guerra che continueremo a combattere. Una guerra che ci vedrà impegnati a lungo. Macerata è lo specchio della nazione. Ma posso dire che la città è sicura». «La filiera istituzionale ha funzionato – dice il questore Antonio Pignataro –. Abbiamo risposto con i fatti. Abbiamo dato alla città di Macerata una sicurezza maggiore ed è un esempio anche per tutto il Paese. Il merito va soprattutto al procuratore Giovanni Giorgio».
Complessa operazione in città: «Durerà giorni, c’è segreto investigativo»
Congratulazioni a questo questore e a tutte le forze dell'ordine, chissà se il sindaco gliele farà
Ma per il sindaco tutto ok ...
Eppure tutto era normale e veniva strumentalizzato per fini politici ... bel colpo complimenti e buon lavoro! Grazie
Ops
Droga trasportata negli intestini, defecata, tagliata con medicine per cavalli, e poi sniffata da fichissimi e supponentissimi studenti con Isee farlocco e iscrizione gratuita, pronti a prendere le redini della città.
città tossica
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…e mi raccomando, a tutti quelli che sono..interessati, di non perdersi assolutamente, per la serie “Incontri d’autunno, a Macerata con il signor Maggi, il dibattito sul tema “andare incontro al futuro sapendo accogliere le..novità come opportunità e non come pericoli”!! Quindi cari corregionali, sappiate cogliere q
…quanto riportato nell’articolo, come una opportunità, e non come un pericolo…e sai che opportunità!! Saluti a tutti gli…opportunisti!! gv
Stento a credere che, dopo il più grande arresto di gruppo mai avvenuto in provincia prevalentemente nigeriani, non si possa parlare di organizzazione mafiosa sia per diffusione in Italia e presenza egemone in diverse regioni e città oltre a Macerata come Torino, Verona, Bologna, Roma, Napoli, Palermo, Bari e Caserta, talmente egemone da estromettere in alcune zone le mafie tradizionali nazionali e con alle dipendenze elementi nordafricani per lo spaccio al minuto; Altro dato che fa pensare è quello dei carcerati per l’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso (art.416 bis) dedita anche al traffico di stupefacenti pone la NIGERIA al primo posto in assoluto sul totale degli stranieri detenuti. La responsabilità morale di tutto quanto accaduto negli ultimi anni a Macerata con la morte di PAMELA ed in Italia con tanti altri fatti di criminalità d’importazione è dei politici che hanno favorito in vari modi l’arrivo di troppi immigrati con la scusa di scappare dalla guerra, sarebbe interessante conoscere fra questi 27 arrestati quanti avevano presentato la “richiesta di asilo politico” e quanti sono stati accolti in una delle “onlus” di accoglienza a spese del contribuente Italiano!!!
Queste sarebbero state, a detta del signor sindaco della sua giunta e della sua maggioranza, quelle “percezioni sbagliate” che l’opposizione aveva sollevato al pari di tantissimi cittadini molto prima di Pamela e Traini. Bastava farsi un giro in città con gli occhi non foderati da spesse fette di prosciutto ideologico ed interesse politico a prescindere, in spregio dei maceratesi, soprattutto giovani e giovanissimi, letteralmente rovinati dalle droghe di ogni tipo. Un sentito grazie alle forze dell’ordine al questore e al procuratore
Secondo me, il blitz anti-droga si doveva farlo prima della tragica morte di Pamela non dopo, cosi’ si risparmiava la vita della ragazza romana.
Per Romagnoli. Non è facile dire ‘prima’ che cosa sarà meglio. Il problema sarà invece sapere se gli arrestati sono come l’acqua nel secchiello del bambino interrogato da Agostino di Ippona sulla spiaggia del mare. Ossia: che percentuale sono del totale degli spacciatori esistenti i 27 presi?
Ottimo lavoro senza dubbio, ma purtroppo gli arrestati saranno sostituiti presto da altri venditori.
Forse è il caso di iniziare a lavorare pure sugli acquirenti di queste sostanze.
Non molte sere fa ho sentito in TV un noto criminologo particolarmente accalorato per il proliferare a livello nazionale della mafia nigeriana….
fenomeno secondo lui poco monitorato ma estremamente pericoloso per la particolarità di un etnia che non si crea nessuno scrupolo ad operare, molto più pericolosa anche delle nostre mafie,che in qualche misura hanno un codice etico.
Secondo sindaco e pdioti al potere da oltre20 anni va tutto bene e non ci sono mai stati problemi di droga. Secondo loro il problema è il fascismo. Grazie alle Forze dell’Ordine ed alla Procura.
A volte, nella vita, si danno incroci fortunati: pensate negli anni ’60 in tv l’incrocio tra Antonello Falqui e artisti come Mina, Panelli, Walter Chiari, Bice Valori, etc.
E così, a volte nella vita si danno incroci fortunati anche in ambito istituzionale: qui a Macerata, ad esempio, l’incrocio tra l’attuale questore, l’attuale procuratore e l’attuale comandante dei Carabinieri, è un incrocio miracoloso.
A loro – per il poco che può contare – tutta la mia stima e gratitudine.
mi domando fra quanti giorni gli arrestati saranno rimessi in libertà!!!!!!!
fugghiavano tutti dalla guerra poveri disgraziati.
Sig. Sindaco,
ha ancora il coraggio di parlare di Macerata come “città dell’accoglienza”??
Ce ne vuole di sfrontatezza e faccia di pietra per continuare questo ridicolo ritornello nel tentativo di abbindolare i maceratesi.
I fatti parlano. Tutti i santi giorni.
Purtroppo.
A questo punto sarebbe bene che anche il sindaco considerasse l’opportunità di scendere dal treno.
@Aldo Iacobini
e perchè mai dovrebbe scendere dal treno???
La maggioranza degli elettori ce lo hanno fatto salire per ben due volte e lui, chiaramente, si è comodamente seduto.
La cosa disarmante è che tutti i sui consiglieri non riesco a manifestare il più piccolo guizzo di dignità e continuano a farlo sedere comodamente nel treno