Ventimila euro di premi
a tre dirigenti Asur
Cisl: “Recuperiamo quei soldi”

LO SCANDALO - Matteo Pintucci e Maurizio Piccioni di Cgil e Uip hanno inviato una mail al direttore dell'Area vasta Gigliucci che lo ha inoltrato a Gianni Genga. Si attende a breve una risposta. Intanto Alessandro Pertoldi della Fp Cgil Marche contrattacca: "Stabilizzate i mille precari"

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Matteo Pintucci (Fp- Cgil)

Matteo Pintucci (Fp- Cgil)

Un extra premio di circa 20mila euro è stato riconosciuto nei giorni scorsi a tre dirigenti amministrativi dell’Asur – Area Vasta 3 – che si sono ritrovati nella busta paga il riconoscimento. Il bonus ha sollevato reazioni tutt’altro che favorevoli, specie tra i dipendenti. Anche pazienti e cittadini, abituati a fare i conti con i desolanti effetti dei tagli alla sanità, hanno tutt’altro che gradito la scelta della dirigenza dell’Area Vasta, arrivata poi in un momento complicato per la sanità maceratese. Solo nei giorni scorsi, ad esempio, si è infatti scongiurato il paventato trasferimento  del reparto di Oculistica da Macerata a San Severino (leggi l’articolo) e diversi sono i casi di disagi per i pazienti, dovuti alla scarsità di risorse umane (leggi l’articolo).
I ventimila euro provengono da un fondo, avanzato dagli anni passati, destinato ai premi di produttività dei dirigenti. A gennaio 2013, i sindacati hanno firmato con l’Area Vasta un’intesa sull’utilizzo di questi fondi per la dirigenza amministrativa, con l’impegno di fare lo stesso anche per la dirigenza sanitaria ma poi non se ne è più parlato e tre dirigenti si sono divisi la somma. Nei giorni scorsi i responsabili del settore funzione pubblica, Matteo Pintucci e Maurizio Piccioni di Cgil e Uip, hanno inviato un esposto  al direttore di Area Vasta Pierluigi Gigliucci criticando l’operazione. «La procedura amministrativa non è stata rispettata – spiega Pintucci – e andrà ripetuta, per di più è stata fatta senza avere un accordo sindacale. Continuiamo a chiedere che queste cifre scandalose vengano riviste. Ad oggi, attendiamo ancora una risposta». Risposta che potrebbe arrivare a giorni visto che Gigliucci avrebbe girato la mail al direttore dell’Asur Gianni Genga che avrebbe risposto e c’è grande attesa per sapere cosa accadrà.

 

L'ospedale di Macerata

L’ospedale di Macerata

Sulla vicenda intervengono anche le segreterie regionali di Cgil e Cisl. Luca Talevi della Fp Cisl spiega: «Spetta all’azienda verificare la corretta applicazione degli accordi sottoscritti unitariamente da Cgil, Cisl e Uil. Se, sia pur in buona fede, sono state erogate somme non dovute è compito della direzione dell’Area Vasta 3 prendere i provvedimenti necessari al recupero delle somme. Si è chiesto che vengano ridisegnate le dotazioni organiche della dirigenza e ricostituiti dal 2015 i fondi calcolandoli sulle figure effettivamente presenti e non su posti non più coperti». Talevi chiede anche che «la Regione si attivi per far si che parte dei fondi della dirigenza che si potranno risparmiare ridisegnando le dotazioni organiche vadano a incentivare progettazioni che coinvolgano il personale del comparto senza il quale la dirigenza non potrebbe raggiungere gli obiettivi di risultato».

Contrattacca  Alessandro Pertoldi, segretario generale Fp Cgil Marche che chiede la stabilizzazione del personale precario per un totale di 1000 posti: «Nella sanità marchigiana – dichiara –  è presente un “esercito” di precari composto da personale medico, infermieristico, tecnico sanitario, operatori di assistenza il cui ruolo è irrinunciabile per la tenuta e il livello qualitativo dell’intero sistema sanitario regionale. Sono complessivamente 1.240 e svolgono la loro attività con contratti a tempo determinato (376 uomini e 864 donne). Le diverse figure professionali presenti nel servizio sanitario regionale che non hanno un rapporto di lavoro stabile rappresentano il 6,39% rispetto al totale degli operatori della sanità marchigiana. Se le Marche si pongono al primo posto nella graduatoria delle regioni italiane per raggiungimento dell’equilibrio finanziario del sistema sanitario regionale chiudendo in attivo il 2013, grazie sopratutto al sacrificio delle lavoratrici e dei lavoratori della sanità marchigiana (meno operatori e conseguentemente maggiori carichi di lavoro, migliaia di ore di lavoro straordinario non sempre retribuite, ferie arretrate), lavoratrici e lavoratori che hanno sopportato il peso delle manovre finanziarie di contenimento della spesa del personale a partire dal 2010 (per un perdita complessiva di circa 1.500 operatori nel complesso del Servizio sanitario regionale), oggi chiediamo sia riconosciuto e ripagato lo sforzo compiuto».

(a.p.)

 

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