Sanità, Santucci: “Martini usa toni
da guappo di periferia”

BOTTA E RISPOSTA - Il funzionario della Provincia attacca il sindaco di San Severino riportando i numeri dell'Agenzia Regionale Sanitaria relativi all'ospedale settempedano

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Marina Santucci

Marina Santucci

Prosegue il botta e risposta sulla sanità e sui numeri previsti dalle reti cliniche  tra il sindaco di San Severino Cesare Martini e Marina Santucci, funzionario della provincia di Macerata. 
«Le mie affermazioni che tanto hanno fatto arrabbiare Martini – dice la Santucci – facendolo arrivare a dire, addirittura che avrei  sferrato contro Martini e Felicioli “un attacco assurdo, strumentale e disinformato” e che la sottoscritta dovrebbe, a suo dire, scusarsi ( per cosa?) o addirittura temere, vista una velata minaccia a dovermi assumere “le mie responsabilità” (leggi l’articolo) per aver espresso un diritto di critica nei confronti di una politica che ho definito “assente e claudicante”, sono basate su dati ufficiali.
I dati da me riportati provengono dall’unico ente che può certificare i flussi e le prestazioni ospedaliere nelle Marche, ossia la ARS, Agenzia Regionale Sanitaria. La tavola, su carta intestata (in fondo all’articolo) riassume i dati dell’ospedale di San Severino, su cui peraltro non mi ero neanche soffermata nell’intervento che Martini non ha digerito e che riguardava l’intera Area vasta 3.
La ARS è un ente strumentale della Regione  che ha, fra i propri compiti istituzionali, proprio “il monitoraggio ed il coordinamento delle attività sanitarie regionali”. All’interno della Ars, che si suddivide in diversi settori, ce ne è uno ( la “P.F. Asistema di governo del SSN”) che ha proprio il compito di “contare” i flussi , i parti, gli interventi, i ricoveri etc.. ; in pratica, le varie direzioni sanitarie raccolgono i dati grezzi e li trasmettono poi alla ARS che li rielabora e li ufficializza. Il dato grezzo riportato da Martini non ha quindi nessun valore statistico. La Ars riporta, per il 2013, 393 parti a S. Severino, struttura peraltro non dotata di neonatologia.
Tutto questo solo per dire che all’interno del dibattito ho cercato i dati ufficiali, tra l’altro raccogliendo al volo un’ intuizione di Donatella Donati , che proprio prima di me aveva suggerito che un discorso sulla riorganizzazione delle reti poteva essere fatto guardando ai flussi, cosa che poi ho fatto.
Questo è quanto, egregio Martini, se non fosse che un po’ spiace che un Sindaco, con un tono vagamente minaccioso cerchi di zittire un dibattito che lo vede coinvolto avocando pure “poteri politici occulti” che nessuno ha nominato, se non lei stesso. Quanto alle scuse, credo non farebbe male lei a porgerle ai suoi amministrati per i toni  usati in un comunicato stampa ufficiale che non rendono giustizia alla storia e alla cultura di San Severino, nonché alla luce delle dichiarazioni dell’ex primario di Pediatria di Macerata Gelsomini che, a mio avviso giustamente, riferendosi a lei, ha detto che “nel 2014 è assurdo, se non criminale, che si pratichi attività chirurgica senza la presenza di un centro di rianimazione, per cui, se ha veramente a cuore la salute dei suoi concittadini, dovrebbe adoperarsi a far cessare l’attività chirurgica nella sua città”.
L’inefficienza della politica si vede proprio nella ricostruzione della vicenda data da Martini , che oltretutto insistendo con pervicacia di fronte all’evidenza, conferma come i reali interessi dei pazienti siano posposti a quelli politici particolaristici.
Sarei comunque ben lieta di rispondere, in qualsiasi sede, dei dati da me forniti, ma la invito, cortesemente, a lasciare ad altre sedi toni e minacce più adatti ad un “guappo di periferia” che ad un Sindaco.
Su oculistica non suggerisco nulla al sindaco Martini, se non che vale anche per quella, secondo me, la considerazione dei flussi, della visione complessiva dell’area vasta e la novità, che sarà sfuggita a Martini, per cui il direttore di Area Gigliucci ha deciso da un giorno all’altro di cambiare versione dei fatti e di dichiarare ( vedremo se è vero) che il VI piano dell’ospedale di Macerata ( quello che era stato lasciato all’abbandono, tanto per intenderci, e per il quale si era chiesto anche l’intervento degli ispettori ministeriali), ospiterà, tempo 4 mesi, la chirurgia oculistica.
Sperando, finalmente, che Martini e tutti i sindaci dell’Area Vasta 3 comincino a pensare ad ottenere dalla Regione una sanità di eccellenza per la nostra provincia, pretendendo un ospedale unico provinciale efficiente e con alte specializzazioni e presidi di emergenza diffusi sul territorio».

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