di Laura Boccanera
“Caro Romano, non sei solo il sindaco di Macerata ma anche il presidente della Conferenza dei sindaci dell’Area vasta, su di te cade il peso della rappresentanza delle istanze del territorio e non solo dei cittadini del capoluogo”. A parlare è il primo cittadino di Civitanova Tommaso Corvatta che si inserisce nel dibattito sulla sanità provinciale e in particolare sul botta e risposta nato fra Romano Carancini e il collega di San Severino Cesare Martini. Le ultime settimane sono state dense di incontri fra i sindaci del territorio e da quanto si apprende il sindaco di Macerata sarebbe rimasto piuttosto isolato nella sua posizione.
Ora a dare manforte a San Severino arriva anche Corvatta che in un ragionamento ad ampio raggio sulla sanità manda alcuni messaggi ai sindaci del territorio e in particolare proprio a quello del capoluogo: “Mi chiedo se la nostra provincia intenda seriamente tenere il ruolo che le spetta in sanità – si chiede pleonasticamente Corvatta – non è più il tempo né delle attese, né dei contrasti tra i comuni della nostra provincia, è il tempo di assumere posizioni comuni forti a difesa della salute di tutti i nostri concittadini del maceratese. E’ tempo di pretendere dalla regione il rispetto dei criteri di rete clinica da lei stessa promulgati, sia quando in base ad essi si prediliga l’ospedale di Macerata, sia quando in base agli stessi risulti preminente Civitanova o San Severino-Camerino, sia quando debbano essere difesi servizi resi a Recanati, Tolentino o Matelica. C’è bisogno di stemperare la logica di accorpamento dei servizi insita nella rete clinica, con quella di attenzione al territorio, ai distretti sanitari che necessariamente debbono essere curati per cercare di limitare l’ospedalizzazione.Ne abbiamo una prima occasione tra pochi giorni,all’incontro con la Commissione regionale sanità, alla quale possiamo parlare con unica voce forte”.
E da qui l’appello a Carancini a non guardare solo al proprio “orto”: “Caro Romano – prosegue Corvatta – è giunto il momento di pensare ad un grande progetto per la sanità provinciale per il lungo periodo che sia importante, che unifichi le aspirazioni dei territori e ci metta in condizione di competere per qualità e quantità di servizi con le altre province e non ci ponga in una situazione di subalternità verso i vicini per non aver operato scelte coraggiose al momento opportuno”.
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CARANCINI, CHE FAI? Pensi solo al tuo orto? Prendi esempio da Corvatta. Costruisci un Palas per Treia!!!
Un po’ ciascuno non fa male a nessuno. E il Paziente? Quello è l’ultimo problema. Poi se si chiama paziente e non impaziente, un motivo ci sarà? Quindi che pazienti.!!!
Corvatta l’unica scelta coraggiosa di Carancini sarebbe buttare in mare te e Martini….voi pensate ai vostri interessi ma a quelli di chi si trovera’ costretto a girarsi tutta la provincia in quanto i reparti verranno delocalizzati senza peraltro risultare poli di eccellenza non ci pensa nessuno vero? Un povero cristo che da Sarnano prima doveva scendere a Macerata ed ora magari dovra’ girarsi mezza provincia per avere risposte a San Severino ed a Civitanova e’ veramente assurdo e da denuncia!!!! cominciate a pensare a riaprire i piccoli ospedali se veramente volete il bene dei cittadini…altrimenti presto serviranno a voi i reparti che tanto anelate!!!! La gente e’ stufa e questo prima o poi si tradurraì in mazzate dure e pesanti fisicamente parlando!!!!
@Ceresani. Fosse sante se parole.
…quale sarebbe il vantaggio per i cittadini, non solo di Macerata, ma anche di Civitanova e San Severino? Non è chiaro che il passo successivo allo smembramento dell’ospedale di Macerata sarà l’impoverimento anche di questi presidii? Davvero pensano i cittadini di San Severino e Civitanova che la politica regionale, in futuro, sosterrà i loro ospedali solo perché saranno dotati, l’uno, del reparto di oculistica e l’altro del reparto di otorino? Non hanno capito che, perduto l’ospedale provinciale, in pochi anni saranno tutti ridotti al rango di poliambulatori ?
L’intervento di corvatta è totalmente privo di sostanza e lascia davvero il tempo che trova.