Luca Buldorini, coordinatore provinciale della Lega e vice presidente della Provincia
di Luca Patrassi
La parola ai congressi, poi la verifica dei conti in sospeso. Luca Buldorini, il commissario provinciale della Lega, non usa la diplomazia in questa intervista di fine anno. Parole chiare e forti, sia sul fronte interno che su quello esterno. La situazione la soddisfa? «Dopo due anni di Covid, il risultato ottenuto con resilienza dalla Lega direi che è soddisfacente, è stato centrato l’obiettivo di completare la filiera governativa, abbiamo i comuni più rilevanti, escluso Tolentino. E’ tangibile la fiducia accordata al centrodestra dai cittadini. La Lega ha mantenuto un ruolo da protagonista in tutte le amministrazioni, due consiglieri e un assessore a Civitanova, lo stesso a Corridonia».
Va tutto bene, ma le tensioni interne sono evidenti e Fratelli d’Italia continua a chiedere il cambio delle deleghe agli assessori.
«E’ una realtà storica tipicamente maceratese, la si deve ai tanti personaggi che si sono invecchiati con la politica. Non è un problema di condivisione del modello politico che ha avuto la fiducia dei cittadini, c’è una realtà che arriva da venti anni di centrosinistra con radicamento nei centri amministrativi di potere. Per creare una struttura di partito serve tempo, in genere cinque anni, noi in due anni abbiamo costruito l’intera filiera e questo è avvenuto grazie a Salvini. Adesso si tratta di riorganizzare la struttura partitica per mettere in connessione i vari ingranaggi, come Lega siamo pronti a dare voce ai tanti militanti, è imminente, questione di giorni, la convocazione dei congressi comunali e provinciale. Gli eletti si dovranno adeguare alle linee del partito, la Lega parte dalla piazza, dalla base, non dall’alto: Marchetti e Salvini l’hanno sempre evangelizzato, non conta l’anzianità della tessera, della Lega non ci si serve, si troverà male chi ha pensato di sfruttare la Lega per fare carriera».
Luca Buldorini con Sandro Parcaroli, sindaco di Macerata e presidente della Provincia
La situazione del Comune capoluogo come la interpreta?
«Qualcosa di illogico non attribuibile ai partiti: ci sono sono scontri, frizioni, dovuti a personalismi di chi con poche centinaia di voti si sente il padrone di una città che è invece dei cittadini, gli eletti devono essere a disposizione dei cittadini. C’è chi ancora crede nella buona politica: ospedale parcheggi, infrastrutture, cimitero sono i problemi che ci erano stati segnalati e che ci siamo presi a cuore: le frizioni partono da chi oggi veste una maglietta e in passato ne aveva altre, la condivisione del progetto è aperta a tutti ma con una selezione volta alla competenza e alla capacità, non raccomandazioni».
Come se ne esce?
«La soluzione la daranno i partiti, l’obiettivo era creare una filiale governativa e trasformare il territorio, sono arrivati finanziamenti in serie per dare slancio al territorio, i personalismi saranno risolti dai partiti, siamo pronti a dare la parola alla base».
Parla di condivisione, ma già sul tema servizio idrico le cose vanno diversamente…
«C’è una perdita di tempo, la nostra strategia è rivolta a raggiungere obiettivi di rilievo pubblico, la coalizione di centrodestra è convinta della necessità della gestione pubblica dell’acqua, di un nuovo gestore provinciale, nessuno vuole privatizzare. Il problema non è l’obiettivo, è la governance, l’obiettivo di raggruppare tutti sotto una unica ala va a scontrarsi con le pretese di qualcuno che fino a ieri ha avuto un posticino e vuole mantenerlo: la Lega ha sempre fatto un passo indietro pur di raggiungere gli obiettivi. L’Udc per esempio persegue una riorganizzazione del personale non condivisa, con il consenso che ha ricevuto non avrebbe avuto neanche un assessore se non ci fosse stato il traino della Lega. Le elezioni amministrative sono indicatrici della fiducia che i cittadini riservano alla persona, a Macerata riscontro prepotenza alla base di azioni illogiche e surreali, bisogna pesarsi con i cittadini, non do per scontato che le retromarce siano approvate dagli elettori, i cittadini valutano per quello che ognuno è riuscito a fare».
I vostri assessori in giunta come vanno?
«L’assessore al bilancio Oriana Piccioni sento di promuoverla a pieni voti, ha ridotto l’indebitamento ereditato dal centrosinistra, mandato pieno anche ad Andrea Marchiori, i risultati oggi ci sono, nuovi progetti e quelli vecchi portati a termini, non si stoppano lavori degli altri per ripicca, si concretizza. In due anni abbiamo messo a bando il passaggio a livello, l’intervalliva e tanto altro. Laura Laviano promossa a pieni voti nonostante abbia le deleghe più rognose, non ci siamo presi solo le deleghe visibili e taglianastri: abbiamo chiesto competenza e studio, non ci si può affidare agli uffici ed arrivare in giunta senza sapere di cosa si parla».
Si parla molto del project sul cimitero, la delibera è stata ritirata, c’è chi l’ha tirata in ballo…
«Era una delibera a impronta Lega non dovuta al clientelismo, chi si è permesso di parlare di favoreggiamento o di clientelismo ne risponderà nelle opportune sedi: penso invece che si è persa una grande opportunità per Macerata, il project andava a sopperire alle criticità lasciate dalla vecchia amministrazione, vale a dire gli anticipi lui canoni per le lampade votive mai reinvestiti sul cimitero, carenza di personale, attrezzature obsolete, manutenzione ordinaria e straordinaria assenti, carenza di loculi. Mantenimento del servizio in mano a Comune, significa condannare la struttura e per esempio vedere aumentare le tariffe dei loculi, i loculi che oggi costano 1.600 euro passeranno a quattromila per via degli attuali costi di costruzione, i cittadini sapranno con chi lamentarsi per l’incuria del cimitero, non con la Lega che non ha votato la revoca del project. Non è colpa dei dirigenti che avevano sostenuto il project, è colpa di chi non conosce minimamente i problemi di gestione del cimitero, 69mila euro l’anno solo per la potatura degli alberi, 8mila euro l’anno per la pulizia della casa del custode, 50mila euro per le utenze, chi è che ha in affidamento tutto questo?». Che dire? Botti/e di fine anno.
Che ricordasse a Salvini delle accise che sembra se le sia scordate
La verità è che dove governa la sinistra i bilanci di comuni province e regioni sono disastrosi senza alcun risultato aprendo cantieri e debiti non completando le opere. La coperta è corta c'è bisogno dell'impegno di tutti i politici di ogni partito se vogliamo uscire da questa crisi finanziaria con tutti i problemi di altra natura da risolvere e anche con l'impegno di noi cittadini che paghiamo sempre le tasse.
Vorrei fare notare al dott. Buldorini che entrando nel sito del Comune di Macerata Sezione bilanci, ultimo rendiconto di gestione pubblicato, precisamente a pag. 72 troviamo: Debiti verso altri finanziatori anno 2020 = euro 48.541.997. Debiti verso altri finanziatori anno 2021 = euro 50.697.326. Non mi pare che ci sia una riduzione dell' indebitamento finanziario del Comune di Macerata.
Recanati terzo comune per abitanti della prov di Macerata non è rilevante ce ne faremo una ragione
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Dall’ennesimo Statista del ns Paese: “Ipse dixit”…
Le provocazioni della sinistra maceratese sono come sempre agghiaccianti.
Il commissario tecnico della lega purtroppo ha sbagliato la campagna acquisti sempre meglio … altro che rosicare … “MODELLO MARCHIGIANO”
Rimanete saldi nella fede, senza farvi confondere. Ratzinger. Rimanete saldi nella fede salviniana, sacerdote del nostro tempo, accumulatore compulsivo di geni che cadono nel crepaccio tra Lega e FdI perchè saltano da quest’ultimo quando non più in grado di rendersi conto che lo spazio è diventato impossibile da superare e che andava fatto tempo prima e ora si trovano con il cerino in mano a chiedersi: “ Ma adesso che faccio, adesso che stupidamente mi sono gettato a capofitto tra bestialità mentali che come me non hanno saputo cogliere “ l’attimo fuggente” e hanno preso una bella mazzata in piena fronte”. Proprio adesso che il grande movimento celtico, nato dalle ceneri di teste che non fumano più da tempo, sclerotiche con punte di struggente pietà tra chi vorrebbe mettersi una qualsiasi altra maschera pur di non vergognarsi della errata e tardiva scelta fatta. A Macerata ne avete un bell’esempio, che azzoppatosi da solo ancora non ha capito che politicamente l’unica cosa da fare è imitare il sindaco di Civitanova, confessarsi da Sacchi, l’unto per quello che effettivamente il termine indica, assumerlo come maestro spirituale e farsi condurre nelle braccia di Monsignor Berlusconeo in attesa di essere nominato primo neopresidente popolare. Mi sembra abbastanza prevedibile che sarà il prossimo mantra dopo l’inutile, di non so quale importanza, di che meravigliosa apertura a nuove esperienze del genere della frase più ripetuta in questi ultimi mesi e diventata più pesante delle scorie di un branco di somari a lei vicini:” la prima donna nominata al governo italiano”. E che donna! Nel senso che dopo aver per anni dimostrato un carattere forte, deciso, da non confondere con comportamenti dettati dai sui, perché anche lei ce l’ha papà mistici tipo il gigante Grissino. Ministro della difesa ex e probabilmente ancore xe in transazioni per forniture di armi e probabile generatore di felicità per chi concorda con lui un affettuoso amore fraterno verso “ gli amici “in difficoltà ma non perché senza luce, pane e acqua ma bisognosi di armi per portare la pace, non importa né quando e né dove ma sempre il più tardi possibile. Business primatum, resto secondarum. Comunque questa divagazione non toglie niente allo spirito teologico di questo post dove espongo dopo lunghi studi le verità a cui sono giunto, anzi no, sono arrivato con le mani giunte, studiando le più grandi pataccate predicate dal già Santo Salvini, prima che ci arrivino i demoni alla prossima elezione che ci troverà a chiederci: “ Ma dov’è andato dopo quel petardo fumoso che lo ha avvolto e probabilmente, sentito l’odore non ha niente di demoniaco ma più d’aglio, cipolla e peperoni in putrefazione”. Comunque alla fine l’unica cosa che volevo mettere in luce è se ho capito pur nella mia piccola essenza, conoscenza, forse distrazione perché non capisco come una persona, già abbastanza affermata nel suo campo, si abbandoni al richiamo di si squallide sirene, tutte vicine al Salvini. Mah, forse quando si vergognerà di certe scelte soprattutto se con lui cadranno tutti i filistei gli rimane il campo di cui sopra dove zappare con vigore, pentito e invocando il perdono a se stesso. Però visto che i tempi stanno rapidamente cambiando, che a dir suo Macerata diventerà Atarecam, chissà che dal trampolino delle annunciate piscine e per un futuro politico più solenne, e se a Macerata rimarranno dei chierici, una spinta non gliela daranno? Se saprà tenersi a galla tra cavalloni rivali, da qualche parte dopo il tuffo arriverà. Male che va gli rimarrà il ricordo di essersi prestato, qualsiasi siano le cose che gli possano essere passate per il cervello, di aver giurato fedeltà al grande Salvini, capo della più ignobile massa di persone che aspettano ancora di essere i primi italiani che prenderanno il posto di quelli che dovevano venire dopo e che grazie alle sue chiacchere hanno trovato tutto il tempo per sistemarsi. Certo non è facile parlare di lui e dell’altro, sindaci delle più popolose cittadine ultra provinciali, ancora cento passi indietro rispetto ai Vitelloni di Fellini. Capire Parruccone e giustificare Menegazzi… mah, ne varrà poi la pena? Comunque molto meno interessante parlare di Cenerentolo che voleva uscire dalla rivendita di gazzose in cui sentiva di non poter mostrare tutto il suo talento. C’è riuscito, entrando nella più nobile accozzaglia possibile e dimostrare che al peggio non c’è mai fine. Sì, è vero, sarà una frase strafatta ma oltre a questa ennesima riconferma della sua obiettività , ha la peculiarità di dimostrare che si può andare oltre l’impensabile, lo sconosciuto, l’imponderabile e allo stesso tempo al più penoso modello proveniente dal piccolo mondo di Piazza XX Settembre . Sai dopo cinque anni, anche nel caso di non averci mai parlato, un’idea di massima te la fai, talmente inoppugnabile da trasmetterla senza indugi al Libro delle cose che passano e poi spariscono avvolte dalla nebbia dell’inutilità che dopo essergli stata sempre attorno senza farsi notare troppo, alla fine diventa talmente fitta che non potrà mai più essere dipanata tranciando quasi del tutto il ricordo se non per dire: “ Ma come fa un qualsiasi qualcuno a montarsi talmente la testa fino a pensare di poter essere chissà chi, anche dopo la dimostrazione, a meno di non essere diversamente percettivo di non capire di essere solo un oggetto in mano di chi crede di manovrare. Insomma una specie di bancomat ma che l’esempio non confonda… Certo non è dolce pensare che nessuno lo stronchi mentre tutti assieme appassionatamente imbrattano ( notare la delicatezza del verbo scelto ) Civitanova che toh che devo dire, più dicono di modernizzare e più brutta diventa, ma non di poco, e sembra di sentirla urlare “Aiuto, salvatemi!”.
Ps. Per il project cimiteriale sono ben altri quelli che dovrebbero denunciare o perlomeno controllare, considerare e riferire.Eh, si è vero, “Ipse dixit”..egli l’ha detto, ma in fondo che cosa? Leghisti marchigiani…bleah!
Ma perché non guardate la realtà di oggi invece di nascondere sempre di più la polvere sotto il tappeto con dire sempre quelli di prima e vorrei ricordare che regioni governate dal centro destra sono finite commissariate perciò meno sciocchezze e soprattutto meno fanatismo e lo dice uno che votava a destra i panni sporchi sarà meglio che ognuno se li lavi in casa propria meno campagna acquisti e più sana politica sia a destra che a sinistra anche se la vedo dura perché tutti lo fanno per quella maledette poltrona anche ti vogliono far pensare che non è vero