Un’immagine del progetto per vicolo Consalvi
di Luca Patrassi
Un altro finanziamento è arrivato dal versante del Pnrr nelle casse del Comune di Macerata, e più specificatamente il destinatario è il settore Urbanistica guidato dall’assessore Silvano Iommi. E’ infatti appena uscita la graduatoria del bando regionale “Contributi per installazioni artistiche di light design per la valorizzazione dei borghi e centri storici”: 29 i progetti presentati alla Regione Marche e quello sostenuto (e cofinanziato) dal Comune di Macerata è risultato il primo e dunque avrà i fondi richiesti, circa centomila euro.
Novantuno i punti assegnati al progetto di light design che riguarderà il vicolo Consalvi, una delle zone del centro storico forse più rappresentative di quello che era l’antico «castrum», collegamento tra via Gramsci all’altezza del palazzo delle Poste e via Matteotti, il vicolo che per decenni ha ospitato la Marguttiana ed ora ha uno spazio artistico negli ex locali della Tipografia Operaia. Il piano era stato elaborato, sul finire del 2020, dai docenti dell’Accademia di Belle Arti, nel particolare si tratta di Francesca Cecarini, Mascia Ignazi e Rossano Girotti: di recente c’è stata l’occasione del bando regionale e i contenuti del piano di vicolo Consalvi sono di assoluto rilievo, visto che appunto è risultato il primo di una lunga serie e nel punteggio ha distanziato di molto il resto del lotto. Nonostante il carico di lavoro in questo periodo intenso di bandi e di progettazioni varie, l’ufficio tecnico comunale è riuscito a definire in tempo utile anche questa procedura grazie all’azione del dirigente Tristano Luchetti e della funzionaria Francesca Pallotta.
Rileva il team dei docenti dell’Accademia nella presentazione del progetto di vicolo Consalvi: «Alla base del progetto ideativo delle installazioni, concorre un modello concettuale riferito agli studi e dagli scritti di Freeman Tilden e in particolar modo dal suo libro Interpreting Our Heritage, dove i principi di base relativi alle concezioni per le visite a spazi espositivi di varia natura, si concentrano su sperimentazioni collegate a modelli interpretativi. Abbiamo rielaborato queste teorie, pensando a tre fasi fondamentali di un processo che pone al centro l’interprete/visitatore: provocare, correlare, svelare. Provocare: perché una visita possa essere vissuta come un’esperienza è necessario che vi sia una relazione. Senza di questa non c’è comunicazione, ma un semplice trasferimento di informazioni. Per questa ragione la provocazione è il modo per stabilire un contatto e avviare la comunicazione. Lo spazio reinterpretato come “luogo dell’arte” attraverso le installazioni progettate è senza dubbio una provocazione, rispetto alla originale funzione di quel particolare ambiente urbano. Correlare: per guidare i visitatori a comprendere ciò che viene mostrato o descritto è importante fare collegamenti, nel nostro caso visivi, ma che siano “familiari” per creare riferimenti riconoscibili».
«La nuova veste del vicolo Consalvi – aggiunge il team – offre una mappa concettuale visiva vicino ai riferimenti del pubblico visitatore e ai suoi nessi culturali con il mondo dell’arte. Con opere che già conosce e con opere utili a conoscere maggiormente l’attività artistica in relazione alla luce. Svelare: la scoperta è l’aspetto più importante dell’interpretazione dello spazio: rivela al visitatore la risposta, fornisce un punto di vista insolito, valorizza l’intuizione e il risultato del suo ragionamento. Quando è il visitatore a scoprire in prima persona ciò che svela un richiamo ad un’opera, o ciò che appare come un’ opera, l’esperienza si arricchisce di valore e significato, perché ogni installazione è un mezzo per comunicare e stimola il collegamento con altre produzioni artistiche. Ogni installazione aiuta a vedere legami e connessioni: passa dal particolare al contesto, adotta una visione di sistema dove tutto è collegato, invita a fare ipotesi sul prima e dopo, su cause ed effetti, ricorre e richiama altri ambiti e discipline: storia, arte, scienza, antropologia».
Osserva l’assessore Silvano Iommi: «Un progetto bellissimo. Una novità assoluta per un allestimento di light design strategy, non un singolo monumento illuminato ma un’intera strada, in questo caso è il più antico tratturo che conduceva all’antica acropoli. Nel più antico luogo della città viene lanciata una operazione di fortissimo richiamo e contemporanea, legata alla street art con postazioni di colori e luci fisse, predisposizione alle pareti di elementi adatti a sostenere quadri che i vari artisti potranno fare in una prospettiva di Marguttiana permanente dentro un quadro di fascinazione luminosa e cromatica capace di attrarre visitatori, curiosi, il mondo degli artisti. Non ci sono esempi analoghi in tutte le Marche e del resto è risultato il primo progetto del bando regionale».
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