Corso Cairoli, trovate l’insegna “Pane”
di Gianluca Ginella
Quella targa “Pane” non ci sarà più tra cinque giorni (romanticamente, materialmente ci vorrà più tempo a toglierla). È un bel pezzo che spiove su corso Cairoli, a Macerata, anche se probabilmente non ci si fa neanche caso passando, tanto è parte del panorama. Se volete provare, un po’ come giocando a “Dov’è Wally?”, tentate di scovare l’insegna nella foto del corso scattata questa mattina ad hoc (non è difficile, si individua in pochi secondi).
Ecco se l’avete cercata (e non la conoscevate già), ora non è più una qualsiasi targa lungo una via, ma è quella targa lì: la scritta Pane, divisa in quattro segmenti uguali che contengono ognuno una lettera maiuscola di colore blu. Non è una di quelle targhe fashion, non ha lucine intorno o ghirigori, ma è semplice e onesta la nostra scritta.
Non vi affezionerete certo a quell’insegna così facilmente, ma pensate a chi ogni giorno della sua vita l’ha vista andando ad aprire il suo negozio (come faceva Ada Perroni, la fornaia di corso Cairoli, scomparsa nel settembre 2021 e che fino a qualche anno fa gestiva l’attività a cui fa capo la targa, il panificio Tamburrini). O pensate al commerciante vicino, o al signore che abita nella casa di fronte. “Pane”, non un nome da poco, in Francia per il pane è iniziata una rivoluzione (sempre a voler essere romantici).
Ivo Tamburrini impegnato a impastare
Se comunque un po’ vi siete affezionati a quella scritta in questi pochi secondi in cui ne avete sentito parlare, allora magari vi dispiacerà un po’ di più sapere che sparirà al tramontare del 2022. Perché quella targa è del Panificio Tamburrini che chiuderà il 31 dicembre. Un luogo, per chi è nato dopo la Seconda guerra mondiale, che esiste da sempre. Ora è gestito da Ivo Tamburrini, figlio di Ada e di Alberto Tamburrini. «È stata una decisione presa da pochi giorni – dice Ivo Tamburrini, 67 anni -. Ho sempre tenuto un profilo basso, le cose si fanno in silenzio. Ma da solo non ce la faccio più a seguire tutta l’attività (il panificio e il punto vendita di corso Cairoli) e così alla fine dell’anno chiudo.
Il panificio di corso Cairoli era aperto dal 1944, sempre stato lì sul corso: la mia è la terza generazione di panificatori, dopo mio nonno e mio padre Alberto. Ci ho pensato tanto, non ci ho neanche dormito la notte, è stata una decisione sofferta ma necessaria». Poi rivolge a chi vive nella zona del corso, i casettari: «Un abbraccio a tutti loro, ci hanno sempre dato fiducia».
Corso Cairoli anche se non avrà più uno dei suoi storici negozi resta un autentico faro del commercio in città.
Attività sfitta in corso Cairoli
Al momento, contate alla meglio, lungo il corso ci sono circa 66 attività aperte (a partire dal bar che si trova all’inizio del rettilineo, guardando verso lo Sferisterio). Non per fare reclame, troviamo: agenzie immobiliari, una banca, negozi di alimentari, pizzerie, tabaccai, edicole, negozio di giocattoli, negozi di abbigliamento, parrucchieri, negozi di ottica, orefici, negozi di telefonia, negozi di articoli per la casa. C’è di tutto.
Ma ci sono anche spazi vuoti. Sempre contate alla svelta sono circa 15 le vetrine che affacciano sul corso e che sono in cerca di attività. Per dirla con i numeri, ogni 4,5 negozi uno è chiuso.
E’ morta Ada Perroni Tamburrini, la fornaia di corso Cairoli
Che tristezza.Ci andavo con papà quando avevo le treccine e Ada mi regalava un dolcetto!!!
Come mi dispiace, mio padre lo ha sempre servito me lo ricordo bene
Lo so bene dove sta l'insegna gliel'ho venduta io. Mi dispiace molto per la chiusura, andavo a comprarci il pane che avevo i pantaloni corti
Peccato ci entravo spessissimo, soprattutto per i dolcetti davvero speciali.
Altro pezzo di storia che se ne và
<< il comune e la regione hanno autorizzato l'apertura di dealers su terreni agricoli, consumando prezioso suolo? >>
Magari un altro negozio però non di abbigliamento,
Altra succursale della banca ancora
Conosco Ivo conoscevo la madre Ada altro pezzo di storia delle casette che se ne va'
I risultati della globalizzazione neoliberista e della devastazione dell'euro
questo è linizio la metà dellanno ne chiuderanno altre per corso cairoli
Il meglio che se ne va. Povera Italia
Che amarezza
Che peccato!!!
Che peccato.....
La mitica panetteria la ricordo dagli anni 60
Bollette alle stelle io o un amico che a un dar bolletta della luce 10 mila euro
Mi dispiace tanto che peccato
Verrà peggio, aivoglia quanti ne chiuderanno ancora.
Ah quindi il nuovo fantastico arredo urbano non ha risolto tutti i problemi dei commercianti?
Mi dispiace tanto da quando avevo quattro anni che li conosco abitando davanti il negozio e mi fa tanta tristezza
Mi DISPIACE MOLTO MIA NONNA MIA MAMMA E NOI FIGLIE CLIENTI SEMPRE .
Tranquilli che a breve aprono un altro centro commerciale.
Giannina, la bidella della scuola elementare De Amicis, veniva in classe a prendere le ordinazioni per la merenda che comprava da Ada...io prendevo sempre 10 lire di pizza bianca con la cipolla...impossibile da scordare! Dispiacerà moltissimo ai "casettari" di ogni generazione!
Oggi non hanno abbastanza fame
Problema di tanti
Hanno cambiato condottiero ma la musica e sempre la stessa poveri noi!!!
La rivoluzione ci vuole!!!!
Nooooooo ci ho passato I migliori anni della mia vita in quella panetteria
Siamo solo all'inizio peggio verrà
Ho conosciuto tutti, ho comprato il pane per tanti anni e chiunque era dietro il bancone aveva sempre il sorriso. Sempre grande qualità e un grazie alla famiglia Tamburrini, un abbraccio a Ivo per una decisione sicuramente sofferta
Dico sempre la stessa cosa. Non è grave che loro chiudano. Ma che tutti subiamo senza batter ciglio...
Peccato.. mi dispiace molto
Luca Terence Tombesi non si può imputare a questa amministrazione le colpe del più becero neoliberismo.
Marco Sordini no ma erano loro che si erano proposti come panacea per tutti i problemi della città
Luca Terence Tombesi siamo seri. Le giunte di centro(molto)sinistra(poca) hanno sdoganato e autorizzato decine di centri commerciali, spostando i cittadini fuori città e tirando il cappio al collo dei commercianti. Questa giunta, con gli enormi limiti oggettivi che ha, può provare a rilanciare Macerata, ma non può cancellare le scelte scellerate di anni di amministrazione neoliberista mascherata da popolar-socialismo.
Marco Sordini ma guarda io non difendo chi c'era prima, anzi. Questi però sono si sono posti come i salvatori della città quando invece continuano ad autorizzare consumo di suolo per nuove costruzioni fuori dal centro come ad esempio la nuova questura. Non mi sembra che l'aria sia cambiata
Luca Terence Tombesi nulla può cambiare se gli interessi da tutelare sono gli stessi. Bisognerebbe incominciare a pensare fuori dalla democrazia cristiana
Nooooooo chiude il mio posto dove ho lavorato quanti ricordiiii fantastici
domanda se trovasse a venderlo a che prezzo è in vendita ?
Chiude la nostra mitica "Ada"
Fabrizio Pitinari sempre peggio...
Fabrizio Pitinari ovviamente è così anche nelle altre città
Un altro successo dell'euro e dell'europa
Ci andavo sempre da piccola con mia nonna e mi facevo comprare la michetta ... anche mio padre era cliente fisso... chi non si ricorda della mitica Ada???
Paola Ruffini che ricordo mi hai fatto tornare in mente!!!! Giannina e la pizza... quanti anni sono passati....
Un grande dispiacere ricordo con infinito affetto Ada
Un altro de tanti anni che se ne va.
Il mio primo lavoro......avevo 14 anni.....
La pandemia gli aumenti dei prezzi x la guerra le tasse che si paga in Italia la mancanza di personale un mix infernale che sta facendo chiudere mezza Italia!!! Che tristezza!!!!
Mi dispiace tantissimo!!!
Ho mangiato il pane di Ada per anni
Non credo chiuda per mancanza di clienti ma per mancanza di gestione. Morta Ada, figli e nipoti hanno preso un'altra strada.
Dai tempi di ragioneria. Ci compravo le leccornie.
Un altro pezzo di Macerata che scompare
La notizia della chiusura della storica panetteria Tamburrini mi spinge a svolgere alcune considerazioni, alcune ovvie, altre un po' meno. Anzitutto c'è il grande rammarico per la perdita di una attività storica, molto apprezzata da me e da tanti altri visto che opera con successo da quasi 80 anni. Spero siano stati fatti tutti i tentativi per evitare la chiusura sul fronte del prezzo di cessione e del canone di affitto del locale. Anni fa mi trovai in una situazione analoga al momento di cedere l'attività di mia madre posta a 10 metri da corso Cairoli, attività di certo non storica né di pregio come questa; dopo due anni di inutile ricerca, scelsi di abbattere il prezzo di cessione e il canone di affitto del locale; questa attività oggi è ancora attiva con soddisfazione del gestore e immagino dei suoi clienti. La piccola morale a mio modesto avviso è che è meglio cedere a un prezzo accettabile piuttosto che chiudere definitivamente e non mi riferisco ovviamente al caso in questione. La stessa morale può essere applicata per i diversi locali che l'articolo dice che al momento sono chiusi in corso Cairoli. Non tutte le chiusure ma molte sono dovute a una ricerca di elevato reddito da affitto da parte dei proprietari che evidentemente pensano, secondo me sbagliando, che è meglio non affittare che affittare a un prezzo che il mercato possa affrontare in questo momento. Tornando al panificio Tamburrini mi piace ricordare che quando tanti anni fa i panificatori di Macerata confluirono in PaRiMa, questo fu l'unico che accettò la sfida di rimanere da solo a fare pane artigianalmente per i maceratesi. La sfida fu ampiamente vinta. Di PaRiMa infatti da tempo non c'è più traccia. Sarebbe bello che anche all'ultimo minuto arrivasse un cavaliere bianco per portare avanti la storia di Tamburrini almeno fino al secolo di vita ...
Comunque la globalizzazione in questo caso non credo che ci entri niente: il negozio andava bene soltanto che il proprietario ha qualche anno e non ha nessuno che sia in grado di supportarlo da come dice lui
Gli artigiani e i commercianti stanno chiedendo i battenti perché questo sistema ancora feudale ci sta strozzando ! I paesi muoiono e noi continuiamo ad andare nei grandi centri commerciali così da alimentare le casse delle grandi firme e dei colossi. Stiamo a guardare senza reagire che tanto tutto questa modalità ci ha reso muti e inermi senza futuro ! Dipende da noi accettare ancora se farci mangiare spaghetti in testa dai governi che in finale gestiscono solo ì propri interessi anche loro ! Dovremo tornare ad essere un popolo fiero e non dormiente ! La ricchezza dellItalia sta in quei negozi, nelle piccole e medie imprese, negli artigiani ! Ce lo ricordiamo ?
Non è il primo, e non sarà lultimo
Ivo, quella del forno Tamburrini é stata una bella storia, e tu fai parte di quella storia.
Noooooooo
PANIFICIO TAMBURIMI.... CAIROLI, MITICA LA SOLARE "ADA", DIETRO QUEL BANCONE DISTRIBUIR "PAGNOTTE"...!...AMARCORD, DELLA MIA GIOVINEZZA...!
Noooooo il pane più buoni di Macerata
Che peccato, mi son sempre servito li, pur venendo dalla parte opposta della città, per non farmi mancare il loro buonissimo pane.
È la fine di un'epoca, ma chiudere perché si va in pensione non è certo la notizia più triste. Se non si hanno soci o familiari che possono portare avanti una microimpresa (per grandezza, non per storia o bravura), questa tenderà sempre a chiudere col ritiro dal lavoro del suo titolare.
Che dispiacere
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E’ difficile far incontrare la domanda (quella del panettiere) con l’offerta (quella del forno).
Pane eccezionale mi dispiace tanto.
Nooooooo! Mi dispiace! Da Pollenza, ogni volta che capitavo a Corso Cairoli, prendevo pane e crostata
per essere un mercato naturale, non c’è male…
Eni però ha fatto il botto!! Complimenti Europa
Molti, anche in cerca del primo lavoro, rifiutano il lavoro notturno, quello richiesto tipicamente da un forno per pane, pizza e dolci. E invece non bisognerebbe mai rifiutare un lavoro, che non è detto lo sia per tutta la vita.
La notizia della chiusura della storica panetteria Tamburrini mi spinge a svolgere alcune considerazioni, alcune ovvie, altre un po’ meno.
Anzitutto c’è il grande rammarico per la perdita di una attività storica, molto apprezzata da me e da tanti altri visto che opera con successo da quasi 80 anni.
Spero siano stati fatti tutti i tentativi per evitare la chiusura sul fronte del prezzo di cessione e del canone di affitto del locale.
Anni fa mi trovai in una situazione analoga al momento di cedere l’attività di mia madre posta a 10 metri da corso Cairoli, attività di certo non storica né di pregio come questa; dopo due anni di inutile ricerca, scelsi di abbattere il prezzo di cessione e il canone di affitto del locale; questa attività oggi è ancora attiva con soddisfazione del gestore e immagino dei suoi clienti.
La piccola morale a mio modesto avviso è che è meglio cedere a un prezzo accettabile piuttosto che chiudere definitivamente e non mi riferisco ovviamente al caso in questione.
La stessa morale può essere applicata per i diversi locali che l’articolo dice che al momento sono chiusi in corso Cairoli.
Non tutte le chiusure ma molte sono dovute a una ricerca di elevato reddito da affitto da parte dei proprietari che evidentemente pensano, secondo me sbagliando, che è meglio non affittare che affittare a un prezzo che il mercato possa affrontare in questo momento.
Tornando al panificio Tamburrini mi piace ricordare che quando tanti hanni fa i panificatori di Macerata confluirono in Pa.Ri.Ma., questo fu l’unico che accettò la sfida di rimanere da solo a fare pane artigianalmente per i maceratesi.
La sfida fu ampiamente vinta. Di Pa.Ri.Ma. infatti da tempo non c’è più traccia.
Sarebbe bello che anche all’ultimo minuto arrivasse un cavaliere bianco per portare avanti la storia di Tamburrini almeno fino al secolo di vita …
Strano che ancora non ho letto che la colpa è di quelli di prima …mi auguro di sbagliare peggio verrà
Caro Iacobini, il lavoro notturno non è per tutti, anche se si potesse guadagnare bene; forse è tempo di uscire dal mito che “tutti possiamo fare tutto, basta volerlo”. Non avendo il piacere di conoscerla forse non sarà il suo caso, ma noto che spesso a consigliare certi tipi di lavori ci sono persone che quel genere di attività non hanno mai fatto, che quindi non ne conoscono le implicazioni dirette e che magari mai si sognerebbero di farli… Per il resto anch’io sono dispiaciutissimo per la dolorosa scelta di chiudere questa attività: confermo che pane e dolcetti vari (che sgranocchiavo fin da bambino passeggiando per il corso Cairoli) erano davvero buoni.
la conosco bene ci andavo sempre in estate con i pantaloni lunghi e giubbetto di pelle
era l’unico negozio che faceva mega pizze da pochi euro e prima pochi lire ci sono entrato in entrambi le valute
il pane era eccellente