Carlo Cambi
di Carlo Cambi
Ho pensato di mettere sotto l’albero della giunta di Macerata un dono. Ringrazio Cronache Maceratesi che, ospitandomi, mi dà l’opportunità di recapitare almeno il biglietto di auguri. Il regalo che ho immaginato è un libro di un certo spessore: La Coscienza di Zeno, il romanzo di un uomo malato e inetto in cerca di una guarigione attraverso soluzioni contorte e inefficaci. La cosa curiosa è che il libro si apre con la denuncia di un tal dottor S (esse come Sandro?) che rimprovera a Zeno di aver interrotto senza motivo la terapia e perciò decide di pubblicare il memoriale del suo paziente. Intuire il parallelismo tra le vicende di Zeno – c’è anche un capitolo intitolato “Storia di un‘associazione commerciale” – e quelle della giunta maceratese non dovrebbe esser complicato. Aron Hector Schmitz – sarebbe Italo Svevo- lo scrisse per approfondire in via psicologica la narrazione dell’inettitudine. Non c’è dubbio che le ultime vicende della giunta Parcaroli meritino un approfondimento psicologico.
La cena natalizia di assessori e consiglieri al ristorante La Volpe e l’Uva
Ad esempio la scelta di andare a cena a La Volpe e l’Uva (ottima tavola maceratese) dopo la pessima figura sul bilancio ha un che di paradigmatico. Converrà rileggere l’originale di Fedro di questa favola per comprendere. Scrisse il grande greco: “Una volpe affamata, come vide dei grappoli d’uva che pendevano da una vite, desiderò afferrarli, ma non ne fu in grado. Allontanandosi però disse fra sé: Sono acerbi. Così anche alcuni tra gli uomini, che per incapacità non riescono a superare le difficoltà, accusano le circostanze”. Ora c’è una frase nel libro di Svevo di cui vorrei fare omaggio natalizio alla giunta Parcaroli pronunciata dal protagonista che è un corollario della favola di Fedro e perfettamente descrive l’abito mentale di alcuni degli assessori che siedono in Comune. Dice, riflettendo, Zeno Cosini: “Sono colto da un dubbio: che io forse abbia amato tanto la sigaretta per poter riversare su di essa la colpa della mia incapacità? Chissà se cessando di fumare io sarei divenuto l’uomo ideale e forte che m’aspettavo. Forse fu tale dubbio che mi legò al mio vizio perché è un modo comodo di vivere quello di credersi grande di una grandezza latente.”
“Le ambizioni sbagliate di scena al Parcaroli”
Avevo scritto poco tempo fa, offrendo al sindaco e ai partiti che lo sostengono (?) un consiglio non richiesto, che il centrodestra a Macerata farebbe bene a considerare di non aver vinto le elezioni, ma di essersi avvantaggiato del fallimento delle precedenti amministrazioni. Insomma le urne non hanno premiato la Lega che è il partito di maggioranza relativa, ma che farebbe fatica a confermarsi oggi, hanno bocciato il Pd e c’è da considerare, amaramente purtroppo, che tragedie come quelle della povera Pamela di cui tutti si sono dimenticati troppo in fretta sono una sciagurata eccezione. Non vorrei, come rifletterebbe Cosini, che a Macerata nella giunta qualcuno si fosse acconciato a vivere comodamente credendosi depositario di una grandezza latente. L’ostinatezza dei fatti però pare convincere del contrario anche se buona parte della giunta è persuasa di essere in questa felice condizione.
Ha menato giusto scandalo aver scoperto che si è portato in Consiglio comunale un bilancio redatto col copia incolla in cui si magnificano le scelte contabili e programmatiche della giunta di Nicola Zingaretti ora deputato del Pd e già presidente della Regione Lazio e si fanno progetti alla memoria visto che come periodo di programmazione si pigliano gli arretrati di calendario. E’ superfluo commentare la sesquipedale brutta figura dell’assessore Oriana Piccioni, ma sarebbe anche fuori luogo sorprendersi per ciò che è accaduto. Il copia incolla è all’origine della giunta Parcaroli e dirò tra breve come e perché. Del pari era inevitabile che un incidente simile accadesse per tre ragioni che sono lampanti.
La Giunta Parcaroli durante la conferenza di fine anno
La prima è che la giunta si muove indipendentemente dai partiti che l’hanno espressa e dunque è priva di qualsiasi verifica preventiva dei propri atti. Questo riguarda in particolare la Lega, un partito che a livello cittadino e provinciale è inesistente come tale: semmai è la sigla che serve alla rappresentanza d’aspirazioni personali che qualcuno tenta di elevare a fattor comune. Non comprendere che così si finisce per celebrare le esequie di quel partito e del centrodestra è singolare anche perché nella Lega c’è chi ha una qualche confidenza con i riti del commiato. Se ci fosse un confronto preventivo sulle scelte forse certe sviste tipo il permanere della carta intestata Regione Lazio su una delibera del Comune di Macerata si potrebbero evitare.
La seconda ragione è che questa giunta con i numeri ha scarsa confidenza: considera solo quelli che le fanno comodo. Dice il professor Raffello Lupi, insigne tributarista docente a Tor Vergata e il riferimento al Lazio e puramente causale, che “stressandoli i numeri li tiri dovunque ti pare” a smentire in materia di bilancio che la matematica è una scienza esatta. Se n’è avuta prova nella giaculatoria di fine anno offerta dai singoli assessori che hanno snocciolato cifre su cifre. Ma non tutte. Ad esempio sappiamo che la cultura ha fatto molto rumore con le rassegne, ma non si è saputo il costo di questo sforzo, né se questo sforzo abbia prodotto un incremento di Pil in città. Si è avuta l’impressione che si ritenesse che la cultura si mostra, in realtà la cultura si dimostra. Del pari abbiamo avuto un assessore che ha dichiarato che i numeri del turismo hanno superato quelli pre pandemia. Ma una cifra non è stata offerta né sulle presenze, né, ed è quello che conta, sulla spesa turistica. Per tutta la conferenza stampa di fine anno si è andati avanti ad ascoltare percentuali. Che non significano nulla se non vengono comunicati i dati assoluti. Era un vizio dei regimi sovietici, e continua così il regime cinese, quello di dare solo le percentuali. Sarà per questo che poi presentando il bilancio si fa copia incolla. Lo stesso sindaco ha annunciato trionfante che arriveranno 499 mila euro per lo Sferisterio dal Pnrr (è il fumoso progetto segreto?). Ottimo, peccato che si sia ancora in attesa del bilancio del Mof.
C’è infine la terza ragione che spiega la dabbenaggine sul bilancio. Prendo a prestito un’altra riflessione da Zeno Cosini: “Un uomo può avere il sentimento di una propria altissima intelligenza, che non dia altro segno di sé fuori di quel suo forte sentimento”. Questo pare un tratto caratteristico della giunta Parcaroli: pensare di essere autosufficiente e di superiore intelletto da poter trascurare i particolari. Invece sovente è nei particolari che si nasconde il diavolo. Se è stato inventato lo spoils system per cui al cambiare dei governi cambiano almeno i vertici dell’amministrazione ci sarà un motivo. A fronte del pasticciaccio brutto del bilancio – si è cercato di derubricarlo a incidente e invece è sintomo di sciatteria amministrativa – delle due l’una: o è un atto di sabotaggio da parte degli uffici che hanno operato per screditare la giunta rimpiangendo la passata maggioranza, oppure è sintomo di una evidente incapacità di programmazione della giunta medesima. Il che rende palese che non esiste un programma di governo, ma che i singoli componenti dell’esecutivo cittadino vanno ognuno per proprio conto. In entrambi i casi non si è vista alcuna reazione: né un’ indagine interna per individuare ed eventualmente sanzionare chi ha sbagliato, né una riflessione politica. Si è preferito dilazionare tutto al 30 dicembre con un atteggiamento da commedia degli inganni.
Il sindaco Sandro Prcaroli
Del resto Sandro Parcaroli potrebbe ben sembrare Eduardo De Filippo, allampanato e canuto e interpretare non Napoli milionaria, ma Macerata confusionaria pronunciando la famosa frase: “Mo ha dà passà ‘a nuttata, deve superare la crisi”. Viene però il sospetto che andando avanti di questo passo il sipario sulla giunta di Centrodestra si chiuda ben prima del terzo atto, quello finale. Il capogruppo di FdI in Consiglio ne ha dato giustamente mostra. A minare questa giunta è il suo peccato originale, che è appunto il copia incolla. Un assessore nella conferenza stampa di fine anno ha affermato: abbiamo fatto più noi in due anni e due mesi che gli altri in venti anni. Può darsi, a dirlo doveva essere il bilancio. Staremo a vedere. Resta però un dato: proprio quell’assessore ha una delega che è stata copiata interamente dal calendario degli eventi che erano stati predisposti e attuati dalla giunta Carancini. A quel che si sa lo staff e i referenti di cui si avvale per organizzare Artemigrante, Macerata Racconta, Overtime, Musicultura sono gli stessi delle passate edizioni, un evidente copia e incolla.
Egualmente si può dire per una serie di progetti: dalle piscine al centro Fiere financo al sottopasso di via Roma e alla variante Pieve-Mattei che vanno a sintesi, pare ed è un bene, era già tutto previsto. Solo sulle, poche, iniziative nuove la giunta, per dirla con l’eufemismo coniato dal più saggio degli assessori, ha dato luogo “a un sano dialogo competitivo”. Come si vede il copia incolla è un peccato originale di questa giunta che si è appalesato con la sciatteria sul bilancio. Direbbe sempre il nostro Zeno Cosini: “Per essere creduto non bisogna che dire le menzogne necessarie”. E così tra tante cifre nessuno si sofferma a osservarne alcune che invece dovrebbero suonare urgenti. Le condenso: abbiamo perso il 2% del reddito negli ultimi tre anni e siamo secondo uno studio Tagliacarne-Unioncamere la 93sima provincia su 107 in Italia per capacità di spesa; in un decennio a livello di provincia abbiamo perso 17 mila abitanti, come città quasi 3 mila, perdiamo 15 imprese al giorno, in quanto ad affari e lavoro abbiamo perso 48 posizioni in un anno nella classifica del Sole 24 ore e il reddito pro capite è sotto la media di quello nazionale.
In tutte le classifiche siamo in un crollo verticale per consumi, demografia, ricchezza, patrimonio e lavoro. Una riflessione sulla necessità di avanzare una proposta programmatica dovrebbe a questo punto scaturire dal centrodestra. Ma non se ne vede traccia perché il centrodestra non ha saputo, incassata la vittoria elettorale, cementarsi attorno a una proposta politica. Anzi il documento che avrebbe dovuto indicare dove e come s’intende incidere per invertire il corso degli eventi è un copia incolla. Ecco perché la lettura de La coscienza di Zeno potrebbe aiutare la nostra giunta che si è infilata in uno psicodramma. Per evitare agli assessori di dire con Zeno Cosini: “Non c’è che un solo grande rimorso, quello di non aver saputo fare il proprio interesse”.
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Dott. Cambi non faccia il rosicone, Buon Natale.
Bell’articolo, completamente condivisibile.
La speranza, due anni fa, era che il nuovo Sindaco (definito, nei convulsi giorni che precedettero la scelta finale della candidatura, come una sorta di “Maserati”, a fronte degli altri possibili candidati ridotti a mere utilitarie), apparso all’ultimo minuto sulla scena di un centrodestra diviso e litigioso, trasferisse in breve tempo sul piano politico-amministrativo le competenze e le ottime capacità che aveva indubbiamente dimostrato a livello imprenditoriale.
Lui stesso aveva detto che, per padroneggiare ancora meglio le questioni, su problematiche particolarmente difficili e complesse, oltre allo studio personale e all’approfondimento degli uffici, avrebbe utilizzato anche le competenze di altri soggetti della società civile, disponibili a dare una mano in caso di bisogno.
Niente di tutto questo si è realizzato. Il Sindaco non solo non “studia” le vicende amministrative di cui lui e la giunta devono occuparsi, non solo non si è avvalso di competenze esterne, ma, pur essendo “sul campo” quasi 24 ore su 24 gironzolando tra i vari uffici, si è dedicato esclusivamente alla ricerca di fondi (per i quali gli uffici e gli assessorati stentano a trovare la strada per tradurli in progetti concreti) e all’acquisizione di un’ulteriore carica, la presidenza della Provincia.
Errore gravissimo quest’ultimo, perchè, oltre a realizzare una discutibile concentrazione di potere, ha sommato ad una precedente incapacità (quella di gestire e coordinare la giunta comunale) una ulteriore incapacità, replicando a livello dell’intero territorio provinciale le lacune e le carenze già manifestate a livello cittadino.
Una vicenda recente avvenuta a Macerata, quella sui lavori da effettuare nel cimitero, mi sembra calzante per dimostrare il ruolo da “Bella addormentata nel bosco” di Parcaroli, rimasto silente e disinteressato (salvo qualche lacrima di tanto in tanto per sottolineare la drammaticità di qualche situazione) mentre gli assessori si scannavano tra di loro e Fratelli d’Italia denunziava apertamente una opaca e clientelare manovra leghista – preparata da tempo e cucinata a puntino – per far vincere la gara ad una cooperativa amica e legata ai vertici della stessa lega provinciale, la quale, tra un commiato e un altro, non sembra trascurare la più materiale e poco spirituale realtà dei giochi e degli intrallazzi affaristici.
Ebbene, quella delibera Parcaroli non avrebbe dovuto nemmeno farla arrivare in giunta, tanto era palese il giochetto della blindatura a favore della cooperativa proponente, ben evidente dietro la parolona del project financing con diritto di prelazione.
Parcaroli – consiglio non richiesto – cambi completamente strada, dimostri vere capacità di governo, ha ancora il tempo per farlo, ma lo faccia velocemente.
Cominci intanto a revocare quella maldestra e cimiteriale delibera di giunta sul cimitero e si impegni a coordinare veramente e a controllare l’operato dei singoli assessori, mandando quanto prima a casa, oppure ad un corso di approfondimento nel Lazio, la responsabile della colossale figuraccia di questi giorni sul bilancio.
Non deluda ulteriormente le tante speranze che la parte maggioritaria della città, dopo decenni di malgoverno della sinistra, due anni fa ha riposto in lui.
In termini scientifico-medici si parla di logofrenia.
Non tutti, ovviamente, rientrano nelle caratteristiche logofreniche. Ma svariati temo di sì.
In realtà i consiglieri ricordano il dramma di Pirandello “Sei personaggi in cerca d’autore”, dove l’autore è quello sbagliato, cioè Zingaretti.
Veramente ”deficienza” è un termine molto più scientifico di ”logofrenia”…
Teatro di pagliacci…
Buon Natale a tutti cmq!!
Non entro nel tema. Materia difficile quella dell’errore, una specie di copia incolla. Non mi interessa, non è sostanziale. Però utilizzo questo errore per ricordare o allargare la lettura del fenomeno che l’amico Cambi affida all’intensa vicenda di Zeno Cosini, dico di Svevo. Propongo una ulteriore lettura. E’ in atto da un trentennio un copia\incolla senza errori “amministrativi”. Noi copiamo e incolliamo non le direttive ma le direttive “forzose” dell’Europa. Ce lo chiede l’Europa. Questo copia\incolla è evidente, non si mostrano errori, tutto alla luce del sole, così come è alla luce del sole che la BCE è una banca “privata”.
“Privata” che leopardianamente “si finge” pubblica, di tutti, quanto quanto l’Eni che, pubblica ai tempi di Mattei ( eplose il suo aereo…) è diventata col passare degli anni per il 70% privata e da “privato” quota i suoi affari alla Borsa di Amstredam, rifugio di non poche nobilissime famiglie italiane…
Siccome dire che é “colpa della sinistra che ha governato per vent’anni” comincia ad essere ridicolo, adesso si tira fuori un evergreen: é colpa dell’Europa, ce ll’ha chiesto l’Europa.
No, é colpa di chi fa copia incolla, colpa dell’assessore che non legge gli atti che porta in Consiglio, colpa del Sindaco che purtroppo ha deciso di non fare il Sindaco.
E crescete, invece di dare la colpa agli altri, crescete.
Silenzio è colpa di quelli di prima ! Noi è solo poco più di 2 anni che vi governiamo e ancora non siamo riusciti a trovare un fotografo adatto a noi perché i nostri selfie e foto ancora non ci piacciono appena risolto il problema penseremo alle promesse fatte c’è tempo ancora poi abbiamo vinto e agli altri facciamoli rosicare “MODELLO MARCHIGIANO”
Bommarito, la cooperativa in questione che mantenendo il nome aggiungendo un +, probabilmente ceduta o che… era specializzata in cura del verde che veniva affidato a soggetti in cura presso comunità , adesso però con la nuova acquisizione del + potrà costruire anche grattacieli.
Non c’è dubbio che copiando il finale de La Coscienza di Zeno ed incollandolo in una delibera programmatica qualsiasi amministrazione del globo terracqueo si riscatterebbe: “Ci sarà un’esplosione enorme che nessuno udrà e la terra ritornata alla forma di nebulosa errerà nei cieli priva di parassiti e di malattie.”.
” il fatto oggettivo che la Bce abbia sede a Francoforte e che la nomina del suo Presidente non possa avvenire senza l’assenso/consenso della Germania , ci dovrebbe aiutare a capire che nei fatti è una banca privata tedesca.”
Ceci est un copier coller…
Il crollo è quasi per definizione ‘verticale’.
Grande scelta quella del copia e incolla. Ricordatevi che questa e’ una giunta di centro destra composta quindi da persone che non amano troppo perdere tempo con la burocrazia e con la riscrittura di cose già scritte. Il tempo è prezioso e chi amministra ha il compito di agire, di decidere, di mettere in pratica e quindi ben venga il copia incolla burocratico. Lasciamo tranquillamente agli intellettuali la scrittura di lunghi articoli di riflessione e di critica, dibattiti e seminari…, noi occupiamoci di costruire.
Giunte comunali per le quali il tempo è prezioso dovrebbero anzi adottare l’altro Zingaretti che consente di scrollarsi di dosso le lungaggini burocratiche copiaincollando sbrigativi “Montalbano sono!”.
La destra a Macerata si era talmente abituata alla situazione che ora che sta al governo vuole stare anche all’opposizione di sé stessa. L’importante è sapere che “il potere è sempre altrove”, come ricordava Leonardo Sciascia, il quale però credeva nelle idee mentre noi a Macerata crediamo nelle favole.
Per il sig. Menghi. A livello locale (comunale) chi governa non va qualificato come di destra o di sinistra, ma come competente o incompetente. Già è arduo infatti appioppare l’etichetta ‘destrorso’ o ‘sinistrorso’ ai politici nazionali.
Finora non mi pare che gli imprenditori di successo mandati a governare la cosa pubblica ai vari livelli abbiano brillato per capacità gestionali, in questo Paese: al massimo si sono distinti per inusuali capacità comunicative o di aggregazione del consenso, ma nulla più. Mi auguro, per il bene della mia città e per la soddisfazione dei suoi non pochi elettori, che il Sindaco Parcaroli dimostri presto di essere un’eccezione a questa triste regola.