Francesca D’Alessandro e Sabrina De Padova
di Luca Patrassi
Si parlava di leggi a tutela delle donne ieri pomeriggio in Consiglio comunale, una donna la proponente dell’ordine del giorno andato in discussione, Sabrina De Padova, consigliera della lista civica del sindaco Parcaroli. E’ finita con la maggioranza di centrodestra che ha emendato, stravolgendolo, il testo presentato dalla consigliera e lo ha infine messo in votazione approvandolo. Non solo la maggioranza va in fibrillazione con uno stop poco garbato ad una sua esponente – che peraltro prima si è astenuta sull’emendamento ma poi ha votato il nuovo ordine del giorno – lo fa su un argomento di nessun rilievo amministrativo cittadino a meno che non si voglia far credere veramente che il premer Giorgia Meloni, il ministro Carlo Nordio, i presidenti delle Camere, la schiera di parlamentari, giuristi e alti burocrati siano tutti là in attesa dell’ordine del giorno emendato dal Comune di Macerata per agire di conseguenza. Dunque, per ora l’unico risultato visibile raggiunto ieri sera dalla maggioranza di centrodestra in Comune è la sostanziale sfiducia alla sua esponente Sabrina De Padova, bocciata nel suo proporre da un’altra donna, la vicesindaca Francesca D’Alessandro.
L’altra situazione meno visibile ma evidente è la nascita di una fronda anti-Lega nella coalizione. L’emendamento all’ordine del giorno della De Padova è stato infatti presentato da Fratelli d’Italia, Forza Italia e Udc con l’esclusione di Lega e Civica Parcaroli a rimarcare come la giunta corra su due binari, paralleli ma non comunicanti.
Oiriana Piccioni, assessore al bilancio
Il rischio è quello di schiantarsi come avvenne per l’ex sindaca Anna Menghi con i partiti che anche allora reclamavano spazi per persone di loro gradimento. Ieri – operazione più complicata di un triplo salto mortale con avvitamento – infine Lega e parte della Civica Parcaroli hanno votato a favore dell’emendamento che non avevano firmato all’atto della presentazione. Verrebbe da chiedere l’aiuto del capogruppo regionale di Fratelli d’Italia, lo psichiatra anconetano Carlo Ciccioli, per analizzare la situazione maceratese. Sempre in Consiglio comunale è andato in scena un altro classico di questi primi due anni di amministrazione: il tiro ai Piccioni che sarebbe poi l’assessore al bilancio Oriana Piccioni finita nel mirino per una innocua variazione portata in aula.
Pierfrancesco Castiglioni, capogruppo di FdI
Nel pomeriggio il coordinatore comunale di Fdi Pierfrancesco Castiglioni ha diffuso una nota per chiarire la situazione: «Chi delle forze di opposizione è entrato lunedì in aula consiliare sperando che la maggioranza si “spaccasse” non solo è rimasto deluso ma addirittura ha dovuto constatare che a dividersi sul voto sono stati proprio i consiglieri di minoranza . Fdi, Fi, Lega, Udc e lista Parcaroli hanno infatti votato all’unanimità l’odg emendato smentendo chi pronosticava scontri e dissapori. Un’unità già dimostrata recentemente anche dal Cda dello Sferisterio in occasione della nomina di Cavalli quale Sovrintendente. Fdi non può che essere soddisfatta del risultato ottenuto e si adopererà in futuro affinché venga mantenuta la coesione tra le forze di maggioranza e vengano superate quelle possibili divergenze che comunque in una coalizione possono rappresentare più un segno di vitalità e confronto che di conflittualità».
Maurizio Del Gobbo (Pd)
Sullo Sferisterio interviene anche il consigliere comunale Dem Maurizio Del Gobbo: «Ritirando la mozione riguardante la nomina del sovrintendente dello Sferisterio il consigliere Miliozzi, ha precluso all’assise di confrontarsi sulla difficile situazione in cui versa l’Associazione Arena Sferisterio, specie da 2 anni a questa parte. Tale situazione di criticità era stata peraltro già evidenziata in riunioni del CdA con proposte di revisione dello statuto nel 2011 e 2016. Ricordo che giusto un anno fa infatti veniva respinta da questa amministrazione una mozione, proposta dal sottoscritto e firmata dal PD e da altri consiglieri di minoranza, riguardante la ripresa dei lavori per la revisione dello statuto dello Sferisterio fermo a qualche decennio fa (penso al 1986) quindi assolutamente obsoleto e inadeguato ai tempi attuali e non rispondente ad una gestione manageriale delle attività artistiche. Giusto un anno fa la stagione lirica subiva un sensibile ritardo nella programmazione 2022 come pure in ritardo è stata la nomina in estremis del direttore artistico Pinamonti avvenuta appunto nel dicembre 2021. Anche quest’anno la storia si ripete prima con il mancato rinnovo dell’incarico del sovrintendente Messi da parte di un CdA non proprio allineato con il Presidente del CdA stesso, nonché Sindaco nonché Presidente dell’Associazione Arena Sferisterio.
Faceva quindi seguito una procedura a dir poc ofarraginosa del bando (ottobre) per il nuovo sovrintendente culminata nella rinuncia per incompatibilità del primo classificato Orsetti e con la successiva nomina anche questa volta come l’anno scorso in eXtremis del secondo classificato Cavalli non prima però di aver valutato l’impercorribilità di una soluzione jesina; bando i cui criteri di partecipazione hanno escluso la partecipazione di Messi con l’inserimento della laurea non si sa in che cosa. Al di là della nomina ne è scaturita una situazione a dir poco grottesca che potrebbe causare ritardi e anomalie nella programmazione della stagione lirica 2023 che di norma avrebbe dovuto essere presentata durante la stagione lirica precedente. Ritornando al discorso sullo statuto obsoleto, l’inadeguatezza dello stesso si è riflessa infatti negativamente sulle nomine frenate da una eccessiva politicizzazione del Cda, nomine che al contrario sarebbero state più fluide se guidate da uno statuto rinnovato, al passo con i tempi, che avrebbe contemplato l’ingresso di privati di provata competenza nella gestione dello sferisterio (nella Assemblea) con un conseguente approccio più manageriale e meno politico alla gestione della stagione lirica.
Nella passata consiliatura il nostro partito, in sede di commissione affari istituzionali, aveva proposto delle modifiche allo statuto che avrebbero reso più snella, più manageriale e meno politica la gestione delle attività artistiche dello sferisterio; fra queste la riduzione dei membri del CdA da 10 a 6; l’ingresso appunto di privati con diritto di voto nell’Assemblea; la trasformazione dell’Associazione Sferisterio, che ha personalità giuridica di diritto privato, a fondazione (di partecipazione) come è avvenuto per altre autorevoli e floride realtà artistiche quali il Rossini Opera Festival di Pesaro e l’Arena di Verona che assolutamente non hanno CdA politicizzati. La fondazione di partecipazione è un fenomeno ibrido nato dalla necessità di avere da una parte la gestione e il coordinamento tipici degli enti pubblici, dall’altra l’efficienza e l’efficacia del privato. In sintesi, si tratta di una collaborazione tra gli enti pubblici e le strutture private per fini di interesse pubblico».
Se metti due donne a competere fra di loro prima o poi scoppia la bagarre. Sono le più spietate.
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