Il viaggio di tre autisti in Polonia:
«4mila chilometri e 41 ore in bus
per dare speranza ai profughi ucraini»

LA STORIA - Jonatan Maggi, Mauro Casali e Luigi Pascucci lavorano per la Contram. Hanno aiutato donne e bambini in fuga dalla guerra portandoli da Przemysl a Belforte. «Il terremoto è stato brutto ma questo è molto peggio»

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Gli autisti Contram Mauro Casali, Luigi Pascucci e Jonatan Maggi

di Alessandra Pierini

Hanno percorso quasi 4mila chilometri e 41 ore di viaggio per donare una speranza a un gruppo di donne e bambini in fuga dall’Ucraina. Jonatan Maggi, 33 anni, Mauro Casali, 47 anni, e Luigi Pascucci, 44 anni, sono tre autisti di Contram. Abituati a viaggiare per lunghe tratte, questa volta non sapevano cosa li aspettasse quando sono stati contattati per un viaggio decisamente non ordinario.

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I profughi ucraini davanti al pullman che li ha portati a Belforte dalla Polonia

«Il terremoto è stato brutto – dice Maggi – ma questo è stato molto peggio. Vedere tante persone in quelle condizioni è stato terribile».
Tutto è iniziato da Belforte. L’amministrazione ha contattato la Contram chiedendo la disponibilità di un pullman per raggiungere i confini delle zone di guerra.

Il gruppo formato dal viceparroco di Belforte, don Salvatore Sicignano, dal vicesindaco e assessore ai servizi sociali Carla Budassi e dal volontario Angelo Buresta e dai tre autisti è partito domenica 5 aprile, destinazione Moldavia.

«Poi durante il viaggio – raccontano –  ci hanno detto che i programmi erano cambiati ed  eravamo attesi a Przemysl, in Polonia. Abbiamo raggiunto all’ora di cena un centro commerciale adibito a centro profughi».

I tre conducenti Contram erano pronti a passare la notte in pullman ma così non è stato: «Un responsabile della Protezione civile conosceva le nostre zone per il sisma, così ci ha aiutato e ci ha trovato una stanza dove passare la notte».
profughi-ucrainacontram-2-300x400Quello che i tre ancora non sapevano è che il viaggio di ritorno sarebbe stato molto più complicato. «I nostri passeggeri erano soprattutto donne e bambini, avevano pochissimi bagagli e abbiamo dato loro anche quel poco che ci eravamo portati da mangiare. C’era una signora che aveva con sé solo il trasportino e il gatto e un bambino che ha fatto tutto il viaggio stringendo in mano il suo criceto. Sono sempre stati educati e molto puntuali, ma il viaggio ha richiesto parecchie soste per esigenze diverse». Tante le tappe fatte per accompagnare profughi ucraini attesi anche in altre zone d’Italia.
A bordo del pullman uno spaccato di umanità ferita e in enorme difficoltà. «Più volte non sono riuscito a trattenere le lacrime – racconta Luigi Pascucci – ad esempio quando un bambino mi ha dato il suo bagaglio per metterlo a bordo. Era un triciclo, tutto ciò che aveva». Poi l’arrivo a Belforte dove ad accogliere i cittadini ucraini c’erano bandiere e palloncini.

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L’accoglienza a Belforte

«Contram ha cercato  da subito – commenta il presidente Stefano Belardinelli – di sostenere la popolazione ucraina, pur nel rispetto di tutte le popolazioni coinvolte in questa guerra, con la speranza che si torni alla pace. Lo ha fatto agevolando i trasporti nel territorio, lo ha fatto con lunghi transfert che hanno richiesto un grande impegno dei nostri conducenti, abbiamo messo a disposizione mezzi a noleggio e ora ci viene richiesto, anche su indicazione della Regione, di consentire nel mese di aprile  la libera circolazione per i cittadini ucraini che sono sul territorio. Questo ci coglie in un momento difficile anche per noi, l’azienda ha risentito dei costi energetici e del caro carburanti, anche le nostre famiglie iniziano a sentire questa tensione, tuttavia sosteniamo con convinzione massima queste donne e questi bambini.

 

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