Il sindaco di Treia Franco Capponi e il prefetto Flavio Ferdani firmano il protocollo
di Luca Patrassi (foto Fabio Falcioni)
Il sindaco di Treia Franco Capponi è visibilmente soddisfatto e questa mattina ha espresso compiutamente il suo pensiero in piazza della Libertà in attesa che venissero, con calma, eseguiti i protocolli di identificazione dei giornalisti “invitati” alla conferenza stampa in Prefettura: «Siamo sempre il primo Comune», ha sottolineato in vista della firma del protocollo di intesa tra la Prefettura e il Comune di Treia per l’accoglienza dei profughi ucraini in fuga dalla guerra. Una volta riusciti ad entrare nel Palazzo del Governo è stato il prefetto Flavio Ferdani a spiegare i contenuti del protocollo di intesa.
Il prefetto Flavio Ferdani
«Volevamo dare la giusta rilevanza a questo atto – ha osservato il prefetto – che sancisce il primo accordo di collaborazione tra la Prefettura e gli enti locali per l’accoglienza dei cittadini ucraini. Si tratta del primo accordo, appunto quello con il Comune di Treia, che segue un percorso di confronto iniziato con tutti i sindaci. Il Comune si impegna a fornire ai cittadini ucraini il sostegno necessario a garantirne la permanenza, l’auspicio è quello di poter estendere questo protocollo ad altri sindaci. Peraltro l’interfaccia rappresentata da Stato e sindaci è l’ulteriore garanzia sul risultato positivo». Il rappresentante del Governo Flavio Ferdani indica infine quanti sono gli ucraini arrivati in provincia dall’inizio della guerra: 962, 457 dei quali sono minori e 34 sono i minori non accompagnati.
Il sindaco di Treia Franco Capponi ha argomentato il suo punto di vista: «Siamo il primo Comune in ambito provinciale ad essersi mosso, sono ottanta gli ucraini ora presenti a Treia, i numeri sono in crescita. Ci siamo mossi subito per l’accoglienza aprendo ai più giovani le porte delle scuole per un migliore inserimento. A Treia da anni ci sono cittadini ucraini, la Lube ha una filiale a Kiev e tutto è venuto naturalmente. Abbiamo messo subito in bilancio 15mila euro per le spese della prima accoglienza, abbiamo lanciato una raccolta fondi che ha dato risultati superiori alle attese, per la fine dell’anno pensiamo di arrivare ad una spesa di circa 250mila euro cui faremo fronte con i fondi che avremo a disposizione, con i 28 euro giornalieri che lo Stato eroga per il tramite del Cas, con i fondi nostri e con le donazioni. L’importante è rispondere subito e nel miglior modo possibile a questa emergenza, invito anche gli altri sindaci a muoversi in questo senso».
Il sindaco Franco Capponi
«Treia – ha continuato Capponi – ha potuto far questo perché il sindaco non è da solo, c’è una squadra di collaboratori che si è detta pronta a dare sostegno ed aiuto, ci sono persone che hanno offerto abitazioni gratuitamente, ci sono state donazioni. Insomma siamo stati subito pronti a dare ma migliore accoglienza possibile. Certo non è facile, non è semplice: abbiamo con noi persone provate da quello che hanno visto a casa e che continuano a vedere tutti i giorni sui media con il relativo carico di bombardamenti e di distruzione. Abbiamo stipulato accordi con onlus e cooperativi anche per i servizi di supporto psicologico, linguistico e sanitario iniziando dalle vaccinazioni: debbo dire che c’è grande soddisfazione per il lavoro messo in atto. Alcuni ragazzi già seguono le lezioni in Dad collegandosi con gli istituti dell’Ucraina».
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