Alessandro Zarfati, il secondo ragazzo da sinistra, a Przemysl (Polonia)
di Leonardo Giorgi
«Ero andato in Polonia, al confine con l’Ucraina, per fare un reportage fotografico. Ma appena sono arrivato non ci ho pensato per niente alle foto. Ho sentito il bisogno di aiutare e adesso tornerò per entrare in Ucraina e portare aiuti». Sono le parole di Alessandro Zarfati, 22 anni.
Il ragazzo è originario di Roma, vive a Macerata, dove studia Fotografia all’Accademia di belle arti. Nelle scorse settimane Alessandro si è messo in viaggio con un amico in direzione di Przemysl, in Polonia, città a pochi chilometri dall’Ucraina. Là hanno portato aiuti alle persone in fuga dalla guerra e sono riusciti a dare un passaggio in Italia a donne e bambini. Alessandro, aspirante fotoreporter, avrebbe voluto testimoniare il dramma dietro l’obiettivo della sua Reflex. Arrivato a destinazione, tuttavia, le priorità sono diventate altre.
Le immagini scattate da Alessandro Zarfati al confine con l’Ucraina
«Volevo vedere con i miei occhi, non potevo starmene fermo – racconta Alessandro -. Volevo capire come era veramente la situazione, oltre i giornali e la televisione. Non avrei mai pensato di trovare una situazione come quella che c’è al confine con l’Ucraina. Ho trovato persone, persone europee, che passano dall’avere una vita come le nostre, una casa, un’auto, un conto in banca, a perdere tutto. Persone che hanno con sé al massimo una valigetta, seduti per terra con lo sguardo perso nel niente». Alessandro sottolinea inoltre come nel centro di accoglienza si respiri «una tensione incredibile nell’aria». «La Polonia accoglie – continua -, è vero, ma c’è tanta tensione, come c’è sempre stata tra Polonia e Ucraina. Si sente. E in più a trenta chilometri da dove stavamo noi esplodevano le bombe. Però ci sono tanti mezzi da tutta Europa, tantissimi tedeschi, gente che fa da mangiare gratuitamente. Purtroppo non c’erano molti dall’Italia e per questo penso che si potrebbe fare di più».
Alessandro tornerà presto e stavolta è intenzionato a entrare direttamente in Ucraina. L’obiettivo? «Ho saputo di persone tra Chernobyl e Kyiv, bloccate, che devono venire in Italia. Io entrerò con il mio mezzo, porterò tutto il possibile a livello di viveri e scorte, e poi porterò alcune di queste persone in Italia. Entrare in Ucraina in realtà è facile, il difficile è uscirne. A prescindere dai tuoi documenti e dalla tua nazionalità, ti metti in fila con gli altri e vedi che succede. Oppure paghi 200 dollari e in teoria dovresti avere la corsia preferenziale».
Adesso il ragazzo sta cercando di accumulare fondi per riuscire nella sua impresa. «A livello di cose da portare sono già in contato con diversi enti, tra cui Caritas e Croce Rossa, per cui da quel punto di vista sono tranquillo. Mi servirebbe però un aiuto per trovare un mezzo adatto e qualche fondo per carburante e caselli. Solo per quello servono 600 euro all’andata e altrettanti al ritorno. Al momento sto racimolando qualcosina tra chi conosco e non conosco. Qualche amico mi ha trovato qualche soldo, ma mi manca ancora un po’. In ogni caso andrò su. Sento il bisogno di tornare».
«L’ideale – conclude Alessandro – sarebbe trovare a una cifra accettabile un mini van, qualcosa con 7 posti per avere più spazio per andare. Così da portare su più cose possibili e andare giù portando più persone possibili. Io ce l’ho un’auto, ma è una Fiat 127 degli anni Ottanta e non è l’ideale per fare migliaia di chilometri. Se non trovo di meglio però parto con quella, non mi importa».
Chi vuole aiutare Alessandro può fare una donazione al suo Iban IT18K3608105138214367414388 oppure al suo account PayPal all’indirizzo https://www.paypal.com/paypalme/AlessandroZarfati. Per informazioni si può contattare Alessandro al numero 3515995665.
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