Il vescovo Marconi: «Accolti 110 profughi
e inviati 20mila euro alla Diocesi di Kiev»

MACERATA - Il capo della Diocesi fa un aggiornamento sull'emergenza umanitaria: «Fra le varie cose, stiamo chiedendo ai diversi gruppi giovanili presenti nel territorio di organizzare momenti ricreativi e/o di svago per i bambini»

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Nazzareno Marconi

 

Accolte 110 persone ucraine in diverse strutture diocesane e inviato un primo contributo di 20mila euro alla Diocesi di Kiev. È un primo bilancio del vescovo di Macerata Nazzareno Marconi, che fa sapere come la diocesi sta affrontando l’emergenza umanitaria del conflitto Russia-Ucraina.

«La prefettura ha avuto la disponibilità ad accogliere ad oggi, in diverse strutture diocesane dislocate nel nostro territorio, 110 persone – spiega il vescovo – Abbiamo iniziato già l’accoglienza. Per conoscere e risolvere le tante problematiche che giornalmente si presentano, è stato creato per questa urgenza e per le emergenze che si andranno di volta in volta a creare, un apposito “Tavolo Emergenza” che gestisce, coordina e agisce in modo da ottimizzare i diversi interventi possibili. Il tavolo è presieduto dalla Diocesi e al suo interno vi sono le realtà caritative presenti nel territorio. Abbiamo già ricevuto disponibilità dai diversi ordini professionali, medici, dentisti, infermieri, psicologi, farmacisti e dalle grandi catene di distribuzione alimentare per supportare e organizzare al meglio la nostra accoglienza. Gradualmente stiamo anche sensibilizzando i diversi territori che accolgono, ricevendo diverse collaborazioni. Stiamo chiedendo ai diversi gruppi giovanili presenti nel territorio diocesano di organizzare momenti ricreativi o di svago per i bambini. Per il momento stiamo solo prendendo nota delle tante disponibilità di famiglie all’accoglienza, in quanto la vigente normativa non prevede alcun contributo economico a favore di privati. Anche Caritas Italiana suggerisce molta prudenza in relazione a sistemazioni ed accoglienza di questo tipo. Vi terrò informati sull’eventuale evoluzione della situazione. Inoltre, sento il dovere di ringraziarvi per la generosa partecipazione delle parrocchie e dei privati alla raccolta dei fondi a favore della diocesi di Kiev alla quale è già stato inviato un primo contributo di 20mila euro».

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