di Mauro Giustozzi
Cgil e lavoratori parti civili in due procedimenti giudiziari che sono stati incardinati in merito alla vicenda della costruzione post sisma 2016 dello studentato Unicam (l’ateneo è estraneo alla vicenda) formato da diverse strutture temporanee prefabbricate 20 moduli abitativi, ognuno composto da 4 appartamenti per un numero complessivo di 457 posti letto.
Lavori dello studentato dell’Università di Camerino (vittima anch’essa dell’accaduto) donato dalle province autonome di Trento e Bolzano, per un importo di circa 4,5 milioni di euro.
Grazie alle indagini dei carabinieri del Nil di Macerata e all’attività della Cgil si è arrivati ad aprire ora due distinti procedimenti penali, relativi allo sfruttamento dei lavoratori ed impiego di manodopera clandestina.
Lo scorso 18 marzo al Tribunale di Macerata, davanti al giudice Vecchiarino, si è tenuta l’udienza dibattimentale che vede imputate Patrizia Petracci, titolare della ditta Pa.Ma srl, ed Elisabetta Piccinno titolare della ditta El. Gi. srl. La Piccinno è la falsa avvocatessa delle Aste bluff che era finita sotto accusa per aver truffato circa 5 milioni e mezzo di euro a persone che avevano versato caparre per partecipare all’asta per la vendita di case o marchi. I fatti erano avvenuti tra il 2002 e il 2007 e aveva patteggiato 4 anni e 8 mesi al tribunale de L’Aquila.
Lei e Petracci sono accusate di impiego di lavoratori stranieri privi del permesso di soggiorno. Il prossimo 11 maggio inizierà l’altro procedimento penale a carico di Giancarlo Gnisci Iorio quale “titolare di fatto della ditta El.Gi. srl”: è accusato di aver impiegato lavoratori stranieri privi del permesso di soggiorno.
Processi che, seppur separati, riguardano sempre i lavori nel cantiere dello studentato di Unicam. «I procedimenti sono all’inizio – ha detto l’avvocato Giuseppe Bommarito che assiste Cgil, Fillea e lavoratori nella vertenza – uno un po’ più avanti in quanto sono stati ascoltati i testimoni nell’udienza svoltasi, l’altro partirà a metà maggio, con i tempi lunghi della giustizia italiana ed in particolare del Tribunale di Macerata la sentenza non sarà a breve. Ma noi abbiamo pazienza e confidiamo in un esito a noi favorevole anche perché al momento nel processo in cui è stato ascoltato un testimone questo ha confermato appieno quello che è il capo di imputazione. Ci aspettiamo che venga resa giustizia ai lavoratori sfruttati, maltrattati, trattati non da essere umani. La fase delinquenziale di queste vicende, tante simili tra loro, si inserisce sempre nella fase del sub appalto delle opere: le ditte trentine Ille Prefabbricati e Costruzioni Dallapè che si sono aggiudicate gli appalti non hanno ovviamente personale nel maceratese e devono reclutarlo e per farlo si avvalgono di personaggi che loro non conoscono ma che invece sono ben noti nel nostro territorio per aver avuto già a che fare con la giustizia in passato.
E tutto poi si incammina su una strada di illegalità con lavoratori in nero, non formati, non dotati di dpi individuali, non pagati se non in misura minima, tenuti in case diroccate senza luce, acqua e gas. Va detto che per tutti questi lavoratori un primo successo lo abbiamo avuto nel fargli avere il riconoscimento di quanto gli spettava da contratto attraverso una vertenza civile, con le aziende Ille Dallapè che hanno versato quanto dovuto».
Dal canto suo Daniel Taddei segretario della Cgil provinciale ha ricordato la battaglia sull’illegalità nei cantieri che dall’immediato post sisma il sindacato porta avanti nel territorio e di cui si vedono gli esiti anche attraverso questi processi che si stanno aprendo su più fronti.
«Noi siamo parte civile – ha detto Taddei – in questi due procedimenti che purtroppo non sono altro che la conferma di una situazione di grossa preoccupazione per tutto il cratere della ricostruzione e non solo, legato alle irregolarità, ai mancati diritti dei lavoratori in un momento in cui arrivano tanti soldi legati anche al Pnrr. Non c’è ancora un sistema efficace ed efficiente per combattere le illegalità, le irregolarità e la criminalità organizzata cui fa gola questo territorio dove arrivano tanti finanziamenti. Manca nello specifico la stipula del protocollo di legalità, unica provincia che ancora non l’ha fatto nel cratere sismico, l’attuazione del budge di cantiere e soprattutto la riforma dell’Ispettorato del lavoro, quell’Agenzia unica che avrebbe dovuto mettere in sinergia Ispettorato, Inps, Inail e tutti i soggetti che operano in questo ambito. Non ci sono le risorse per una qualità alta di repressione delle infiltrazioni criminali. I rischi aumentano sempre di più e non lo dice la Cgil di Macerata ma i rapporti annuali della Direzione antimafia: dove ci sono i soldi c’è il rischio ed il nostro territorio vede la presenza di soggetti riconducibili al mondo della criminalità. La nostra costituzione di parte civile in questi procedimenti serve a tenere alta l’attenzione sui rischi che il territorio vive, in particolare quando si parla di soldi pubblici».
Da ricordare come la El. Gi. srl è stata beneficiaria di un contributo di 80mila euro da parte del ministero dello Sviluppo Economico per essersi costituita dopo il terremoto in zona rientrante nel cratere e si è avvalsa per diversi mesi di lavoratori in distacco forniti da una ditta foggiana che coltivava ortaggi e che solo nell’aprile 2018 ha iniziato un’attività secondaria di intonacatura, stuccatura e rivestimento di pavimenti. «Questi lavoratori distaccati sono stati costretti, dopo circa un mese di lavoro in assenza quasi totale di retribuzione – ha detto Matteo Ferretti, responsabile provinciale della Fillea Cgil – di vitto e di un alloggio consono, a cessare l’attività, tornando poi a casa dopo essere vissuti in un casolare a Montecosaro privo di acqua, di luce e dei minimi requisiti igienici. Devo dire che tutto è partito da una vertenza diversa da questa e legata a mancati pagamenti alle maestranze fino a scoperchiare un mondo di totale illegalità, fatto di lavoro in nero, irregolare e non pagato, lavoratori clandestini, caporalato allo stato puro. Ci siamo attivati immediatamente per tutelare questi lavoratori riuscendo a far avere a 15 di loro quanto dovuto attraverso un’azione di responsabilità in solido per 6 di questi della El.Gi anche la regolare assunzione contrattuale».
Infine Massimo De Luca, responsabile della legalità della Cgil ha snocciolato i numeri e rischi della ricostruzione. «I controlli effettuati dai carabinieri del Nil nei cantieri dicono che in 8 occasioni su 10 vengono riscontrate irregolarità e questo è dato incontrovertibile che deve far riflettere tutti – ha ricordato De Luca -. I cantieri autorizzati nel 2021 sono più di quelli aperti negli anni precedenti. Parliamo di 13 mila cantieri che hanno avuto l’ok del contributo per la ricostruzione, 6 mila sono stati già terminati, dei 5200 che presto apriranno nel cratere 3000 sono nelle Marche secondo noi è giunto il momento che si faccia chiarezza sulla destinazione di tanti miliardi pubblici. Anche luce delle indagine e delle irregolarità che abbiamo scovato con le nostre indagini di semplici sindacalisti. Non basta solo il durc di congruità, nessun altro provvedimento di controllo e di contrasto all’illegalità è stato adottato e questo deve essere motivo di riflessione nel non abbassare la guardia e nel continuare a chiedere quelle garanzie minime per contrastare malavita e criminalità che si infiltra negli appalti e nei cantieri del Maceratese».
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