Alcune Sae in una foto d’archivio
di Federica Serfilippi
Rinviata al 7 febbraio l’udienza preliminare nata dall’inchiesta sui sub appalti che hanno portato alla realizzazione delle Sae nell’area del sisma del 2016. Questa mattina, al tribunale di Ancona, il gup Francesca De Palma ha dovuto dare atto di alcuni difetti di notifica: almeno quattro indagati non avrebbero ricevuto l’avviso di fissazione dell’udienza. Tutto rinviato, quindi, al nuovo anno, quando verranno trattate le posizioni dei 34 che sono finiti nel mirino della procura: 19 persone e 15 società affidatarie dei lavori. Ditte che, per il pm Irene Bilotta, non avrebbero avuto i requisiti per portare avanti le opere richieste, come la certificazione antimafia, l’iscrizione alle white list della Prefettura o all’anagrafe antimafia relativo agli esecutori del sisma del 2016. Per la procura sarebbero state anche affidate opere a ditte che non avrebbero avuto i requisiti tecnici prescritti.
Giorgio Gervasi
Tra le persone che rischiano il processo ci sono i responsabili delle aziende ma anche dipendenti pubblici: il responsabile della Protezione Civile David Piccinini, all’epoca dei fatti attuatore del piano per la costruzione delle casette, Lucia Taffetani, funzionario Erap e direttore d’esecuzione nell’ambito dell’accordo quadro per la fornitura delle strutture, il funzionario regionale Stefano Stefoni in quanto responsabile unico del procedimento. Giorgio Gervasi, presidente del Consorzio Stabile Arcale, la rete di imprese scelta per fornire le soluzioni abitative d’emergenza, ha preannunciato – tramite il legale Gabriele Cofanelli – di voler procedere con il rito abbreviato, condizionato però alla richiesta di una perizia sopra le parti che possa analizzare gli aspetti contrattualistici dei lavori per le Sae. «Abbiamo operato – ha detto il legale – sempre in maniera conforme al dettato normativo. Per noi la perizia della procura è lacunosa su diversi punti di vista». Ad eseguirla è stato l’ingegnere anconetano Michele Pierri.
David Piccinini
La consulenza di parte, per Gervasi, è stata affidata al professore dell’Università della Sapienza Claudio Guccione, esperto in diritto urbanistico e legislazione delle opere pubbliche. Non farà riti abbreviati, invece, Piccinini, difeso dall’avvocato Alessandro Lucchetti: «Pensiamo ci sia bisogno di un contraddittorio per affrontare la questione – ha detto il legale – Il mio assistito ha sempre eseguito rigorosamente gli accertamenti richiesti. Piccinini è un servitore pubblico che si ritrova ad avere sindacata la sua attività amministrativa. Accetta il fatto di essere giudicato». A vario titolo, la procura contesta i reati di abuso d’ufficio, truffa, falso e frode nelle pubbliche forniture. Le opere sub appaltate riguardavano la fornitura e la posa in opera degli infissi interni, l’installazione di portoncini blindati e accessori annessi, lavori relativi agli impianti tecnologici, la posa di pavimentazioni e impermeabilizzazioni del basamento del modulo abitativo. Alcune contestazioni sono legate alla realizzazione delle opere di urbanizzazione e fondazione a servizio dell’area di via Cesare Battisti 1, a Visso. In questa area, per gli inquirenti, i lavori sarebbero partiti tardivamente e portati avanti a rilento, con l’introduzione di una variante non necessaria, stando agli accertamenti della procura.
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